In rete, le affermazioni false sulla guerra tra Israele e Hamas sono al momento quindici. Quindici filoni attorno ai quali si articolano le varie fandonie che in questi giorni stanno esondando sui social, tanto da avere già raggiunto 22 milioni di visualizzazioni tra Instagram, X e TikTok. Lo dice il team internazionale di NewsGuard, che alla mezzanotte italiana ha lanciato ufficialmente il Centro di monitoraggio della “misinformation” sull’attuale situazione in Medio Oriente. Sotto la lente d’ingrandimento tutte le panzane e le relative informazioni che aiutano l’utente a riconoscerle, ma anche a risalire a quelle “fonti” errate di cui i social abbondano.
NewsGuard ha attivato il centro di monitoraggio della “misinformation” sulla guerra in Medio Oriente
Tutto parte dalla comunicazione. La misinformation si distingue dalla disinformazione e dalla “malinformazione” per il suo fine. Si verifica quando l’informazione falsa viene lanciata senza “cattive intenzioni” né puntando alla diffusione massima della “bufala” stessa, come invece accade per la disinformazione o per la “malinformazione”. In quest’ultimo caso, la menzogna nasce da fatti realmente accaduti per lo più per strumentalizzare quelle stesse vicende.
Steven Brill di NewsGuard informa:
Siamo rimasti sbalorditi dalla rapidità con cui la macchina della misinformation si è attivata in seguito agli attacchi di sabato, anche se probabilmente non avremmo dovuto esserlo dopo quello che abbiamo visto con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. E ora, con l’IA generativa che ha moltiplicato le forze dei “misinformator”, sembra chiaro che l’ecosistema dell’informazione sia destinato a peggiorare molto, molto più velocemente.
L’esperto: “Con l’IA generativa la situazione è anche peggiorata”
Immagini di altre guerre, sequenze catturate da scene di videogiochi,… Tutto fa brodo e via social viene dato in pasto all’utente, il più delle volte disattento. All’infuori del mondo social, e toccando il mondo della stampa, è dovere del giornalista riportare notizie dopo averle attentamente verificate. Stessa procedura non può essere attuata dagli utenti, molti dei quali “disinformatori”, “malinformatori” e “misinformatori” che sono poi gli stessi mettono per esempio in dubbio la credibilità dei mass media. Guarda un po’…