Chi è Giulio Caria? In che carcere si trova dopo essere stato condannato a 30 anni per l’omicidio dell’ex compagna Silvia Caramazza? Perché oggi si è tornati a parlarne? Il nome del muratore sardo è salito di nuovo alla ribalta delle cronache in relazione al caso di Alessia Pifferi, la 38enne finita a processo a Milano per aver lasciato morire di stenti la figlia Diana, di appena 18 mesi. Ecco cosa è successo e perché le due vicende si sono sfiorate.
Chi è Giulio Caria, l’uomo condannato a 30 anni per l’omicidio di Silvia Caramazza
Giulio Caria aveva 35 anni quando, dieci anni fa, uccise l’ex compagna Silvia Caramazza, nascondendone per giorni il corpo all’interno di un congelatore. Di lavoro faceva il muratore. Era nato a Berchidda, un piccolo comune in provincia di Sassari, in Sardegna. Lì le forze dell’ordine lo arrestarono dopo averlo incastrato per il delitto.
I sospetti si erano subito concentrati su di lui. Tutto era iniziato il 19 giugno, con la denuncia di scomparsa presentata da due amiche della 39enne, che avevano spiegato ai carabinieri di non riuscire a mettersi in contatto con la donna da diversi giorni. Rintracciato, Caria aveva raccontato loro di trovarsi a Catania proprio con Silvia. In realtà l’aveva uccisa: da almeno 10 giorni il suo corpo giaceva, senza vita, all’interno di un freezer.
La terribile scoperta sarebbe stata fatta qualche giorno dopo: il 25 giugno Caria aveva cambiato versione dei fatti, dicendo di aver visto la sua ex per l’ultima volta il 16 giugno precedente; il 27, dopo aver sfondato il portone d’ingresso dell’appartamento della donna, gli inquirenti trovarono il suo corpo, avvolto in dei sacchi di plastica, all’interno di un pozzetto. Intorno c’erano numerose tracce di sangue.
Pochi giorni più tardi il 35enne fu fermato con l’accusa di omicidio volontario aggravato. Lui continuò a dichiararsi innocente ma, al termine del processo, al di là di ogni ragionevole dubbio, fu riconosciuto colpevole. La Corte di Cassazione lo ha perciò condannato a 30 anni di carcere, stabilendo che ha ucciso l’ex perché lei voleva lasciarlo.
In che carcere si trova Caria e perché oggi si è tornati a parlarne? Il collegamento con Alessia Pifferi
L’omicidio di Caramazza, consumatosi in viale Aldini, a Bologna, è salito alla ribalta delle cronache con il nome di “delitto del freezer“. Nonostante le prove schiaccianti a suo carico – e la condanna in via definitiva – Caria non ha mai smesso di rifiutare le accuse che gli sono state mosse. Oggi si trova nel carcere di Sassari. Finirà di scontare la sua pena nel 2043.
Di recente si è tornati a parlarne in relazione al caso di Alessia Pifferi, finita a processo per l’omicidio della figlia Diana, morta di fame e di sete a 18 mesi dopo essere stata abbandonata sola in casa per una settimana. La donna, 38 anni, aveva chiesto di poter incontrare Caria in carcere per “coltivare il legame affettivo“. Una circostanza nata dal fatto che qualche tempo prima l’uomo le avrebbe scritto una lettera, dicendole di essere suo cugino (una bugia).
Il Tribunale di Milano ha rifiutato la sua richiesta nel corso dell’udienza tenutasi ieri. Udienza nel corso della quale è stato anche deciso che Pifferi sarà sottoposta a una perizia psichiatrica. L’obiettivo è capire se al momento dei fatti fosse capace di intendere e di volere. La sua avvocata è convinta di no. Le parti civili (la madre e la sorella Viviana), rappresentate dal legale Emanuele De Mitri, pensano invece che fosse lucida e che volontariamente (visto che non era la prima volta che lo faceva) sarebbe uscita di casa senza la piccola, provocandone il decesso.