Cos’è il valico di Rafah? A causa del conflitto in corso tra Israele e Palestina il valico egiziano al confine con Gaza è stato chiuso. La decisione segue la notizia, riportata dai media internazionali, del raid israeliano di oggi che ha appunto colpito questa via di fuga. Cerchiamo allora di capire più nel dettaglio dove si trovi questo valico e quale possa essere l’importanza della sua chiusura.
Cos’è il valico di Rafah: dove si trova
Il valico di Rafah è un punto di passaggio tra l’Egitto e la Striscia di Gaza. È situato infatti al confine di frontiera tra queste due zone e il suo transito è regolamentato dal trattato di pace tra Egitto e Israele siglato nel 1979.
È però consentito attraversarlo solo a persone: qualsiasi prodotto o merce destinato a Gaza deve essere controllato da Israele.
Rafah è diventato il principale passaggio di frontiera tra Gaza e l’Egitto fin dal completo smantellamento degli insediamenti israeliani nella zona.
Oggi questo valico è forse l’unica ancora di salvezza per la popolazione palestinese in fuga dai bombardamenti. La frontiera avrebbe dovuto riaprire nella giornata di domani consentendo il passaggio a tutti i coloro che avessero il permesso di oltrepassarlo.
L’Egitto annuncia la chiusura a tempo indeterminato
Nelle scorse ore il valico di Rafah è stato però nuovamente preso di mira da un raid aereo israeliano. L’attacco ha distrutto una porzione di tratto di strada tra Egitto e Gaza, impedendo materialmente il transito verso la parte egiziana che avrebbe permesso l’esodo di molti palestinesi. Si stima che sarebbero almeno 2 milioni le persone in cerca di fuga dalla guerra con Israele.
L’Egitto ha così deciso di bloccare completamente l’accesso al valico e non è per ora prevista una data per la riapertura. Non è la prima volta che la frontiera di Rafah viene chiusa e riaperta.
Come già anticipato, l’anno spartiacque per la gestione della frontiera è stato il 1979. All’epoca l’Egitto firmò il trattato di pace e fu il primo stato africano a riconoscere ufficialmente lo Stato di Israele. Attraverso questo documento, il Sinai tornò sotto egemonia egiziana.
Venne poi creata una zona cuscinetto nota come Via di Filadelfia e venne ridisegnato il confine tra le due nazioni, proprio attraversando la città di Rafah, che oggi è popolata da più di 150mila abitanti.
Quando nel 1982 Israele si ritirò completamente dalla zona del Sinai, la città di Rafah venne divisa a metà tra il lato egiziano e la parte palestinese. Moltissime famiglie vennero quindi divise da una barriera di filo spinato.
Ripetute chiusure e riaperture
Si arriva poi al 2005: il 25 Novembre di quell’anno la frontiera venne riaperta sotto la supervisione della missione dell’Unione europea di assistenza alle frontiere. Il valico rimase operativo sino al Giugno dell’anno seguente. In quel lasso di tempo i miliziani di Hamas catturano il soldato israeliano Gilat Shalit. Da quel momento in poi il valico venne ripetutamente aperto e richiuso anche per svariati giorni.
Nel Giugno del 2007, a seguito dell’instaurazione da parte di Hamas lungo la Striscia di Gaza, l’Egitto decise di chiudere completamente il transito della frontiera. Pochi mesi dopo, il Movimento di resistenza islamico forzo la chiusura del valico facendo esplodere 200 metri di muro di confine.
Ciò permise l’ingresso in Egitto a centinaia di palestinesi in cerca di beni, cibo e benzina. Una situazione che durò comunque pochi giorni, in quanto le autorità egiziane riuscirono a ripristinare la continuità del valico e rigettare i palestinesi clandestini.
Solo nel 2011, grazie agli accordi del Cairo il passaggio venne nuovamente consentito seppur con molte restrizioni. La situazione è comunque rimasta instabile anche a causa del colpo di stato egiziano contro Mohamed Morsi nel Luglio 2013 o i conflitti avvenuti a Gaza nel 2014.