Asteroide Bennu, la Nasa annuncia una clamorosa scoperta dopo l’analisi delle particelle prelevate dalla superficie del corpo celeste e portate sulla terra in seguito alla missione Osiris Rex. Trovate le tracce di elementi chimici fondamentali per l’origine della vita. Ecco quali sono state le dichiarazioni degli scienziati e perchè questo ritrovamento è importante per le ricerche future sulla nascita e sull‘evoluzione umana nel nostro pianeta.
Asteroide Bennu, cosa ha scoperto la Nasa?
La Nasa ha appena annunciato di aver fatto una grande scoperta in seguito all’analisi dei campioni di particelle provenienti dalla superficie dell’Asteroide Bennu, portati sulla Terra dalla missione spaziale Osiris Rex. La rivelazione più importante è che nel materiale prelevato ci sono particelle di acqua. Un elemento che è alla base della vita e dell’evoluzione dell’umanità sul nostro pianeta.
Oltre ad essere l’elemento chimico più ricercato dalle missioni nell’universo e dalle analisi dei corpi celesti come comete, asteroidi, satelliti e pianeti. Si stima che la composizione dell’Asteroide Bennu risalga a più di 10 milioni di anni fa. E cioè dopo la formazione del sistema solare. La ricerca ancora si trova nella fase preliminare, ma il ritrovamento di questi elementi a base di carbonio è un importantissimo punto di partenza per prossimi studi che sono attesi a livello internazionale e anche negli istituti di astrofisica nazionali italiani INAF, a Padova, Roma ed Arcetri.
La storia dell’asteroide Bennu
Lo studio dell’asteroide Bennu da parte della Nasa ha inizio a partire dalla sua scoperta, nel 1999, anno in cui gli era stata data una definizione provvisoria con il nome di “1999 RQ36”. Successivamente si è riacceso l’interesse per questo corpo celeste, dal diametro di circa 500 metri, perchè nel 2009, alcuni studi astronomici lo avevano inserito nell’elenco degli asteroidi ad elevato rischio di impatto con la Terra.
In particolare era stato lo scienziato italiano Andrea Milani a dare per primo l’allarme in merito all’orbita che necessitava di ulteriori calcoli più approfonditi per stabilire con esattezza le probabilità di una collisione. In base agli ultimi dati pubblicati dagli astrofisici, Bennu è stato inserito al primo posto nella tabella di rischio di impatto con il nostro pianeta. Tuttavia non costituisce un pericolo, nella scala dei pericoli infatti il valore è stato stabilito a zero.
Le rivelazioni degli scienziati Nasa sull’analisi dei frammenti dell’asteroide Bennu
In occasione dei risultati delle analisi sui campioni di frammenti portati a terra dalla missione spaziale Osiris Rex, che aveva come obiettivo lo studio della superficie e della composizione dell’asteroide Bennu, la Nasa ha tenuto una conferenza stampa. La dichiarazione più importante è stata fatta dall’amministratore Nasa Bill Nelson che ha sottolineato che “Il campione proveniente da Bennu è quello più ricco di composti carbonio mai studiato sulla terra”.
Aggiungendo che: “Probabilmente questo spiegherà non solo il perchè l’acqua sia stata incorporata in questo materiale, ma anche come funzioni la sua presenza all’interno dei pianeti“. Nei prossimi mesi verranno catalogate attentamente tutte le molecole. I campioni saranno spediti in centri di astrofisica di tutto il mondo per fare uteriori ricerche più approfondite. Al momento è stata accertata la presenza di molecole organiche e minerali a base carbonio, gli stessi che compongono le basi biologiche della vita sulla Terra.
Le ricerche future della Nasa sugli asteroidi
Le ricerche spaziali delle missioni Nasa per quanto riguarda gli asteroidi, non sono soltanto concentrate nello studio degli ementi che li compongono per portare avanti la ricerca sulle basi della vita nell’universo e sulla Terra. Questi corpi celesti sono molto presenti nel sistema solare e le loro dimensioni variano da qualche centinaio di metri di diametro, come Bennu, fino ad arrivare anche a 900 chilometri.
Quindi è evidente che gli studi, da sempre sono indirizzati anche nella scoperta delle loro orbite future, per stabilire o escludere un eventuale impatto con la terra che potrebbe essere distruttivo come quello che fece estinguere i dinosauri, come ipotizzato dagli scienziati. Dall’ultimo studio della Nasa pubblicato a marzo 2023 ma ancora in corso, è emerso infatti che le probabilità di una collisione futura è un rischio più elevato di quanto inizialmente fosse stato previsto.