Tether (USDT) è un token molto discusso. Il motivo di tale dibattito risiede nella sua natura, quella di stablecoin. Ovvero una valuta virtuale il cui valore è destinato a restare costante, senza le oscillazioni che caratterizzano le criptovalute “normali”.
A garantirgli questa caratteristica è l’ancoraggio con il dollaro statunitense. In pratica, per ogni dollaro virtuale emesso ce ne dovrebbe essere uno reale a garanzia. Questo almeno in teoria, considerato come i detrattori di Tether da lungo tempo denuncino il fatto che i beni a garanzia non equivalgono a quelli emessi sotto forma di denaro virtuale.
Proprio per questo, prima di investire in Tether occorre cercare di conoscere meglio il progetto. Anche perché l’eventuale guadagno non dipende dalla sua quotazione sul mercato, ma proprio dalle fortune del dollaro statunitense.
Cos’è Tether e come funziona
Ether è una stablecoin, ovvero una criptovaluta il cui valore dovrebbe restare costante nel tempo. In effetti basta una rapida ricognizione sui siti che pubblicano dati sul mercato delle criptovalute per notare la sua effettiva stabilità intorno al dollaro statunitense, il bene cui Tether è “peggato”. Le oscillazioni sono solitamente lievissime e tali da non intaccarne mai in maniera sensibile la quotazione.
Il funzionamento di Tether non dipende da una sola blockchain e anche questo è un fattore di differenziazione rispetto alle altre criptovalute. Le transazioni che prevedono l’utilizzo del token avvengono non solo su Omni, che si basa sulla blockchain di Bitcoin, ma anche su altre, a partire da quelle di Ethereum, ove gli USDT sono coniati sotto forma di token ERC20, Tron ed EOS.
La sostanziale stabilità che lo caratterizza, sottrae Tether alle consuete fibrillazioni tipiche del mercato crypto, impedendo che la sua quotazione oscilli violentemente in archi temporali ristrettissimi. Una caratteristica tale da farne uno strumento ideale per i pagamenti virtuali.
Tether: chi coordina il progetto?
Il progetto USDT è gestito da Tether Limited, che ha provveduto al suo lancio nel corso del 2014. Un lancio avvenuto al culmine di una lunga fase di sviluppo, quando il token si chiamava Realcoin.
A fondare il progetto sono stati Craig Sellars, CTO della mastercoin Foundation, e Brock Pierce, membro della stessa. Entrambi fanno a loro volta parte del gruppo dirigenziale dell’exchange Bitfinex. In tale veste, sono stati implicati in quello che è definito scandalo Bitfinex-Tether, scoppiato nel 2019 e perseguito dal punto di vista penale da Laetitia James, procuratore generale dello Stato di New York. Una vicenda che culminò nella presa di possesso di 850 milioni di dollari da parte dell’exchange di criptovalute nel preciso intento di coprire le colossali perdite accumulate da Crypto Capital Corp. La storia si è poi conclusa con una multa pari a 19,5 milioni di dollari e il bando dello scambio dallo Stato.
Una vicenda che si aggiunge alle ripetute accuse relative alla mancanza dei fondi di garanzia dichiarati dall’azienda. Al proposito, occorre ricordare che proprio l’azienda è stata costretta ad annunciare in un post la fine della collaborazione con Friedman LLP, la società di consulenza incaricata di condurre una verifica periodica sull’effettivo stato dei bilanci aziendali.
Tether (USDT): come potrebbe andare nel 2024
Come abbiamo già ricordato, Tether è ancorata al dollaro. Si tratta di una specificazione molto importante, in quanto il prezzo di USDT si aggira implacabilmente intorno alla valuta sovrana degli Stati Uniti. Tende cioè ad un target price di 1, potendo flettere o apprezzarsi al massimo di un paio di centesimi.
A questo punto, più di qualcuno si sarò chiesto: perché fare trading su una criptovaluta che non consente di guadagnare, e di perdere, in maniera significativa? La domanda è mal posta, in quanto chi investe su Tether, in realtà lo fa proprio sul dollaro statunitense. Sborsa cioè una determinata cifra per acquistare il corrispettivo nella stablecoin, sperando che nel periodo in cui lo deterrà il dollaro si apprezzi nei confronti delle altre valute.
In pratica, quindi, l’eventuale guadagno o perdita va a dipendere dallo stato dell’economia USA e dalle decisioni della Federal Reserve (FED). Proprio per questo motivo le previsioni su Tether per il prossimo anno sono abbastanza negative, alla luce di uno stato molto precario dell’economia USA, testimoniato da più di un indicatore.