Ci mancava anche il granchio blu a farci fare confusione. Sì, perché il nuovo alieno che sta colonizzando i nostri mari è un ulteriore tassello da innestare nel grande mare dei crostacei marini. Ed è proprio in questa grande enciclopedia marina che dobbiamo inserire la granseola, altro crostaceo che si differenzia dal granciporro.
Avete perso la bussola? Bene: allora oggi parliamo di come mangiare la granseola attraverso qualche ricetta golosa. Giusto per spiegarsi: il granciporro (Cancert Pagus) è un crostaceo che vive nell’acque dell’Atlantico e non ci sono evidenze di suoi inserimenti nel Mediterraneo (come invece ha fatto il granchio blu). La granseola (maja squinado) è invece un crostaceo dei nostri mari: anche il nome ce lo svela perché deriva dalle due parole veneziane granso (granchio) e seola (cipolla). Praticamente è un grosso granchio che vive in Adriatico, e non solo, le cui carni sono saporite e prelibate come quelle dell’aragosta.
Prima di capire come mangiare la granseola dobbiamo in effetti anticipare che questo crostaceo, oltre alla prelibatezza, condivide con l’aragosta il costo: facciamo quindi attenzione nel trattarlo per non rovinarne le carni.
La preparazione della granseola è semplice: prima si spazzola per bene per eliminare peli ed eventuali residui di alghe. Poi si fa bollire intero. Quello che viene dopo, cioè come portarla in tavola, ce lo diranno le ricetta che ci spiegano come mangiare la granseola.
Come mangiare la granseola con gli spaghetti
Questa preparazione è forse la più classica per iniziare a capire come mangiare la granseola. Gli spaghetti son come il nero: stan bene con tutto. Vediamo come preparare gli spaghetti con la granseola partendo dagli ingredienti e poi spiegando i passaggi:
- 4 granchi da circa 500 g cad
- 20 pomodori datterino, gialli e rossi
- prezzemolo fresco tritato
- uno spicchio d’aglio
- peperoncino secco
- 320 g di spaghetti, linguine o bavette
- sale
- olio extravergine di oliva
Se parliamo di un primo che prevede della pasta la prima cosa da fare è fin troppo scontata: si mette a scaldare sul fuoco l’acqua per gli spaghetti. E su questo non ci piove: poi si passa al resto.
In un’altra casseruola si porta a bollore dell’acqua mentre si puliscono le granseole che poi andranno bollite. Una volta pronte si spezza il carapace e si estrae la polpa che lasciamo un momento da parte mentre proseguiamo con gli altri passaggi.
In questo caso andremo a mettere un giro d’olio EVO in una padella assieme ad uno spicchio d’aglio schiacciato. Intanto si prendono i pomodori datterini e dopo averli lavati e mondati si tagliano a spicchi per poi unirli nella padella.
A metà cottura dei pomodori si aggiunge la polpa della granseola già tagliata a pezzetti e poi si mescola per amalgamare il tutto. Gli spaghetti vanno scolati molto al dente per finire di cuocerli in padella assieme ai pomodorini e alla granseola. Si chiude il tutto con una spolverata di prezzemolo fresco e una macinata di peperoncino essiccato.
Buoni vero? Se vi piace la pasta provatela anche con il granchio blu: vi regalerà un gusto inaspettato.
Provatela alla veneziana
Questo crostaceo è di casa a Venezia e i suoi bacari (osterie popolari) e ristoranti lo offrono agli avventori come piatto di punta del loro menù. E allora rispondendo alla domanda, come mangiare la granseola, non possiamo che ovviamente rispondere alla veneziana. Si tratta di una preparazione semplice, tradizionale, ma che preserva tutto il prezioso sapore di questo crostaceo prelibato. Ecco cosa ci serve e come preparare la ricetta della granseola alla veneziana:
- 4 granseola
- olio extravergine d’oliva q.b.
- succo di limone q.b.
- prezzemolo q.b.
- pepe q.b.
- erbe aromatiche q.b.
I passaggi preliminari riguardano la preparazione della granseola che va sbollentata in acqua bollente nella quale si possono aggiungere erbe aromatiche a piacere. Una volta pronta si devono staccare le zampe che vanno aperte per estrarre la polpa. Poi si passa al carapace che va aperto partendo da sotto gli occhi del crostaceo e si estrae la polpa.
La polpa del carapace va unita a quella estratta dalle zampe e poi sminuzzata.
Il carapace va pulito per bene, perché sarà poi il contenitore dentro al quale saranno rimessi tutti gli ingredienti per essere poi impiattati. Una volta pulito il carapace di inserisce al suo interno tutta la polpa sminuzzata e si condisce con una emulsione di olio EVO, succo di limone, sale, pepe e prezzemolo tritato.