C’è stato modo di parlare anche del processo Regeni nel colloquio tra Antonio Tajani e il suo omologo, il ministro degli Esteri d’Egitto Sameh Shoukry. Durante l’incontro al Cairo, il titolare della Farnesina ha avuto l’opportunità di informare le autorità egiziane in merito agli ultimi sviluppi del caso.

Shoukry è stato messo al corrente della deliberazione della Consulta italiana di riaprire il processo anche in assenza dei quattro imputati. Si tratta, nel dettaglio, dei quattro agenti dei servizi egiziani accusati del sequestro, delle torture e dell’uccisione del ricercatore italiano.

La pronuncia della Corte costituzionale ha in un certo senso rappresentato un punto di svolta nell’indagine, ormai ferma da due anni. Nel punto stampa a seguito del vertice con Shoukry, Tajani ha sottolineato che il processo penale “proseguirà per la ricerca della verità e della giustizia”.

Tajani “riapre” il processo Regeni dall’Egitto. Il ministro: “Orecchie attente sul terrorismo di Hamas”

Durante la conferenza stampa con il collega egiziano, il titolare della Farnesina ha trattato anche altri punti. Tajani ha “ribadito la durissima condanna del governo italiano” per gli attacchi di Hamas, svelando di aver trovato “orecchie attente contro il terrorismo anche da parte dei vertici egiziani”.

L’Egitto ha un ruolo importante per la de-escalation e sosterremo tutte le iniziative che potrà svolgere per una soluzione positiva degli ostaggi.

Il riferimento del vicepremier è principalmente ai due cittadini italo-israeliani tenuti in ostaggio, che il governo di Roma considera “una priorità”.

“Volontà comune di combattere i trafficanti di esseri umani”

Una chiosa anche sul dossier migranti, con i due Paesi che si impegnano a “rafforzare ulteriormente il dialogo e la cooperazione sulle questioni migratorie”. Tajani ha svelato la “volontà comune” di Italia e Egitto nel “combattere i trafficanti di esseri umani“.

I due Paesi, in una dichiarazione congiunta, annunciano il loro impegno, “anche promuovendo percorsi legali”, nel combattere la migrazione irregolare. “Preoccupazione” viene espressa per la “crescente pressione della migrazione irregolare attraverso il Mediterraneo, e il prezzo inaccettabile in termini di vite umane”.