Il presidente ucraino Volymyr Zelensky è stato recentemente oggetto di intervista trasmessa dal canale France2, in Francia. Parlando della guerra in Ucraina, egli ha sottolineato come la recente tragedia che ha colpito Israele e che riguarda i rapporti più che burrascosi tra questo stato e Hamas potrebbero avere conseguenze anche per il suo paese:

“C’è il rischio che l’attenzione internazionale si distolga dall’Ucraina e questo avrà delle conseguenze. Le tragedie sono diverse ma entrambe sono immense.”

Zelensky: “Israele può togliere attenzione”

Sul tema del supporto all’Ucraina e in parallelo quello ad Israele sono intervenuti gli Stati Uniti, con una importante dichiarazione da parte di Jake Sullivan, il consigliere per la sicurezza nazionale di Joe Biden, ribadendo la possibilità di fornire aiuti su entrambi i fronti.

“Crediamo che gli Stati Uniti siano in grado di sostenere l’Ucraina in Europa, di sostenere i nostri alleati nell’indo-Pacifico e di sostenere il nostro stretto alleato Israele nel momento del bisogno. Crediamo di avere le risorse, gli strumenti e le capacità per poterlo fare in modo efficace.”

Guerra in Ucraina, pronto un nuovo pacchetto di aiuti: 115 milioni di euro

È notizia di pochissime ore fa l’annuncio che si muove nel senso evidenziato dagli Stati Uniti, vale a dire la distribuzione di un nuovo pacchetto di aiuti per la guerra in Ucraina. I paesi coinvolti sono Gran Bretagna e aree del nord Europa, con 115 milioni di euro finanziati dall’IFU, il Fondo internazionale per l’Ucraina. Le dotazioni saranno molteplici: dalle attrezzature per attraversare i campi minati a veicoli pesanti per le posizioni di difesa. A questi si aggiungeranno in seguito circa 70 milioni di sterline volti a garantire una maggiore capacità di difesa aerea per l’Ucraina.

L’IFU è un meccanismo ormai risalente allo scorso anno e lanciato in primo luogo proprio dalla Gran Bretagna, che ne è oggi il controllore. Fino a questo momento è stato in grado di raccogliere ben 785 milioni di sterline e la loro amministrazione passa tramite Londra. I principali contributi che alimentano questo fondo provengono da paesi quali Norvegia, Paesi Bassi, Svezia, Islanda e Lituania, oltre che Danimarca, co-fondatore proprio con l’Inghilterra. Un fondo diverso da quello finanziato e portato avanti dagli Stati Uniti, le cui risorse però stanno finendo ed occorre un nuovo stanziamento importante.

Nel frattempo la guerra sul campo non accenna a diminuire e Kiev ha denunciato pesanti attacchi a Avdiivka, città dell’Ucraina orientale. In queste aree la controffensiva di Zelensky e le sue truppe è decisamente più lenta del previsto e la zona è diventata quasi disabitata se paragonata alla situazione pre-conflitto. In precedenza, infatti, risiedevano nella città industriale oltre 30mila persone, ad oggi poco meno di 2000.

Tuttavia, Kiev la considera estremamente importante da un punto di vista strategico perché è rimasto l’ultimo avamposto ucraino prima di Donetsk, ad oggi già nelle mani di Mosca anche se i bombardamenti verso il luogo continuano, con gli ultimi che risalgono grossomodo alla fine di settembre. La città è perciò diventata un vero e proprio simbolo della resistenza del paese contro l’invasione russa, ragion per cui l’esercito di Zelensky è deciso a non fare alcun passo indietro nella zona.