Non c’è pace in casa Juventus. Dopo la positività al test antidoping per Pogba, adesso a scuotere l’ambiente bianconero ci ha pensato l’indagine per scommesse illegali che ha coinvolto Fagioli. Per saperne di più, la redazione di Tag24 ha intervistato l’avvocato Mattia Grassani. Titolare dello studio Grassani di Bologna, è uno dei legali più esperti in ambito di diritto sportivo in Italia. Proprio per questo, nella sua carriera, ha anche vinto premi importanti. In esclusiva, ecco le parole di Grassani sul caso Fagioli.
Caso Fagioli, l’avvocato Grassani a Tag24
Non c’è tregua per la Juventus. Dopo il caso di positività al testosterone per Pogba, adesso è Nicolò Fagioli ad essere al centro della bufera. Il centrocampista classe 2001 è indagato dalla Procura di Torino, accusato di aver scommesso su piattaforme illegali. Cresciuto nel settore giovanile bianconero, il calciatore si sarebbe già autodenunciato, come specificato dai suoi legali. Per capire cosa rischia il giocatore e cosa la Juventus, in esclusiva a Tag24 sul caso Fagioli, è intervenuto l’avvocato Grassani.
In casa Juventus tiene banco il caso Fagioli, cosa rischia il calciatore?
“Si sono lette in giro proiezioni probabilmente eccessive sull’eventuale sanzione comminabile al calciatore. È vero che l’articolo 24 del Codice di Giustizia Sportiva della FIGC, prevede una sanzione minima di 3 anni, oltre ad un’ammenda che dovrebbe essere di 25mila euro. L’atteggiamento processuale di questo ragazzo, però, a mio avviso sarà, ove venisse deferito o condannato, meritevole di numerose circostanze attenuanti. Nel computo della pena finale penso che, tra la collaborazione, il fatto che si è pressoché autodenunciato, ha fornito e sta fornendo tutti gli elementi utili per accertare la responsabilità in cui è incorso, meriti una sanzione finale che va da un anno a un anno e mezzo”.
Ha parlato di pena minima, mentre in questi giorni, erroneamente, molti hanno indicato i 3 anni come pena massima…
“La pena base è quella che ho già detto, minimo 3 anni, incrementabili in base alle eventuali circostanze aggravanti. Qualora fosse ritenuto responsabile, il Tribunale Federale partirebbe quindi dal minimo edittale. Poi ci sono attenuanti e aggravanti che determinano la pena finale. Con la collaborazione, il patteggiamento e il deferimento, se fosse utilizzabile, si arriverà a mio avviso a una pena che va da un anno a un anno e mezzo. Si deve tener conto ancher che Fagioli non ha mai scommesso su gare che riguardano la sua società. E poi ci sono le motivazioni che ho già spiegato in precedenza. Questa è la sanzione più realistica che in caso di condanna potrebbe colpire il calciatore”.
La Juventus si è già detta estranea ai fatti, il club rischia comunque qualcosa?
“La Juventus ovviamente viene trascinata nel procedimento solo perché Fagioli è un tesserato del club bianconero. Praticamente c’è la famosa e per certi versi famigerata responsabilità oggettiva. Va specificato però che la Vecchia Signora non rischia nessun tipo di penalizzazione, ma al massimo una sanzione pecuniaria molto molto contenuta”.
Fagioli si è già autodenunciato, fino alla sentenza però può continuare a giocare?
“Assolutamente, il giocatore può giocare, anche ove anche venisse deferito, o finché non intervenisse un pronunciamento, o un patteggiamento con tutte le attenuanti di cui abbiam parlato, o una sentenza del Tribunale. Fino a quel momento Fagioli è libero e arruolabile e può scendere in campo normalmente. A meno che non intervenga una sospensione cautelare, ma dovrebbe essere la Procura Federale a chiederla. Allo stato attuale però non si ha alcuna notizia di questo tipo di iniziativa”.
Siti legali o siti illegali, qual è la differenza?
“Cambia poco. A un calciatore professionista, come a qualunque altro tesserato, quindi allenatori o dirigenti, è preclusa qualunque tipo di attività di scommesse, su qualunque tipo di portale, per qualunque tipo di competizione che riguardi FIGC, UEFA e FIFA. Quindi un giocatore o un allenatore non può scommettere neanche sulla Champions League, sulla finale di un Mondiale, o su una partita di Serie B o Serie C, pur militando in Serie A. La discriminante dunque non è che si tratti di sito legale o illegale, ma il divieto assoluto di scommessa che comporta lo status professionistico del tesserato. In questo caso, essendo un sito clandestino, probabilmente oltre a tutte le attenuanti di cui Fagioli verosimilmente godrà, potrebbe esserci un’aggravante che è quella di non aver appunto scommesso in un centro riconosciuto dallo Stato, tracciato, che versa imposte come previsto dalla legge e dove tutte le operazioni di puntata sono trasparenti”.