Durante il question time al Senato, Matteo Piantedosi apre a maggiori controlli sui flussi migratori in relazione alla crisi in Israele. Il ministro dell’Interno ribadisce “l’azione del governo, sin dal suo insediamento”, a contrasto dell’immigrazione irregolare, che deve fare i conti con un’ulteriore minaccia.

Il riferimento del titolare del Viminale è legato ai “possibili profili di rischio di infiltrazione terroristica nei flussi”.

I recenti tragici avvenimenti impongono una rinnovata e più elevata attenzione, in particolare attraverso il potenziamento delle attività interforze per i controlli delle frontiere e di quelle effettuate dalle specifiche task force operanti nelle principali aree di sbarco e negli hotspot nazionali.

In seguito all’attacco di Hamas in Israele, dunque, Piantedosi annuncia di aver “dato specifiche direttive per l’intensificazione di ogni raccordo informativo tra intelligence e forze di polizia“. Obiettivo “monitorare l’evoluzione del conflitto ed i riflessi sui flussi migratori, sugli ingressi e sulle presenze“.

Crisi in Israele, Piantedosi auspica più controlli nei flussi migratori: nel mirino le aree di sbarco e gli hotspot

Più controlli in Italia, insomma, dopo l’attacco di Hamas in Israele. Durante il question time, Piantedosi ha identificato le principali aree di attenzione: le aree di sbarco e gli hotspot italiani. I controlli saranno particolarmente intensificati in queste zone, per garantire la sicurezza e monitorare eventuali flussi migratori legati al conflitto.

Il governo Meloni continua a fare quadrato sull’emergenza in Medio Oriente. Il ministro della Difesa Guido Crosetto, al termine della riunione ministeriale della Nato, ha ribadito la “totale vicinanza” a Israele.

Il messaggio che esce dalla Nato non poteva che essere quello di solidarietà di fronte a un atto terroristico di violenza inaudita fatto da una organizzazione terroristica come Hamas che non bisogna sovrapporre al popolo palestinese perché sono due cose diverse: un conto è l’organizzazione terroristica Hamas e un conto è il popolo palestinese. Bisogna distinguere le due cose.

Tajani: “Hamas è responsabile di tutto”

Dello stesso avviso è il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ai microfoni di Rai Radio 1 ha ribadito la vicinanza dell’esecutivo e di “tutto il popolo italiano” a Israele. Il vicepremier ha condannato ancora una volta la “mattanza di esseri umani indegna”, sottolineando che “profanare cadaveri è da vigliacchi, non da combattenti”.

Hamas è responsabile di tutto ciò che sta accadendo. È un’organizzazione terroristica. Ci auguriamo non trovi solidarietà da Hezbollah e che si eviti l’escalation.