Il dramma della guerra fra Israele e Palestina colpisce anche chi, suo malgrado, è rimasto bloccato all’estero. La puntata di oggi 11 ottobre di “AAA – Stabilità Cercasi“, in onda su Radio Cusano Campus e condotta da Livia Ventimiglia e Simone Lijoi, ha raccontato la testimonianza di una cittadina italp-israeliana bloccata a Tel Aviv, Moran. La ragazza racconta la propria esperienza durante la guerra fra Israele e Palestina e qual è l’atmosfera delle persone in una delle città più importanti di Israele.
Moran, cittadina italo-israeliana bloccata ad Israele: “Increduli di fronte a quest’atrocità, ma Israele è circondata da nemici”
Livia Ventimiglia e Simone Lijoi iniziano la loro intervista a Moran, una donna italo-israeliana che si è trasferita a Tel Aviv qualche anno fa, domandandole quale sia stata la prima reazione dei cittadini israeliani quando è arrivata la notizia dell’attacco di Hamas:
“Siamo tutti profondamente disgustati dalla situazione qui in Israele, siamo tutti stati colti di sorpresa: non avrei mai immaginato che l’umanità dopo l’Olocausto possa di nuovo arrivare ad una cosa del genere, un’atrocità del genere. Siamo tutti increduli di fronte ai telegiornali, non abbiamo parole”.
Un dubbio che i presentatori del programma hanno espresso riguarda la sicurezza delle persone in Israele. Da diversi kibbutz o colonie arrivano resoconti di persone o bambini che sono stati rapiti, uccisi o feriti gravemente. Le notizie sono però ancora frammentarie, ma Moran si concentra più sulla sensazione dello stato di Israele come “fortezza assediata” da diversi stati ostili ai confini:
“No, assolutamente, mai, mi sono sentita sempre in un paese sicuro, nonostante siamo contornati da nemici perché da nord a sud siamo contornati da paesi che vogliono solo annientare Israele, però ho sempre creduto nel mio stato, nella fortezza del mio stato, mi sono sempre sentita il più sicuro possibile qui. E invece, alle sei e mezzo di sabato mattina, ho sentito un grande boom: era un missile che è esploso a 10 km da casa mia ed è suonata la prima sirena, poi ne è suonata un’altra, poi ne è suonata un’altra… Comunque tutti noi in Israele abbiamo una camera di sicurezza fatte tutte di cemento armato, quindi siamo andati lì ma abbiamo pensato che fosse un errore: pensavamo fosse un falso allarme, un esercizio militare e poi accendendo il telegiornale abbiamo invece anche visto che si sono infiltrati centinaia di terroristi e hanno iniziato come i nazisti, anzi peggio, ad andare casa per casa con i trapani ad aprire le serrature ed uccidere bambini, donne, famiglie intere, ci sono delle storie raccapriccianti, ancora adesso stanno contando le vittime“.
“Perché l’ONU non fa nulla? Per noi è stato un secondo Olocausto!”
