Sembra proprio essere scoppiata una guerra tra esseri umani e orsi in Trentino. Il mistero sulla morte di 7 orsi in pochi mesi sta alimentando sospetti di dolo, anche dato il clima avvelenato che si respira tra boschi e valli nei confronti dei plantigradi dopo la disgraziata morte del runner Andrea Papi, aggredito a Caldes dall’orsa JJ4 ,poi abbattuto.
Tentino, morte 7 orsi in 6 mesi, ipotesi dolo
La tragica fine di Andrea Papi risale ad aprile 2023. Sono passati sei mesi e in questo breve lasso di tempo sono state ritrovate le carcasse di ben sette plantigradi, un cucciolo e sei esemplari adulti. E la morte di 7 orsi in sei mesi in Trentino, per molti, ma soprattutto per gli animalisti, rappresenta un mistero su cui sarebbe il caso di indagare più a fondo.
Il numero di animali morti, proprio a partire dal dramma di Caldes, che segna l’inizio di una tensione mai diminuita da quel momento tra i cittadini delle valli e i loro conterranei plantigradi, rappresenta un’anomalia statistica. E c’è chi non è disposto a credere alle coincidenze, soprattutto in un clima oggettivamente arroventato dalle polemiche.
Dei 7 orsi ritrovati morti nel territorio del Trentino, dallo scorso aprile ad oggi, l’unico per il quale è certamente ipotizzabile una morte “naturale” è M62, un esemplare conosciuto come problematico, con tutta probabilità aggredito da un pari specie. Sulla fine degli altri sei plantigradi, invece, il mistero rimane fitto.
Le ultime due carcasse sono state ritrovate nelle ultime ore in Val di Non, una a Bresimo e l’altra nel comune di Ronzone. Il primo resto è stato recuperato e inviato per esami all’istituto zooprofilattico delle Venezie, secondo quanto comunicato dalla Provincia. Sono queste solo le ultime due morti di plantigradi poco chiare, che chiudono una scia partita con il ritrovamento dei resti di un cucciolo, il 21 aprile in Val di Sole, pochi giorni prima del ritrovamento, a Molveno, di M62, l’unico dell’elenco che probabilmente è stato ucciso da un suo simile. A inizio giugno è stato ritrovato un orso morto sul Monte Peller e, qualche giorno dopo è stata la volta della carcassa di un giovane maschio, ritrovata in località Cavedago. E’ stata poi la volta, il 27 settembre, dell’orsa F36, ritrovata senza vita in Val Bondone, in località Sella Giudicarie.
F36 era un’orsa controllata. Le era stato messo un radiocollare dopo che si era avvicinata troppo a una coppia di escursionisti e su di lei pendeva un decreto di abbattimento, ma è morta prima. Solo che non è chiaro come. E’ stata proprio questa ultima inquietante morte, a scatenare l’ira furente degli animalisti.
Trentino, le denunce degli animalisti e la richiesta di fare luce sulle morti degli orsi
Dopo la morte di F36 l’Enpa, l’Ente Nazionale Protezione Animali ha depositato presso la Procura della Repubblica una denuncia in cui si ipotizzano i reati di uccisione di animali, uccisione di specie protetta e uccisione di orso. Non sono passate nemmeno 48 ore, e il ritrovamento delle due carcasse a Bresimo e a Ronzone ha spinto gli animalisti a sporgere altre due denunce querele, con lo stesso contenuto.
Le associazioni animaliste hanno chiesto di essere presenti all’autopsia di F36 e spiegano che le loro denunce hanno soprattutto lo scopo di stimolare l’indagine investigativa su queste morti che ritengono troppo numerose per non essere sospette. E’ l’ombra del bracconaggio che le associazioni vedono allungarsi sulla comunità degli orsi trentini e le accuse puntano dritte a un clima di tensione, che definiscono di ‘odio’, alimentato, secondo alcuni, a fini elettorali. Tra un po’ infatti si voterà per la nuova giunta provinciale, il fulcro del potere nel territorio della provincia autonoma del Trentino, e secondo una parte degli animalisti, gli orsi stanno pagando le strategie elettorali di chi alimenta il pregiudizio e la paura a fini propagandistici.
Quel che è certo è che il clima di tensione verso gli orsi, in questa valli, esiste, e dopo l’aggressione di Andrea Papi da parte di Jj4 diventato ancora più irrespirabile. Solo pochi giorni fa si è festeggiato la mancata impugnazione, da parte del governo, della legge provinciale dell’8 agosto scorso che prevede la possibilità di abbattere fino a otto esemplari d’orso all’anno. Un numero considerato minimo e non ancora sufficiente dai promotori dell’atto a iniziare dal Presidente della Provincia Fugatti. Una legge che, secondo gli animalisti, può far rischiare all’Italia una procedura d’infrazione perché va contro la Direttiva Habitat.