Invalidità e prepensionamento anticipato 2023/2024. Chi ha un’invalidità superiore al 74% può richiedere la pensione anticipata? I lavoratori non vedenti vanno in pensione prima? Qual è la percentuale minima per prendere la pensione di invalidità? Nelle ultime settimane, sono molte le domande ricevute che sollevano il problema del grado di percentuale di invalidità che permette l’accesso al prepensionamento anticipato. Analizziamo nel dettaglio cosa dice la legge in merito alla pensione anticipata con l’invalidità.
Invalidità e prepensionamento anticipato
La risposta è contenuta nell’articolo 1, comma 8 del Decreto Legislativo n. 503 del 30 dicembre 1992, nel quale sono contenute le disposizioni normativi in favore dei lavoratori, iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO) con invalidità civile accertata nella misura all’80%, secondo le disposizioni contenute nel decreto del Ministero della Sanità del 5 febbraio 1992.
Coloro che soddisfano nei requisiti sanitari richiesti dalla normativa vigente possono anticipare l’età pensionabile a 56 anni per le donne e a 61 anni per gli uomini. È importante considerare che non basta solo l’età anagrafica per accedere al pensionamento anticipato, ma occorre avere un’anzianità contributiva minima di 20 anni di contributi.
Le principali novità legate all’età pensionabile, che consentono l’accesso alla pensione prima dell’età canonica previsti per la pensione di vecchiaia ordinaria, che porta al raggiungimento dei 67 anni di età, sono state introdotte nel 2023.
Nello specifico, ci si riferisce al meccanismo di adeguamento alla speranza di vita, uno strumento che modifica con cadenza periodica, su base biennale, l’età pensionabile di accesso alla pensione.
In questo modo, il sistema previdenziale prevede l’accesso al trattamento economico basato sul principio di adeguatezza tra il periodo lavorativo e quello di godimento della pensione.
Nel merito di quest’ultimo punto, la Corte di Cassazione si è espressa più volte. In particolare, nell’ordinanza n. 2333 del 2021, ha previsto per la pensione di vecchiaia anticipata per invalidità l‘applicazione del meccanismo delle finestre mobili, secondo le disposizioni dettate dall’articolo 12 del decreto legge numero 78/2010.
I lavoratori non vedenti vanno in pensione prima?
Per i lavoratori non vedenti, il legislatore ha previsto regole diverse rispetto a quelle di prepensionamento ordinario. I requisiti per accedere alla pensione anticipata per i lavoratori non vedenti portano al perfezionamento dei requisiti anagrafici e contributivi.
In particolare, i lavoratori non vedenti possono richiedere il ritiro anticipato dal lavoro a 56 anni di età per le donne e di 61 anni di età per gli uomini, secondo le disposizioni normative contenute nell’articolo 9 legge 218/1952, successivamente convalidate dall’articolo 1, comma 6, decreto legislativo n. 503/1992.
Una condizione confermata in un articolo Osservatoriomalattierare.it, in cui viene spiegato che la domanda di accesso alla prepensionamento anticipato può essere presentata sia nei casi in cui di una cecità riconosciuta prima della registrazione all’Assicurazione Obbligatoria, che in un periodo successivo all’insorgere della cecità, contestualmente alla presenza di un montante contributivo di almeno 10 anni.
Qual è la percentuale minima per prendere la pensione di invalidità?
Per ottenere il riconoscimento di trattamenti economici previdenziali, è necessario avere un grado d’invalidità di almeno il 74%.
L’articolo 2 della legge 30 marzo 1971, n. 118, recita:
“Agli effetti della presente legge, si considerano mutilati ed invalidi civili i cittadini affetti da minorazioni congenite o acquisite, anche a carattere progressivo, compresi gli irregolari psichici per oligofrenie di carattere organico o dismetabolico, insufficienze mentali derivanti da difetti sensoriali e funzionali che abbiano subito una riduzione permanente della capacita’ lavorativa non inferiore a un terzo o, se minori di anni 18, che abbiano difficoltà persistenti a svolgere i compiti e le funzioni proprie della loro eta’. Sono esclusi gli invalidi per cause di guerra, di lavoro, di servizio, nonché i ciechi e i sordomuti per i quali provvedono altre leggi.”
Il riconoscimento dell’invalidità civile dipende dalla riduzione della capacità lavorativa e l’incapacità di svolgere le regolari funzioni correlate alla propria età. La certificazione viene rilasciata dal medico dell’INPS e dalla Commissione ASL.
Chi ha una invalidità superiore al 74% può richiedere la pensione anticipata?
Secondo le disposizioni normative contenute nell’articolo 80, comma 3, della legge n. 388 del 23 dicembre del 2000, i lavoratori sordomuti e gli invalidi, a cui è stato riconosciuto il requisito sanitario che porta a un’invalidità al 74% possono richiedere specifiche agevolazioni contributivi.
In particolare, la normativa prevede che per ogni anno di lavoro svolto, sia presso la P. A. che per le imprese private, è possibile richiedere almeno due mesi di contribuzione figurativa, per un periodo che non superi i cinque anni.
Grazie a questa disposizione, è possibile anticipare l’uscita dal lavoro di almeno 5 anni. Il beneficio viene riconosciuto dietro la presentazione di un’apposita domanda esibita all’INPS.
È importante sottolineare che il riconoscimento della contribuzione figurativa è subordinata alla presenza di un’invalidità riconosciuta nella percentuale al 74%, strettamente correlata al periodo di lavoro esercitato come invalido civile. L’INPS ha fornito maggiori dettagli nella circolare n. 92 pubblicata il 16 maggio 2002.
In linea con tali disposizioni, anche L’Inpdap, nella circolare n. 36 pubblicata l’8 luglio del 2003, ha chiarito che per il calcolo dei due mesi di contribuzione figurativa, questa parte in concomitanza del riconoscimento del requisito sanitario con un’invalidità dal 74%. Di conseguenza, non si tiene conto dell’inizio dell’attività lavorativa.