Le maggiori critiche che Moran esprime nel suo intervento ad “AAA – Stabilità cercasi” riguardano l’ONU e la sua inazione. La donna vorrebbe che l’organizzazione si esprimesse pubblicamente contro la Palestina e contro Hamas, colpevoli secondo lei di gravi crimini e di uccisioni contro persone inermi:
“Tel Aviv è una città sicura, ma quando i giovani sono seduti in un pub o in un caffè con un amico e arriva qualcuno, tira fuori un’arma e inizia a sparare sappiamo bene cosa fare, per carità, purtroppo ci sono state delle vittime, ma quello che è successo sabato è stato di una brutalità e di una cattiveria che è stato per noi un secondo Olocausto! Loro sono venuti a bussare alle nostre porte perché siamo ebrei! Questa è la gravità della situazione: hanno rapito anche 10 italiani, hanno rapito persone di tutto il mondo, dalla Thailandia, sono nelle mani di terroristi a Gaza senza che nessuno sa niente! Donne di 90 anni senza medicine, hanno preso bambini! Purtroppo siamo tutti increduli a tutto quello che sta succedendo e, per carità, l’Italia è sempre disponibile e abbiamo ricevuto noi italiani un grandissimo aiuto sia psicologico che un aiuto da parte di tutti i nostri amici, dai nostri cari in Italia ad invitarci nelle loro case, a venire in Italia e vi ringrazio davvero di questo, però c’è bisogno di un intervento umanitario molto più serio. C’è l’ONU dietro a tutto questo mondo, dov’è l’ONU quando succedono queste cose? Perché non condannano Hamas, perché non fanno nulla? Dov’è Amnesty International, dov’è la Croce Rossa Internazionale? E’ successa una tragedia umanitaria a prescindere dalla parte politica: il conflitto mediorientale è complicato, non ne andiamo a parlare adesso, però una roba del genere deve essere assolutamente condannata, perché dopo l’Olocausto e le atrocità che gli ebrei hanno vissuto non si deve arrivare ad una situazione in cui bruciano corpi di neonati!”.
I due conduttori hanno poi chiesto a Moran quale fosse la sua situazione personale e come la sua famiglia stia vivendo questi tempi difficili lì in Israele:
“Io sono chiusa in casa, ho due bambini, di 4 e 2 anni. A mia figlia che mi dice: “Mamma, che cos’è questo boom, perché dobbiamo andare nella stanza, perché c’è di nuovo un allarme, perché non vado all’asilo, perché siamo chiusi in casa?”, sono delle domande che come mamma non so come rispondere… Cioè, alle volte rimango stupefatta del perché, non ho le risposte perché Israele è un paese democratico e vi invito tutti a venire qui: io lavoro anche nel settore del turismo che purtroppo è il primo settore che si colpisce quando succedono queste cose, ma appunto una roba del genere non è mai avvenuta, mai, mai, mai”.
“I nostri piloti erano in mutande quando i palestinesi hanno attaccato, loro sono peggio dell’ISIS”
I vari governi europei e mondiali in queste ore si trovano nella delicata situazione di prestare aiuto ed assistenza ai cittadini che sono rimasti bloccati in Israele o in Palestina, per non parlare delle persone purtroppo rapite da Hamas. Per chi ha la doppia cittadinanza, come Moran, a complicazione si aggiunge complicazione e lei è costretta ad attendere lo sviluppo degli eventi:
“Ora stanno rimpatriando, gli aerei a Pratica di Mare hanno rimpatriato 200 italiani, tutti turisti. Siamo iscritti all’AIRE, ma comunque fanno rientrare prima i turisti, noi vedremo com’è la situazione, prenderemo anche noi una decisione forse temporaneamente di venire un po’ in Italia e un po’ cambiare aria diciamo. Mio marito non è italiano, quindi come dicevate voi prima ci sono delle situazioni, come la mia, più complicate: in Italia dovrei venire da sola, mio marito deve rimanere qui per lavoro e quindi è tutto complicato”
Moran infine si sofferma sulla risposta militare israeliana, che in queste ore si è sviluppata in un blocco di cibo, acqua ed elettricità alla striscia di Gaza, in spregio ad ogni norma del diritto internazionale. La donna, comunque, non critica le politiche del premier Netanyahu che ha spinto gli insediamenti illegali per compiacere le forze ultrareligiose nel suo governo, ma l’impreparazione dell’esercito contro uno shock che non sarà dimenticato a breve:
“Invece no: hanno fatto vedere anche le foto dei piloti che sono rimasti in mutande e canottiera e sono saliti sugli aerei da guerra: nessuno se lo aspettava, siamo messi peggio della guerra del Kippur, purtroppo non è una guerra fra due paesi: è un paese ed un’organizzazione peggio dell’ISIS, che viene e che vuole ammazzare e hanno semplicemente aperto il confine e ci sono dei termini di sicurezza allucinanti. Loro hanno bombardato tutte le telecamere che erano sul fronte e sono entrati! Sono entrati! Incredibile!”.