Il 7 ottobre 2020 è stata l’ultima apparizione di Giacomo Bonaventura con l’Italia, in panchina ci stava Roberto Mancini che non ha mai puntato sul centrocampista della Fiorentina. L’arrivo di Luciano Spalletti come Commissario Tecnico ha stravolto le gerarchie in azzurro con diverse convocazioni a sorpresa. Fra queste ci sta anche Bonaventura che è fra i trascinatori della squadra di Vincenzo Italiano in questo inizio di campionato. Giocatore duttile che nella sua carriera ha ottenuto sempre ottimi rendimenti partendo da esterno di centrocampo fino a diventare un tuttocampista e ora riportato alle origine sulla trequarti dietro una punta.

Italia, le parole di Bonaventura

Tre anni esatti torni in azzurro, a 34 anni quanto puoi dare ancora a questi colori?

So di non essere più giovane ma il corpo risponde ancora alla grande. Mi alleno ogni giorno al massimo per fare sempre meglio, sono convinto che posso ancora crescere. Non mi sono mai chiesto perché non ho trovato continuità in nazionale, io ho cercato di dare sempre il massimo. Quando debuttai con l’Italia ci stavano tanti giocatori con molta più esperienza di me, col passare degli anni s’è sempre un po’ ringiovanita la rosa. Io non mi sono mai lasciato andare, ho sempre creduto di poter tornare con le prestazioni nel club. Voglio dedicare questa convocazione a mio padre che mi ha lasciato un anno fa, era molto orgoglioso quando mi vedeva giocare con la Nazionale”.

Lavorare con Vincenzo Italiano ti sta aiutando per capire il gioco di Spalletti?

In questi giorni di lavoro a Coverciano ho trovato diverse similitudini con i movimenti che ci chiede Italiano alla Fiorentina. Ovviamente su alcuni dettagli le richieste cambiano ma mi sto trovando molto bene. Il Mister ci chiede di avere un centrocampo in continuo movimento, dobbiamo pressare gli avversari e farci trovare pronti in area di rigore per segnare. Stiamo preparando tante situazioni di gioco che possono portare dei grandi risultati”.

Questa chiamata ti fa sperare in vista dell’Europeo?

Perché no? Dipende tutto da come si gioca con il club, non nascondo che speravo in una convocazione ma non me l’aspettavo. Dieci anni fa arrivò la prima chiamata, nel corso degli anni ne sono arrivate tante altre anche se ho avuto delle difficoltà con la maglia azzurra ma ho sempre cercato di fare del mio meglio. La Nazionale è il sogno di qualunque giocatore e sto cercando di dare tutto me stesso ma poi esistono tante variabili che influiscono. La certezza è che il passato è passato

Hai pensato che la tua avventura in azzurro fosse già conclusa?

Non nascondo di aver pensato che non sarei più tornato. Negli ultimi anni ho visto esordire tanti giovani e quindi mi stavo convincendo che non ci fosse più posto per me. Io ho cercato di esprimermi sempre al massimo con la speranza che vengano chiamati i migliori, oggi ci sono e voglio rimanerci. Ci attendono due partite non facili, non esistono squadre semplici nel calcio di oggi

Si discute spesso che giocano poco i giovani, cosa ne pensi?

I numeri parlano chiaro, ci sono molti meno giocatori italiani che sono convocabili rispetto agli anni scorsi. In passato ci stavano sempre almeno quattro italiani in ogni squadra, ora la situazione è cambiata tanto e questo è un problema per la Nazionale. I vantaggi fiscali per acquistare giocatori stranieri penalizzano troppo i nostri giovani, questo secondo me è un problema da affrontare

Hai un segreto per rendere ancora così bene a 34 anni?

Il calcio per me è vita quindi dedico tutto me stesso a questo. Faccio una vita molto regolare fuori dal campo e dò sempre il massimo sul terreno di gioco. Ho anche sentito paragoni perché ho il 5 come Bellingham ma li lascio fare agli altri, ognuno fa il proprio percorso. Io spero di continuare così, mi piace giocare più vicino alla porta così posso segnare di più

Con Italiano hai giocato in tanti ruoli, cosa ti sta dando?

Non ho rimpianti per aver giocato in tanti ruoli, sono difficoltà che mi hanno permesso di diventare il giocatore che sono oggi. Ho imparato a vedere il calcio da tante angolazioni e questo mi ha consentito di imparare molto in ruoli diversi, riconosco che mi ha portato dei grandi vantaggi. Ringrazio Italiano perché mi ha sempre dato la fiducia di cui avevo bisogno per tornare a essere un giocatore importante, è ancora giovane ma sta facendo cose ottime in Serie A con margini di crescita ancora incredibili e sono davvero contento per lui. Baste vedere un suo allenamento per capire quanta passione ci mette“.

Il mancato rinnovo del Milan ha fatto scattare qualcosa in te?

Quando ho lasciato il Milan avevo grandi motivazioni, sapevo di poter dare ancora tanto in qualunque squadra fossi andato. La Fiorentina mi ha convinto subito, in questi anni stiamo crescendo molto dimostrando che la mia scelta è stata corretta