Matteo Salvini è intervenuto all’evento ‘iWeek’ dal titolo ‘Nucleare, si può fare?’, in diretta Facebook è tornato a esprimere il suo parere favorevole all’installazioni di centrali sul territorio italiano, arrivando a dichiarare di non avere problemi se un reattore fosse costruito nella sua città.

Matteo Salvini in diretta Facebook sul nucleare in Italia: “A Milano la prima centrale”

Il ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili Matteo Salvini torna a spingere su uno dei suo cavalli di battaglia. Intervenuto alla quarta edizione dell’evento ‘iWeek’, intitolata ‘Nucleare, si può fare?’, Salvini ha ribadito la sua posizione, in passato espressa più volte, totalmente favorevole all’installazione di centrali nucleari in Italia.

Stavolta, il leader leghista si è spinto anche oltre, sostenendo di sentirsi assolutamente sicuro nel caso una centrale fosse costruita nella sua città, a Milano.

“Io da milanese lo vorrei un reattore di ultima generazione nella mia città perché sono convinto che sia energia pulita, sicura e costante. L’ho detto 2-3 anni fa che la prima centrale l’avrei voluta a Milano. Apriti cielo! Io lancio un segnale politico è facile dire sì al nucleare ma nella provincia a fianco“.

Nucleare in Italia, Salvini: “Primo interruttore acceso nel 2032”

La convinzione del vicepremier sulla convenienza dell’energia nucleare è talmente radicata da non temere nemmeno l’esito di un eventuale referendum, da lui richiesto anche in passato. Nei suoi calcoli, l’Italia potrebbe avere il primo reattore funzionante già nel 2032, a patto di superare il “dibattito ideologico” sul tema.

“Ho chiesto ad alcuni tecnici: se noi domani, nel 2024 superando il dibattito ideologico su referendum si, referendum no, quanto ci mettiamo? 7-8 anni, quindi significa che nel 2032 si può accendere il primo interruttore“.

Matteo Salvini su Facebook sulla situazione a Gaza e le ripercussioni sull’energia: “Riflettere senza ideologia”

Le posizioni del ministro Salvini sul nucleare, che trovano sostegno sia nel governo sia in parte dell’opposizione, sono rinforzate dall’attuale scenario internazionale.

Quanto sta avvenendo sulla Striscia di Gaza, dopo l’attacco di Hamas a Israele, determina un quadro che, secondo il vicepremier, costringe a un’analisi anche sul tema degli approvvigionamenti energetici.

“Le immagini che giungono da Israele sono barbaramente attuali e ci impongono di riflettere senza ideologia”.