C’è anche Nir Forti tra gli italiani dispersi in Israele dopo l’attacco di Hamas: il 30enne, che da anni vive a Tel Aviv, si trovava al rave party del massacro insieme alla fidanzata, quando è scomparso nel nulla: ecco chi è e le parole della mamma, che da giorni cerca di mettersi in contatto con lui. Presto, dice la donna, avrebbe dovuto sposarsi.
Chi è Nirt Forti, l’italiano disperso in Israele: era al rave party del massacro insieme alla fidanzata
Dopo aver girato per tre anni l’Europa, specializzandosi nel suo settore, Nir Forti aveva deciso di stabilirsi a Tel Aviv, in Israele, trovando lavoro come responsabile vendite per una ditta di presidi ospedalieri. Aveva 30 anni e una ragazza, di origine israeliana: presto avrebbe dovuto sposarla. Il suo nome figura tra quelli degli italiani dispersi dopo l’attacco di Hamas.
A riferirlo è stato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che negli scorsi giorni aveva già reso nota la scomparsa dei due coniugi italo-israeliani Eviatar Moshe Kipnis e Liliach Lea Havron, forse presi in ostaggio. Si trovavano nel kibbutz di Be’eri, vicino al confine orientale con la Striscia di Gaza, dove, nel corso dei primi giorni di ricerche, erano stati trovati 108 corpi.
Forti invece era al rave party organizzato nel deserto per festeggiare il Sukkot e, durante l’attacco dei miliziani di Hamas, sarebbe rimasto ferito al torace, sparendo nel nulla. Per il momento non si esclude nessuna pista, neanche che possa essere finito nelle mani dei guerriglieri.
La testimonianza della mamma di Nir Forti
Quando i proiettili hanno iniziato a colpire il pubblico, provocando un fuggi fuggi generale, Forti aveva deciso di chiamare la madre.
Mi ha detto che stava cercando di scappare in auto per raggiungere il vicino kibbutz di Gal On, dove abita un suo amico,
ha raccontato la donna a La Repubblica, spiegando che il figlio l’avrebbe poi chiamata una seconda volta, dicendole che l’auto a bordo della quale viaggiava era stata fermata dai terroristi. Poi ancora spari, urla, ferite. E da lì il silenzio. La speranza della sua famiglia – che per giorni ha provato a mettersi in contatto con lui, prima di rivolgersi alla Farnesina – è che sia riuscito a mettersi in salvo, raggiungendo un posto sicuro.
Aspettiamo che il telefono squilli, possiamo solo sperare,
conclude la donna, riassumendo in poche parole la terribile sensazione vissuta in questi giorni da centinaia di persone. Tajani ha fatto sapere loro che farà tutto il possibile per riportare i loro cari a casa. Il numero dei morti è salito, intanto, a più di mille: solo nella notte sono state mietute altre 50 vittime. E la guerra si preannuncia più lunga e difficile del previsto.
La priorità, per il momento, sembrerebbe essere il rilascio degli ostaggi, catturati da Hamas per usarli come merce di scambio. Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, si sarebbe già messo in contatto con le famiglie di 97 persone imprigionate nella Striscia di Gaza. E avrebbe anche deciso di interrompere le forniture di acqua, benzina ed elettricità, “finché i rapiti israeliani non saranno tornati a casa”.
Chi sono gli ostaggi
Tra loro ci sarebbe anche la 22enne Shani Louk, sopravvissuta al rave del massacro, costato la vita a 260 persone. La madre aveva raccontato di aver saputo da un suo conoscente che, dopo essere rimasta ferita, era stata ricoverata a Gaza. Originaria di Ratisbona, in Baviera, la ragazza si trovava alla festa in compagnia di alcuni amici, quando sarebbe stata colpita da un proiettile.
Un video diventato virale sul web la ritraeva sdraiata su un furgone dei miliziani, apparentemente morta. Alla fine ce l’avrebbe fatta, ma il rischio che possa morire mentre è in ostaggio esiste ancora. La sua famiglia ha lanciato un appello al governo tedesco, sperando che possa salvarla.