Continua ad aumentare il numero di vittime nel conflitto fra Palestina ed Israele, da un lato e dall’altro. A fine giornata si contano 189 soldati israeliani morti ed un totale di 1.127 persone uccise a Gaza. Aumentano anche le vittime statunitensi, con il totale che è arrivato a 24. Il portavoce del consiglio alla sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, afferma che gli USA lavorano per un corridoio umanitario e per inviare in loco una seconda portaerei, ma in quest’ultimo caso solo se necessario.

Guerra Israele-Palestina, gli USA: “Impegnati per aprire un corridoio umanitario, seconda portaerei solo se serve”

Gli alleati occidentali di Israele, USA in testa, continuano ad interrogarsi sugli sviluppi del conflitto fra Israele e Palestina. I timori maggiori sono su un’escalation e su un ampliamento del conflitto, con le truppe di Hezbollah che sarebbero pronte a colpire Israele dal confine con il Libano. Per affrontare, appunto, questo scenario gli USA sarebbero pronti ad inviare una seconda portaerei nelle acque israeliane.

John Kirby, portavoce alla sicurezza nazionale della Casa Bianca, ha quindi affermato:

Gli Stati Uniti sono pronti a inviare una seconda portaerei più vicino a Israele se sarà necessario.

Sul tavolo del presidente Biden ci sono anche altri problemi, come gli ostaggi ed un eventuale corridoio umanitario. Con 1.127 persone morte a Gaza e con molte altre prese in ostaggio da Hamas, gli USA cercano di capire come far uscire da quel teatro di guerra i propri cittadini. Sempre Kirby ha detto ai giornalisti:

In questo momento pensiamo che il numero di coloro che sappiamo o crediamo siano tenuti in ostaggio sia molto piccolo, meno di una manciata. Ma questo potrebbe cambiare nel tempo.

Il presidente Biden ha deciso di inviare il suo portavoce alla sicurezza nazionale ed il segretario di stato Antony Blinken in Israele per cercare di far capire a Benjamin Netanyahu, primo ministro israeliano, che è necessario collaborare con l’Egitto per aprire un corridoio umanitario. In questo modo i cittadini stranieri potrebbero arrivare nello stato egiziano e fuggire dalla guerra, compresi magari quei cittadini palestinesi che vogliono fuggire dai bombardamenti israeliani.

La Turchia contatta Hamas per far liberare gli ostaggi

L’emittente turca Haberturk ha pubblicato un importante aggiornamento diplomatico: il presidente turco Erdogan avrebbe contattato Hamas e avviato dei negoziati per il rilascio degli ostaggi catturati nel corso dell’operazione lanciata sabato scorso contro Israele. Il gruppo palestinese non si sa ancora come abbia accolto l’eventuale offerta, ma al momento sembra più concentrato ad evitare la prossima controffensiva di terra isrealiana.

Un portavoce militare, Peter Lerner, ha detto ai media israeliani:

Ci prepariamo a questa eventualità, dobbiamo essere preparati e c’è stata una chiamata specifica di riservisti per questo. Quello che ci dobbiamo assicurare è che Hamas non minacci mai più Israele nel modo in cui ha fatto sabato.

In Gran Bretagna, la ministra per gli Interni Suella Braverman ha sconsigliato le persone di intonare cori a favore dei palestinesi e di sventolare la bandiera della Palestina, gesti considerabili come violazioni dell’ordine pubblico.