Decreto Omnibus convertito in legge: durante il corso della giornata di lunedì 9 ottobre 2023 è stata pubblicata all’interno della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana la legge n. 136 del 2023, la quale ha convertito il precedente decreto legge n. 104 del 10 agosto 2023 (c.d. decreto Omnibus).
Attraverso la conversione in legge del sopra citato decreto, il Governo ha confermato la proroga del Superbonus, apportando ad essa alcune modifiche, ed ha introdotto il credito d’imposta per ricerca e sviluppo nel settore della microelettronica e alcune novità per quanto riguarda le comunicazioni relative ai bonus non utilizzati.
Una delle principali novità di questa normativa che è stata pubblicata pochi giorni fa è quella relativa al cambiamento della norma riguardante la tassa sugli extraprofitti delle banche.
A tal proposito, è stato aumentato l’importo massimo del tributo che gli istituti di credito devono versare, il quale è passato dallo 0,1% precedente allo 0,26% attuale.
Questa tassazione andrà a toccare gli attivi delle banche, ma sono esclusi dal campo di applicazione di questo nuovo tributo i Titoli di Stato.
Ad ogni modo, questo incremento dell’imposizione fiscale che è stato deciso per le banche, non consente a quest’ultime di trasferire il costo dell’aumento della propria tassazione ai clienti.
Senza indugiare ulteriormente, quindi, andiamo subito a vedere quali sono le principali novità che sono state introdotte all’interno del nostro ordinamento giuridico nazionale da parte del decreto Omnibus.
Decreto Omnibus convertito in legge: introdotto un credito d’imposta per ricerca e sviluppo nel settore della microelettronica
Attraverso la pubblicazione all’interno della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana del decreto Omnibus, una delle novità che sono state apportate è quella relativa all’introduzione di un nuovo credito d’imposta per ricerca e sviluppo nel settore della microelettronica.
Questo bonus, nello specifico, viene riconosciuto alle imprese che sono residenti all’interno del territorio nazionale e che effettuano degli investimenti in dei progetti di ricerca e sviluppo che riguardano il settore dei semiconduttori.
Il credito d’imposta R&S nel settore della microelettronica sarà assegnato mediante le procedure che saranno specificate con la pubblicazione di un decreto da parte del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF).
Per quanto riguarda le modalità attraverso le quali i soggetti beneficiari potranno dimostrare di avere il diritto di fruire del credito d’imposta in oggetto, invece, valgono le stesse regole che sono previste anche per il bonus ricerca e innovazione.
Conversione decreto Omnibus: proroga del Superbonus fino al 31 dicembre 2023, ma con alcune modifiche, e novità per quanto riguarda i crediti d’imposta non utilizzati
Nel momento in cui il decreto Omnibus è stato convertito in legge è stata confermata la proroga dal 30 settembre 2023 al 31 dicembre 2023 del Superbonus 110%.
Questo slittamento, nello specifico, è valido esclusivamente per gli interventi che vengono effettuati sulle unità immobiliari unifamiliari da parte delle persone fisiche, a patto che almeno il 30% di questi lavori sia stato effettuato entro il termine ultimo del 30 settembre 2023.
Inoltre, a partire dal 1° dicembre 2023 i contribuenti che non hanno ancora utilizzato i crediti d’imposta relativi alle cessioni o agli sconti in fattura devono inviare un’apposita comunicazione all’Agenzia delle Entrate.
In caso contrario, il soggetto in questione dovrà pagare una sanzione di importo pari a 100 euro.
Le modifiche alla tassa sugli extraprofitti delle banche
Come abbiamo già accennato durante il corso di questo breve articolo, la pubblicazione del decreto Omnibus ha modificato in parte quanto era stato previsto riguardo la tassa sugli extraprofitti delle banche.
A tal proposito, l’imposta straordinaria è pari al 40% dell’incremento del margine degli interessi che viene effettuato da parte degli istituti di credito nell’esercizio in corso al 1° gennaio 2024 rispetto a quello in corso al 1° gennaio 2022.
Il tributo viene richiesto per la quota eccedente il 10% il sopra citato margine e non potrà essere fatto rivalere sui clienti delle banche.