Con la bocciatura della proposta sul salario minimo da parte del Cnel e lo stesso Consiglio nazionale dell’Economia e del Lavoro a spalancare la porta alla contrattazione collettiva, è dura la risposta del presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte. Nelle parole raccolte da Michele Lilla preannuncia allora battaglia.
Conte: “Sul Salario minimo si compie il delitto perfetto della Meloni”
La premier Meloni ama dire che ci mette la faccia, ma lo fa esclusivamente quando deve fare passerella. Sul salario minimo non l’ha messa, ha rimandato anzi la palla al Cnel di Brunetta e ora si compie il delitto perfetto, rinviando la questione alla contrattazione collettiva. Non leggono nemmeno le sentenze della Cassazione che sostengono la necessità della contrattazione collettiva, ma dicono anche che questa non è sufficiente e c’è anzi bisogno di introdurre un salario minimo legale, per attuare il principio costituzionale della giusta retribuzione. Noi non demorderemo. In maggioranza vogliono fare melina alle spalle dei lavoratori sottopagati: 3,6 milioni di lavoratori che lavorano senza una paga dignitosa. Contrasteremo in tutti i modi questo disegno. Sono già centinaia di migliaia i cittadini che hanno sottoscritto la petizione online per far sentire la loro voce.
L’ex presidente del Consiglio ha allora confermato alla stampa la volontà di affianzare il Partito democratico per le prossime iniziative.
Abbiamo già concordato la proposta unitaria e continueremo la nostra battaglia perché su questo punto il governo non può tergiversare. Perché anche il fatto che passino mesi con persone sottopagate è indecente. Bisogna approvare questa proposta al più presto.
L’11 novembre M5S e Pd scenderanno in piazza
Cinque stelle in campo col Pd anche nella manifestazione del prossimo 11 novembre.
È una protesta contro le politiche del governo che noi giudichiamo sbagliate e che dimostrano l’incapacità di questo governo. Se ci sarà da manifestare contro questo esecutivo, noi risponderemo con un sì convinto.
Infine, e passando al tema dell’immigrazione, sui 60 milioni restituiti dalla Tunisia all’Europa:
Più che all’Europa, il presidente tunisino Saied dà uno schiaffo all’Italia e alla Meloni che ha architettato questa situazione, con un accordo simbolo di goffaggine diplomatica. Basta conoscere e avere un po’ di competenza di politica estera per capire che l’accordo sarebbe stato fallimentare e non dignitoso per la cittadinanza tunisina. Un fallimento totale, per la Meloni, e ha coinvolto anche l’Europa.