Ci sono novità sulle indagini riguardanti l’omicidio di Francesco Pio Maimone, consumatosi davanti agli chalet di Mergellina, sul lungomare di Napoli, lo scorso 20 marzo: oggi la Polizia di Stato avrebbe tratto in arresto 7 presunti complici del 19enne che gli sparò. Si tratta di quattro ragazzi e tre ragazze, tra cui la sorella del killer. Sono accusati di aver aiutato Francesco Pio Valda a nascondersi e a far sparire l’arma del delitto, una pistola illegalmente detenuta dal giovane.

Arrestati i presunti complici del killer di Francesco Pio Maimone, ucciso a Mergellina

I quattro ragazzi coinvolti nel delitto sarebbero finiti in carcere; per le ragazze, invece, la Dda (Direzione distrettuale antimafia) avrebbe disposto gli arresti domiciliari. Tra i loro nomi comparirebbe anche quello della sorella di Francesco Pio Valda, il 19enne accusato di aver ucciso Francesco Pio Maimone, 18 anni, a Mergellina. Insieme agli altri è sospettata di aver aiutato il killer del 18enne a nascondere l’arma usata per sparargli, mai ritrovata dagli inquirenti.

I fatti risalgono allo scorso 20 marzo. Maimone era morto dopo essere stato raggiunto da un proiettile sparato da Valda sul lungomare di Napoli. Era in compagnia di alcuni suoi amici e, stando a quanto ricostruito in seguito, sarebbe stato colpito per sbaglio. Il colpo era infatti rivolto a un altro gruppo, con cui quello di Valda aveva avuto una discussione per futili motivi, una scarpa sporcata per sbaglio.

Dopo il delitto il 19enne si era dato alla fuga, lasciando il giovane a terra. Il giorno successivo, dopo essere stato individuato grazie all’analisi dei filmati delle videocamere di sorveglianza dell’area, era stato rintracciato e arrestato. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia si era dichiarato estraneo ai fatti. E la sorella Giusy, ora finita nei guai, aveva detto di credergli, sostenendo che fosse “innocente”. Entrambi sarebbero figli di Ciro Valda, il camorrista ucciso nel 2013 in un agguato di mafia.

La storia di Francesco Pio Maimone ricorda quella di Giovanbattista Cutolo

L’omicidio di Francesco Pio Maimone era tornato alla mente di molti dopo quello di Giovanbattista Cutolo, consumatosi sempre a Napoli la scorsa estate. Originario di Mugnano, un’area a nord della città, Cutolo aveva 24 anni ed era un musicista. A fine agosto era stato freddato a colpi di pistola fuori da un locale in piazza del Plebiscito al culmine di una lite.

Tutto era iniziato quando, arrivando, un 16enne aveva urtato per sbaglio il motorino di un’amica del 24enne, che l’aveva rimproverato. Ne era nata una discussione, che aveva portato uno degli amici del 16enne a prendersela con uno degli amici del 24enne, rovesciandogli una bustina di maionese in testa. Cutolo a quel punto si sarebbe alzato per chiedere loro di lasciarli in pace.

Ma, una volta arrivato a qualche metro di distanza dal 16enne, era stato colpito da un proiettile, accasciandosi a terra davanti agli occhi degli amici. Sarebbe stato il 16enne a sparare. Arrestato e interrogato, il giovane ha riferito agli inquirenti di aver tirato fuori la pistola “per paura”, perché era convinto che la vittima, avvicinandosi, l’avrebbe menato.

Non era sua intenzione – ha ribadito – uccidere. Alle spalle avrebbe diversi precedenti, di cui uno per tentato omicidio: all’età di 13 anni avrebbe ferito con un coltello un “avversario”, restando impunito per via della minore età. Ai Quartieri Spagnoli lo conoscevano quasi tutti: proprio le testimonianze di coloro che erano presenti al momento dei fatti avevano permesso di rintracciarlo.

In questo articolo ripercorrevamo nel dettaglio la vicenda: Giovanbattista Cutolo: chi era, chi l’ha ucciso e perché? Ecco cos’è successo al giovane musicista.