Un tira e molla continuo tra prestiti e conferme. La storia di Vincenzo Montefusco è legata a doppia mandata a quella del Napoli. In azzurro ha ricoperto praticamente tutti i ruoli. Calciatore prima, dirigente e allenatore poi, in campo alla fine ha totalizzato 156 presenze e 7 gol complessivamente tra Serie A e B, nell’arco di 10 stagioni. Tifoso partenopeo fino al midollo. Per commentare l’attuale situazione del Napoli e la posizione di Garcia, Montefusco è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Il Napoli conferma Garcia, Montefusco a Tag24
A un passo dall’esonero, e poi la conferma. In questi giorni in casa Napoli è successo di tutto. Alla fine il presidente De Laurentiis, incassato il no, almeno per ora, di Antonio Conte, ha deciso di rinnovare la fiducia a Garcia e oggi a Castel Volturno è andato in scena un incontro chiarificatore. La squadra ora dovrà ripartire, ma per farlo davvero serve serenità e chiarezza. Una situazione paradossale, soprattutto se si pensa che pochi mesi una formazione quasi identica vinceva a mani basse lo scudetto. Per commentare il momento del Napoli e la posizione di Garcia, Montefusco, che ha legato tutta la sua vita calcistica al club partenopeo, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Dopo un paio di giorni di valutazione, De Laurentiis ha deciso di rinnovare la fiducia a Garca. Scelta corretta?
“Forse spesso ci dimentichiamo che squadra è il Napoli. Se trova il giusto feeling con l’allenatore e un po’ di serenità, è talmente forte che non può che riprendersi. Solo in questo caso quella di De Laurentiis potrebbe rivelarsi una scelta azzeccata. Però per quello che è successo, per tutto quello che ho letto e per tutto quello che è stato detto, ora mi domando come fa Garcia a riprendere potere all’interno dello spogliatoio. Andare avanti così è difficile, ci vuole veramente un carattere di ferro. Purtroppo questo rischia di creare delle dinamiche strane. Per quelli che giocano può andare bene, ma per chi trova meno spazio no. Si domanderanno chi è che comanda, e invece ci vuole un allenatore che decide. Altrimenti si rischia di essere ridicoli”.
Il rischio principale quindi è che non sia riconosciuto e rispettato all’interno dello spogliatoio?
“Certo, è normale. Per quello che è successo come potrebbe essere altrimenti? Il problema è che qui non c’è in ballo solo quello che si è visto e che è successo in campo, ma anche tutta una serie di dichiarazioni assurde. L’allenatore può fare le scelte che vuole, ma deve essere supportato dai risultati, altrimenti si mette male. Garcia dopo la sostituzione di Kvara contro il Genoa non può andare in conferenza stampa e dire che ha deciso di premiare chi si è allenato bene in settimana. Che giustificazione è? Lo trovo scorretto nei confronti di tutti. Eppure resto convinto che se questo Napoli si organizza un pochino, insieme all’Inter, sarebbe la squadra più forte del campionato”.
Quindi potrebbe ancora ambire allo scudetto?
“Il Napoli ha tutto per poter recuperare i punti persi. È talmente presto, sono passate solo 8 giornate e ci sono ancora tantissime partite da giocare e squadre che dovranno ancora affrontare il periodo no. C’è da capire però come andrà avanti questo club. Se Garcia adesso inizia a vincere bene, altrimenti tra 2 gare chiamiamo Conte di nuovo? Non capisco cosa dobbiamo aspettarci, c’è confusione. Stanno succedendo cose troppo strane”.
Quello di Conte è un nome che le piace?
“Conte sarebbe stato perfetto. Ha un passato importante, ha vinto, ha un carattere forte ed è bravissimo nella gestione del gruppo. I calciatori ammirano profili come il suo, uno che non si fa condizionare, che ha polso. Il problema potrebbe essere, a detta di tanti, la questione del modulo, ma io ci credo poco. I calciatori forti non hanno difficoltà a giocare a 3 o a 4, è solo questione di abitudine e allenamento. Questi sono giocatori di livello, hanno vinto lo scudetto, fanno la Champions League, non avrebbero problemi ad adattarsi. Io se mi mettevano a destra giocavo a destra e se servivo a sinistra giocavo a sinistra. Figuriamoci se oggi non lo possono più fare”.
Ci siamo concentrati soprattutto sulla questione allenatore, ma ci sono state situazioni particolari anche con alcuni giocatori, su tutti Osimhen. Caso rientrato?
“Sono nato nel Napoli, poi ho fatto l’allenatore, il dirigente e tifo Napoli da sempre e sono convinto che i calciatori forti non si dovrebbero mai vendere. Eppure in estate pensavo che se fosse arrivata un’offerta milionaria, Osimhen sarebbe anche potuto partire. Anche perché De Laurentiis ha dimostrato di saper reinvestire benissimo e ci ha vinto uno scudetto. Alla fine però è rimasto, ma non può comportarsi come vuole. Non si deve mai permettere di mandare a quel paese l’allenatore, né lui, né Kvara o nessun altro. Il problema è che si è sbagliata la gestione”.
In che senso?
“Il primo è stato il georgiano. Bene, dopo la partita con il Genoa la società gli avrebbe dovuto tirare le orecchie e fare una bella multa. Altrimenti sono tutti legittimati a fare lo stesso e non è possibile. I calciatori non si possono permettere di dire o fare quello che vogliono. Se concedi troppo invece rischi che ognuno fa quello che vuole. Queste cose devono essere messe a posto subito, parlo per esperienza personale. Sennò Garcia rischia di diventare lo zimbello di tutti. Dopo le parole di De Laurentiis, oggi come lo guardano i giocatori?”.
Quali sono gli errori di Garcia e ora come se ne esce?
“Domenica ha fatto tutti gli errori che poteva fare. In una sola partita ha combinato quello che si combina in un anno. Hai Osimhen, che è il più forte e lo togli. Ha sbagliato la formazione, l’atteggiamento e i cambi. Ora mi auguro solo che De Laurentiis sia così bravo da compattare lo spogliatoio e l’ambiente. Altrimenti non si va da nessuna parte”.