Il giornalista Mario Lavia scrive su Linkiesta che riceve “continuamente segnalazioni di cose orrende trasmesse dalla tv italiana nei talk show serali e purtroppo ogni tanto mi imbatto su Twitter nelle relative clip di questo o quel saltimbanco”.
Secondo Lavia “un parterre di figuranti trasformati in mangiatori di fuoco che da anni popola trasmissioni televisive che fin dal nome, appunto, incitano al taglio delle teste, alla depressione post atomica, al mettersi le mani a imbuto per vendere pesce al mercato rionale: con questo scenario, sinceramente, non è che ci potessimo aspettare altro che queste acque reflue scaricate sul discorso pubblico e ormai impossibili da depurare”.
Lavia invita a spegnere il televisore, a non guardare più le clip sui social, e “di comportarsi come se quel mondo malefico non esistesse”.
Il consiglio di Italo Calvino per non soffrire l’inferno dei viventi
E “alle persone serie invitate ogni tanto nei talk show per fare da foglia di fico necessaria a coprire le vergogne, il suggerimento è di rispondere cortesemente alle richieste di partecipazione ai talk show con la massima pronunciata alcuni anni fa da Giuliano Ferrara in diretta tv: «È l’ultima volta che metto piede in questo cesso di trasmissione»”. L’invito è drastico, ma per evitare di soffrire per quello che Italo Calvino chiamava “l’inferno dei viventi” occorre “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”. Così potremo guardare la tv.
Stefano Bisi