Indetta dall’Onu nel 1989, la Giornata internazionale per la riduzione dei disastri ambientali si tiene ogni anno il 13 ottobre. La celebrazione viene osservata in Italia e in diverse parti del mondo. Si tratta di una ricorrenza molto importante che vuole da un lato diffondere consapevolezza tra la comunità e dall’altro promuovere i corretti comportamenti per ridurre tali disastri.
Giornata per la riduzione dei disastri ambientali: perché è importante
L’obiettivo principale della Giornata per la riduzione dei disastri ambientali è quello di sensibilizzare la popolazione mondiale sulle gravissimi cause di tali avvenimenti, in modo da spingerla poi a dare vita ad una serie di attività per ridurli al minimo. Consapevolezza è la parola chiave.
Se infatti la comunità è cosciente delle conseguenze che possono essere scaturite da determinati comportamenti sbagliati, è sicuramente più portata e più attenta a non commetterli. Da un lato è vero che i passi da fare sono ancora tanti, dall’altro però è anche giusto riconoscere le modalità già adottate dalla popolazione per ridurre i disastri ambientali.
Segnaliamo allora questo punto che, proprio negli ultimi anni, si sono diffuse delle specifiche tecnologie molto utili nella prevenzione e nella gestione di questi fenomeni estremamente pericolosi anche per l’uomo stesso. Si va dai sensori sismici, ai sistemi di monitoraggio per rilevare i rischi di frane, all’utilizzo di droni per controllare e intervenire in caso di valanghe, inondazioni, terremoti e così via.
Insomma, specialmente nell’ultimo periodo, dal punto di vista digitale, robotico e meccatronico, ci sono state importanti innovazioni che hanno un ruolo sempre più importante nelle attività di gestione e di intervento in caso di disastri naturali.
È di fondamentale importanza però fare anche un passo indietro. Ovvero non solo pensare a come agire in caso di seri problemi che devastano città e cittadini, ma anche pensare a come prevenirli (se possibile). Oggi purtroppo sappiamo che molti disastri naturali avvengono a causa del cambiamento climatico.
In questo caso dunque tutti noi possiamo adottare dei comportamenti diversi per contrastare il Climate change. Esso ha pesanti conseguenze sul nostro pianeta e su noi stessi. È vero poi che dall’altra parte ci sono dei fenomeni ambientali che non sono prevedibili. Qui allora è fondamentale arrivare preparati, in modo tale da fronteggiare al meglio le emergenze e ridurre al minimo l’impatto.
Disastri ambientali 2023: i dati
Vediamo a questo punto alcuni dati interessanti che riguardano i primi sei mesi del 2023. Si tratta di numeri che potrebbero lasciarvi a bocca aperta, perché sono davvero alti. A elaborarli sono stati i membri della Sima, la Società italiana di medicina ambientale. Lo hanno fatto in occasione proprio della Giornata internazionale che si celebra oggi 13 ottobre.
Complessivamente, secondo gli esperti, nella prima metà dell’anno in corso i disastri ambientali hanno portato a perdite economiche per un valore complessivo di ben 184 miliardi di euro nel mondo. Le vittime invece sono state oltre 62mila. In media questo vuol dire che stiamo parlando di oltre un miliardo di euro di danni al giorno e di 342 vittime. Gli analisti spiegano che si tratta del dato più alto dal 2010 ad oggi. Insomma, capiamo che la situazione è davvero grave.
In vetta alla classifica dei Paesi europei che, negli ultimi anni, hanno dovuto ”sborsare” più soldi all’anno per abitante per le conseguenze provocate da catastrofi naturali ci sono:
- Grecia;
- Francia;
- Finlandia;
- Al quarto posto c’è l’Italia. Nel nostro Stivale tra il 2010 e il 2020 sono stati spesi 36,5 miliardi di euro per le conseguenze legate a danni ambientali. Si parla dunque di 41,4 euro a cittadino. Lo rendono noto sempre gli esperti della Sima.
Catastrofi naturali raddoppiate in 20 anni
Come spiega il presidente Sima, il professor Alessandro Miani, nel mondo il numero di catastrofi naturali è quasi raddoppiato nell’arco temporale di 20 anni. La maggior parte dei disastri sono terremoti, tsunami, uragani, frane, siccità e alluvioni (qui lo studio sul tasso di mortalità di queste ultime).
Miani ha aggiunto poi:
Per porre un freno a tutti questi eventi è possibile mettere in pratica sia azioni collettive che comportamenti individuali. A livello comunitario sarebbe necessario adottare pratiche volte ad un uso più consapevole del suolo, avendo cura del territorio e mitigando i rischi che derivano dal dissesto idrogeologico, seguendo le indicazioni dell’Agenda 2030 dell’Onu.
Infine il dottore, proprio in occasione della Giornata internazionale, ha lanciato un appello ad ogni cittadino. Quello di compiere azioni quotidiane che rispettino il nostro pianeta, noi stessi e tutti quanti gli esseri viventi.
Ciò, nella pratica, vuol dire, ad esempio investire nella mobilità sostenibile, prediligere le infrastrutture verdi. Ancora: non sprecare il cibo, emettere meno emissioni di sostanze inquinanti, ridurre gli sprechi.