Nato e cresciuto a Napoli, Maurizio De Giovanni nutre per la sua città un amore viscerale, ambientazione perfetta di alcuni dei suoi romanzi più importanti. Scrittore, sceneggiatore e autore di gialli di fama straordinaria, da alcune delle sue opere sono state tratte serie tv di grande successo. Dai ‘Bastardi di Pizzofalcone’ a ‘Mina Settembre’, passando per le avventure de ‘Il commissario Ricciardi’, si è dedicato perlopiù a gialli e noir. Tra un libro e l’altro, però, non trascura mai la sua grande passione per il calcio. Per commentare il momento di crisi del Napoli e il possibile esonero di Garcia, De Giovanni, noto tifoso azzurro, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Napoli, ipotesi esonero per Garcia, De Giovanni commenta a Tag24
Sono bastate otto giornate di campionato per distruggere un giocattolo che sotto la guida di mister Spalletti sembrava praticamente perfetto. Raccogliere la sua eredità, probabilmente, non sarebbe stato semplice per nessuno, ma neanche era ipotizzabile una situazione simile. Garcia non è riuscito a farsi amare da nessuno. Il feeling con lo spogliatoio è praticamente inesistente e i calciatori non perdono mezza occasione per dimostrarlo; i tifosi non lo hanno mai accettato e da un paio di giorni sui social impazza l’hashtag #Garciaout; la società ha scelto di non difenderlo più e oggi le parole del presidente De Laurentiis hanno colpito dritte nel segno. Per commentare questo momento di crisi in casa Napoli e il possibile esonero di Garcia, De Giovanni, scrittore e autore di tantissimi romanzi gialli di grande successo, nonché tifoso appassionato dei colori azzurri, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
De Laurentiis ha rilasciato dichiarazioni forti nei confronti di Garcia, che succede al Napoli?
“Purtroppo il sistema calcio prevede tre componenti: squadra, società e staff tecnico. Per far andare bene le cose tutti e tre devono allinearsi nel corso del campionato e quando vanno male, di solito, è perché non c’è sintonia. E quando questo avviene, solitamente la parte debole è lo staff tecnico. A quel punto non si può far altro che cambiare, sperando di modificare l’andamento della stagione. Mi sembra evidente che Garcia in questo momento non ha la squadra in pugno. Lo spogliatoio non lo segue, nonostante parliamo di una formazione pressoché identica a quella dello scorso anno che ha vinto lo scudetto. Eppure quest’anno è molto diversa, anche dal punto di vista del gioco”.
Perché non lo ha esonerato allora?
“Noi vediamo la punta dell’iceberg, ma non sappiamo come c’è sotto. Ad esempio non sappiamo se De Laurentiis ha già individuato un possibile sostituto, che abbia dato la sua disponibilità e che sia soddisfacente per l’ambiente. Queste sono componenti fondamentali per fare il quadro della situazione. Però già il fatto che ha rilevato il problema è sinonimo di intelligenza. È stato lui a volere questo staff tecnico, è stato lui a tardare nella nomina del direttore sportivo. Molte cose successe in estate dipendono dalla strettissima volontà del presidente. Ora che le cose non funzionano è importante fare un passo indietro e rendersi conto di aver commesso degli errori”.
Dovrebbe essere Garcia a fare un passo indietro dopo quello che ha sentito?
“Nel mondo attuale, purtroppo, nessuno prende più in considerazione l’aspetto nobile delle dimissioni. Questo diritto non lo pratica più nessuno, in nessun ambito. Gente con procedimenti penali a carico, ad esempio, non si dimette dalle cariche politiche. Figuriamoci se può pensare di fare un passo indietro Garcia. Anche perché non mi pare un tecnico con grande disponibilità professionale, almeno in questo momento. Certo sarebbe bello e utile che si ricominciasse a praticare l’istituto delle dimissioni quando ci si rende conto di non essere adeguati ad un compito, ma non accade mai”.
Eppure nell’ultima settimana erano arrivate delle buone prestazioni…
“Il Napoli ha perso 3 delle 5 partite che ha giocato in casa. Le due che ha vinto sono state contro l’Udinese, che lotterà in questa stagione per non retrocedere; e contro il Sassuolo, rimasto in 10 a causa di un’espulsione. Non mi sembra che ci siano stati questi grandi segnali di ripresa nell’ultimo periodo. Certo, hanno fatto una bellissima partita a Lecce, hanno giocato bene, tutto sommato, anche con il Real Madrid. Ma da una squadra del genere, che ha dieci undicesimi dei campioni d’Italia, che hanno stravinto il campionato lo scorso anno, ci si aspetta di più”.
Qual è il problema del tecnico?
“Credo che il problema principale Garcia lo abbia nei cambi, spesso incomprensibili e fatti in maniera assurda. Non prende in considerazione neanche quelle che sono le qualità e le caratteristiche dei calciatori. Ecco questo dimostra che probabilmente non ha chiaro la condizione delle risorse a sua disposizione. Così rischia di perdere tanti giocatori. Non solo quelli dal talento indiscutibile, come Kvara, ma anche quelli che inserisce fuori ruolo. Far giocare Raspadori, che è un centravanti, come fosse una mezz’ala o un esterno d’attacco non ha senso e vuol dire non valorizzarlo”.
A cosa può ambire questo Napoli?
“Io credo che questa squadra possa avere grandi ambizioni. È ancora presto e nulla di irreparabile è accaduto, tra l’altro non mi sembra che le squadre davanti siano delle corazzate imbattibili. Quel che è certo però è che per invertire la tendenza va presa la decisione, e va presa adesso. Ogni ritardo, in questo momento, è un problema”.
Conte può essere il nome giusto?
“A mio avviso no. Costa un’enormità, gioca con la difesa a tre e il Napoli invece gioca a quattro. Non sono uno che richiede il nome importante per forza, preferisco un allenatore utile. Il suo ultimo stipendio al Tottenham era di 17 milioni, non so a quanto potrebbe rinunciare per tornare in Serie A ma parliamo comunque di tantissimi soldi. Spero solo che arrivi qualcuno in grado di valorizzare questa squadra”.