Nelle ore precedenti Israele ha confermato l’arrivo di un primo carico di munizioni da parte degli Stati Uniti. La fonte è Jerusalem Post, che però precisa subito trattarsi di equipaggiamento già acquistato dal paese, non di aiuti.

Armi e munizioni che serviranno a fronteggiare l’escalation prevista dal governo di Benjamin Netanyahu, che nella giornata di ieri ha iniziato i bombardamenti verso Hamas e questa mattina ha reso noti i primi risultati ottenuti. Sono circa 80 i siti colpiti a Beit Hanoun, nella parte nord della Striscia di Gaza. Nel frattempo il ministero della Sanità di Gaza stima il computo dei morti a 950 per ora, con 5000 feriti.

Israele: arrivato il primo aereo munizioni dagli Stati Uniti

Oltre alle incursioni aeree, Israele si prepara ad un attacco via terra, già di fatto annunciato poco dopo la tragedia portata avanti da Hamas nei territori israeliani. Il governo ha affermato come al momento siano di stanza 300mila soldati:

“Quello che stiamo facendo in queste zone vicine alla Striscia è che abbiamo inviato e schierato la nostra fanteria, i nostri soldati corazzati, il nostro corpo di artiglieria e molti altri soldati delle riserve: 300.000 in tutto. E questo per garantire che Hamas, alla fine di questa guerra non avrà alcuna capacità militare con cui minacciare o uccidere i civili israeliani.”

Israele, il nuovo bilancio aggiornato dell’attacco di sabato da parte di Hamas: 1200 i morti

L’esercito israeliano sta diffondendo in queste ore numeri sempre più precisi riguardo la strage compiuta da Hamas sabato scorso. Il governo precisa che il sensibile aumento delle cifre non si spiega dai combattimenti in corso ma riguardano semplicemente la scoperta di nuovi cadaveri nelle zone in cui Hamas ha colpito, oltre che alla morte di alcuni feriti ritenuti in gravi condizioni. La maggioranza delle 1200 vittime sono civili mentre i feriti si stimano in 2700.

Al momento l’ONU ha rilasciato alcune cifre riguardo gli sfollati nella Striscia di Gaza: circa 264mila. Il numero potrebbe aumentare sensibilmente dal momento che si sta parlando di una delle aree con maggior densità in assoluto con oltre 2 milioni di abitanti. Sul tema si è espresso l’inviato palestinese alle Nazioni Unite, Riyad Mansour, scrivendo una lettera al Consiglio di Sicurezza ONU:

“Una così palese disumanizzazione e i tentativi di bombardare un popolo fino alla sottomissione, di usare la fame come metodo di guerra e di sradicare la sua esistenza nazionale non sono altro che un genocidio. Questi atti costituiscono crimini di guerra.”

Parallelamente l’NBC ha fatto sapere che l’amministrazione di Joe Biden è al lavoro per la creazione di un corridoio umanitario per permettere ai civili di scappare dalla guerra. Al momento l’unico a disposizione è quello di Rafah, in corrispondenza con l’Egitto, ma chiuso da quando si sono intensificati gli scontri. Il presidente degli Stati Uniti ha ribadito gli aiuti economici a Israele senza però inviare truppe.

Proprio da una telefonata con Biden sono sorti nuovi commenti di Netanyahu sulla tragedia di sabato scorso:

“Sabato siamo stati colpiti da un attacco feroce che non si vedeva dai tempi dell’Olocausto. Centinaia di massacri, famiglie distrutte nei loro letti, nelle loro case, donne brutalmente violentate e assassinate, più di un centinaio di rapimenti, hanno preso decine di bambini, li hanno legati, bruciati e giustiziati, hanno decapitato soldati.”