Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace, è stato assolto nella sentenza d’appello del processo che lo vedeva indagato per il cosiddetto ‘modello Riace’, riguardante la gestione dei migranti.
Mimmo Lucano assolto dalla Corte di appello di Reggio Calabria, caduti tutti i capi d’accusa più gravi
Alla fine, è arrivata l’assoluzione per l’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano.
La Corte di Appello di Reggio Calabria, nella sentenza che era attesa per oggi, 11 ottobre 2023, ha ribaltato la sentenza di primo grado, che si era conclusa con una condanna, da molti giudicata sproporzionata, a 13 anni e 2 mesi di carcere, dovuta ad accuse pesantissime di associazione per delinquere, truffa, peculato, falso in atto pubblico e abuso d’ufficio.
La sentenza di appello ha condannato Lucano a 1 anno e 6 mesi di reclusione, ma con pena sospesa, rigettando la richiesta dell’accusa di 10 anni e 5 mesi. Delle accuse, l’unica rimasta in piedi è quella riferita al falso in atto pubblico.
Sindaco di Riace assolto, di cosa era accusato?
Il processo a Domenico Lucano, denominato ‘Xenia’, nasce da un’inchiesta della Guardia di Finanza riguardante il cosiddetto ‘modello Riace’. Lucano, nei suo mandati da sindaco, aveva, infatti, introdotto un sistema di accoglienza con il quale realizzava quell’ideale di integrazione dei migranti di cui tanto si parla nel dibattito politico.
Tale modello prevedeva l’assegnazione ai migranti delle abitazioni abbandonate del piccolo comune semi-disabitato. Questi, attraverso i fondi governativi per i progetti di accoglienza, iniziavano a lavorare gestendo con i residenti attività commerciali.
Nel 2017, la Procura di Locri iscrisse Lucano nel registro degli indagati con le accuse di abuso d’ufficio, concussione e truffa aggravata, a seguito di un’indagine che contestava l’organizzazione e la gestione del sistema da parte dell’ex sindaco, che venne poi arrestato l’anno successivo.
Da qui si arriva al rinvio a giudizio e alla sentenza di primo grado, che vede Lucano e il ‘modello Riace’ finire nella bufera – anche politica – sotto il peso della condanna a oltre 13 anni di carcere. Una condanna ora praticamente cancellata dal giudizio di appello.