Il risultato delle recenti elezioni politiche in Slovacchia ha destato scalpore in Europa. La vittoria del russofilo Robert Fico (strana analogia del nome con il nostro ex presidente della Camera) ha creato apprensione nei governi europei, mentre è stata certamente accolta con favore a Mosca.
Il rafforzamento della componente euroscettica e del potenziale asse con Orban da parte di Bratislava non è una buona notizia per l’Europa e neppure per l’Ucraina, proprio nel momento in cui la stanchezza dell’Occidente per la mancanza di una prospettiva di soluzione a breve termine del conflitto rischia di indebolire drammaticamente Kiev.
Vi è, tuttavia, una prima considerazione che in qualche modo attenua questa preoccupazione.
Elezioni Slovacchia, perché Fico non riuscirà a mantenere le sue promesse
Robert Fico non sarà in grado di governare se non in alleanza con altri, disponendo di 42 seggi su 150. Questo lo costringerà a cercare accordi con partiti che non condividono la sua posizione e, se riuscirà a formare un governo, dovrà per forza modificare la sua narrativa e le scelte annunciate.
Fico, ad esempio, ha dichiarato che non avrebbe più dato aiuti all’Ucraina, ma su questo e, più in generale, su una linea che si preannuncerebbe filorussa, non troverà molti sostenitori, certamente non nel suo ex amico e ora rivale, Robert Pellegrini (due cognomi italiani…), a capo di un partito europeista.
Il partito di Fico e quello di Pellegrini sono entrambi membri del gruppo PSE in Europa, ma a Bruxelles i socialisti hanno subito ribadito il loro pieno sostegno all’Ucraina, prendendo così le distanze dal nuovo leader slovacco. Inoltre, per quanto non abbia poteri significativi, la Presidente Zuzana Caputova è fortemente europeista e su posizioni contrapposte rispetto a Fico su molti temi, a partire da quello dei diritti civili.
Insomma, se Fico riuscirà nell’impresa, non semplice, di formare un governo, dovrà rimangiarsi buona parte delle promesse elettorali e sarà probabilmente soggetto a ricatti e imboscate che dovrebbero imporgli una linea meno estrema.
Da questo punto di vista, quindi, pur non considerando la vittoria di Fico come una buona notizia, la prospettiva della situazione slovacca appare meno preoccupante in chiave europea.
Elezioni in Slovacchia: una tornata elettorale profondamente segnata dalla circolazione di fake news
C’è invece un’altra considerazione che mi preoccupa molto di più.
Nelle elezioni in Slovacchia si sono avute forti interferenze russe, e questo non è, di per sé, una novità. Il dato importante è nella quantità enorme di fake news che sono state rilevate (alcune stime parlano di oltre 350.000) e, soprattutto, nel fatto che esse sarebbero state generate da sistemi di intelligenza artificiale.
Con ogni probabilità siamo di fronte ad una ulteriore evoluzione della guerra ibrida che, grazie alla AI, è in grado oggi di produrre messaggi falsi in grande quantità ed estremamente realistici, che influenzano sempre di più l’elettorato anche sotto il profilo emotivo. Ci si avvia verso un mondo nel quale non solo circoleranno notizie false che appariranno come vere, ma si sarà portati a mettere in dubbio la veridicità di messaggi autenticamente rispondenti alla realtà.
Questo crescendo quantitativo e qualitativo di interferenze nei processi democratici di un Paese è dunque il dato più preoccupante che emerge dal risultato elettorale in Slovacchia.
Una tappa piccola, ma significativa, verso un mondo nel quale i totalitarismi hanno strumenti sempre nuovi per affermare le proprie menzogne sulla verità.
Prepariamoci al peggio in vista delle elezioni europee.
Paolo Alli
Presidente di Alternativa Popolare
Ex Presidente della Assemblea Parlamentare della NATO
LEGGI ANCHE: I dieci errori di Vladimir Putin: l’analisi di Paolo Alli dopo il vertice di Vilnius