Il Governo è pronto ad introdurre quello che viene soprannominato “reato di stesa” nel Dl Caivano. La sua introduzione è una modifica ad hoc studiata e messa a punto dagli esperti per il fenomeno tipico della camorra napoletana di cui ultimamente sentiamo parlare purtroppo sempre più spesso. Un particolare appello era arrivato, nei giorni scorsi, dal parroco di Caivano don Maurizio Patriciello.

Reato di stesa nel Dl Caivano: la proposta del Governo

Lo scorso 11 settembre, don Maurizio su Facebook ha raccontato che nei pressi della sua chiesa di Caivano, località alle porte di Napoli, erano stati esplosi diversi colpi di pistola. La cittadina partenopea, ormai da qualche mese, è al centro della cronaca nazionale.

E questo non solo per il terribile stupro che ha visto come vittime due giovanissime cuginette minorenni, ma anche per le violenze, i casi di spaccio di droga e, più in generale, per la diffusa situazione di disagio economico e sociale che caratterizza la zona del Parco Verde.

Caivano, soprattutto a seguito della notizia dello stupro alle bambine di 10 e 12 anni, è sotto la lente di ingrandimento non Governo stesso. La premier i leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni ha sempre dimostrato di voler tenere una linea molto dura per quanto riguarda i numerosi alti leciti che vengono compiuti in determinate zone di questa cittadina in provincia di Napoli.

Negli ultimi tempi, ad esempio, abbiamo visto che sono aumentati i controlli da parte degli agenti e i blitz dei carabinieri. Controlli e blitz che hanno aiutato a fermare – sebbene solo in parte – le numerose attività illecite che si svolgono in questa area.

L’esecutivo guidato dalla presidente del consiglio Giorgia Meloni comunque ha agito e sta agendo su più fronti. Nelle scorse settimane infatti ha approvato il Dl Caivano, contenente una serie di misure per combattere la criminalità che a volte vede coinvolti anche dei giovani ragazzi minorenni.

Che cos’è il reato distesa?

Oggi, mercoledì 11 ottobre 2023, i politici sono tornati a parlare di questo decreto. Sembra che il Governo voglia aggiungere all’interno di esso quello che ora viene chiamato comunemente reato di stesa. Ma di cosa si tratta esattamente?

Il Governo parla, per la precisione, di “pubblica intimidazione con l’uso di armi”. Con questa espressione indica le “stese”, ovvero le operazioni che vengono compiute dai soggetti criminali con lo scopo di intimidire o spaventare qualcuno. Spesso e volentieri lo fanno attraverso l’uso improprio ed illecito di armi da fuoco (e non solo).

L’emendamento che si vuole introdurre stabilisce che chiunque faccia uso di armi, faccia scoppiare bombe, altri ordigni o materiali esplodenti per suscitare timore, disordine o tumulto pubblico, venga punito con la reclusione da 2 a 8 anni. E non finisce qui.

Il governo vorrebbe rivedere anche l’articolo 6 del Dl Caivano. La proposta, in questo caso, è di eliminare la messa alla prova per tutti i minorenni e le minorenni che si sono macchiati di delitti specifici di particolare gravità. Ad esempio omicidio, stupro o rapina aggravata.

Le dichiarazioni di Ostellari

A spiegarlo oggi è stato Andrea Ostellari, sottosegretario di Stato con delega alla Giustizia minorile. Nella relazione in cui è stata illustrata la proposta si chiede

l’esclusione dal campo di applicazione della messa alla prova una serie di fattispecie delittuose di particolare gravità, individuando, ex lege, un profilo sinora comunque tenuto presente dalla giurisprudenza nel valutare la praticabilità e la meritevolezza dell’istituto minorile.

Ostellari infine ha spiegato che i due emendamenti che si vogliono introdurre nel decreto sono dedicati alla memoria di Giovanbattista Cutolo. Egli è il giovane musicista ucciso da un 17enne a Napoli, in piazza Municipio.

Secondo il politico allora, chiunque si macchi dei reati di stupro, omicidio o rapina aggravata deve scontare la pena fino in fondo. Anche se si tratta di un minore di 18 anni.

Reato di stesa Dl Caivano: pena

Nel caso del reato di stesa, il quale verrebbe inserito con un emendamento all’articolo 4 del Decreto Caivano, la pena prevista è la reclusione. Questa potrebbe andare dai 2 fino agli 8 anni. La proposta recita così:

chiunque, al fine di incutere pubblico timore o di suscitare tumulto o pubblico disordine o di attentare alla sicurezza pubblica, fa esplodere colpi di arma da fuoco o fa scoppiare bombe o altri ordigni o materie esplodenti, è punito, se il fatto non costituisce più grave reato, con la reclusione da due a otto anni.