Dove si trova la Palestina? I recenti attacchi dei miliziani di Hamas a cui ha seguito la violenta risposta dell’esercito di Israele hanno portato gli occhi di tutto il mondo di nuovo sul conflitto del Vicino Oriente.
La Palestina è uno Stato non universalmente riconosciuto che rivendica la sovranità sui territori della Cisgiordania e della Striscia di Gaza.
Fa dunque geograficamente parte della regione del Vicino Oriente, vale a dire l’area delimitata dal Mar Mediterraneo, il fiume Giordano e il Mar Morto e che si estende fino al Mar Rosso e all’Egitto.
Dove si trova la Palestina: i confini attuali
Oggi la zona che la Palestina rivendica come propria è prevalentemente occupata militarmente da Israele e ciò accresce il conflitto che va avanti da oltre 50 anni.
La capitale designata è Gerusalemme Est ma il centro amministrativo è situato a Ramallah. A Febbraio del 2020 la Palestina contava su una popolazione che supera i 5 milioni di abitanti ed il territorio è principalmente caratterizzato da insediamenti umani di origine molto antica.
A causa della conformazione frastagliata dei territori, lo Stato di Palestina confina attualmente con la Giordania, con Israele e con l’Egitto.
I confini dello Stato sono cambiati numerose volte durante la storia del Paese.
L’evoluzione storica dei confini
Il termine Palestina deriva dall’epoca biblica. Con questo nome infatti si indicava la terra dei filistei, ovvero un antico popolo indoeuropeo che si era stanziato nella regione litorale di Canaan. Il vocabolo attuale invece venne trasformato dall’ebraico al greco e a poi alla forma attuale latina.
La regione è stata quindi sempre contesa. Già durante il dominio ottomano la zona fu suddivisa in diverse parti ma sotto il mandato britannico venne racchiusa in un’unica porzione ad ovest del fiume Giordano.
Nel 1947 l’ONU decise una nuova ripartizione dello Stato destinando una sua parte al futuro Stato di Israele. Una seconda porzione venne assegnata alla popolazione araba diventando di fatto lo Stato di Palestina. Gran parte dei territori palestinesi sono stati occupati militarmente. In particolare l’Egitto entrò a Gaza mentre la Transgiordania in Cisgiordania.
I popoli confinanti hanno perciò iniziato una lunga guerra per il dominio di quel territorio. Le Nazioni Unite cercarono di mediare la pace con diversi tentativi, tuttavia senza successo.
La situazione nel 1948
Si arriva perciò al Dicembre del 1948 quando le Nazioni Uniti approvano la risoluzione 194. Si tratta di un documento con l’obiettivo di garantire la pace nella regione e favorire il rientro alle proprie dimore dei profughi. Come conseguenza, si arriva alla firma di un armistizio con l’Egitto e pochi giorni dopo con Libano, Transgiordania e Siria.
L’armistizio provoca anche una nuova definizione dei confini. Israele assume il controllo del 78% della Palestina mandataria e di fatto aumenta il proprio territorio di oltre il 50% rispetto quanto deciso tempo prima dall’Onu. Molte famiglie arabe decisero di abbandonare il territorio e andare a vivere a distanza di sicurezza.
Il popolo arabo si sente abbandonato e privo di una forte leadership politica e militare. Aumentano i disservizi, come ospedali e istruzioni, e anche il commercio ha un netto calo.
I tanti profughi che cercano di abbandonare la zona sono aiutati dalla neonata United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near Est (Unrwa), un ente creato dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite per fornire soccorso e sostegno ad ogni livello sociale.
Il percorso per l’autonomia
Nel 1967 l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina proclamò l’indipendenza dello Stato entro i propri confini. Tuttavia tutti i confini esterni, in particolar modo quello tra Gaza e l’Egitto, rimangono militarmente controllati dall’esercito israeliano.
Poco dopo Israele attaccò nuovamente lo Stato di Palestina dando il via alla guerra dei sei giorni. Conquistò la Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, la striscia di Gaza, la penisola del Sinai e le alture del Golan. Con gli accordi di Camp David, siglati nel 1979, l’Egitto rinunciò ad ogni pretesa sulla Striscia di Gaza.
Si arriva poi al 1988. I Consiglio nazionale palestinese proclamò l’indipendenza dello Stato di Palestina, sebbene lo stato non venne ufficialmente riconosciuto a livello internazionale. La Giordania cedette alle rivendicazioni sulla Cisgiordania, fatta eccezione per il territorio del Monte del Tempio.
Gli accordi di Oslo, firmati nel 1993, hanno portato all’istituzione dell’Autorità Nazionale Palestinese e alla concessione di governare in modo però controllato, parte della Cisgiordania e la Striscia di Gaza. Gerusalemme Est rimane tuttavia esclusa dal processo di autonomia e quindi rimane sotto giurisdizione d’Israele. Dal 2005 Israele ha cessato ogni occupazione militare su suolo palestinese, pur controllando di fatto ogni suo confine.