Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, durante il secondo giorno di audizioni in Parlamento sulla Nadef, ha esposto le stime sulla seconda parte dell’anno, tendendo conto che “il rallentamento dell’economia globale coinvolge l’Italia” e che “la crisi Mediorientale aggiunge instabilità in un quadro già complesso“. È dunque plausibile pensare che nella seconda metà si riprenderà “con gradualità un percorso di crescita“, che tuttavia potrebbe essere influenzato (in primis per quanto concerne l’aumento del prezzo del petrolio) dai recenti avvenimenti in Medio Oriente. Se la situazione si rivelerà critica, “a livello globale bisognerà fare altre riflessioni“. Nel mentre, giovedì alla riunione del Fondo monetario internazionale si inizieranno a elaborare tendenze e aspettative.

Nadef, Giorgetti: avanti il calo della pressione fiscale in Italia

Nel 2023, la pressione fiscale a legislazione vigente è prevista al 42,5%, in calo di 0,2 punti percentuali rispetto al 2022. Questa variazione sembra preannunciare un trend positivo per il prossimo triennio: per il 2026 è previsto un livello del 41,8%. La prossima legge di bilancio si articolerà a partire da quattro pilastri: taglio del cuneo fiscale; accorpamento delle prime due aliquote Irpef; politiche per contrastare la denatalità; avvio del rinnovo dei contratti della Pa relativo al triennio 2022-2024, soprattutto per quanto riguarda il personale medico-sanitario. Il primo pilastro, la proroga per il 2024 della riduzione del cuneo fiscale, è stato definito da Giorgetti un intervento “doveroso, anche alla luce dei recenti dati Istat, che mostrano il peggioramento delle condizioni economiche di alcune fasce della popolazione“. Il taglio rappresenta dunque un “valido sostegno ai redditi e ai consumi delle famiglie con redditi più bassi“.

Mentre dal mercato del lavoro arrivano segnali positivi, “che mostra una sostanziale tenuta“, un’altra “voce rilevante nella costruzione del quadro di finanza pubblica” è quella delle prestazioni sociali in denaro e soprattutto delle pensioni (circa 16% del pil). Queste ultime, afferma Giorgetti, “rappresentano ormai l’indice più visibile della composizione demografica del nostro Paese“, in cui si sta assistendo a un aumento della longevità e a una contrazione delle nascite.

Tassa sugli extraprofitti: “Misura giusta nei confronti delle banche e del sistema economico”

Rispondendo alla domanda relativa alla tassa sugli extraprofitti delle banche il ministro leghista ha spiegato più dettagliatamente il programma del ministero: “Pensiamo che la via più giusta sia patrimonializzare le imprese e garantirgli la possibilità di affrontare il rischio di credit crunch“. Giorgetti ha poi spiegato l’utilità di tale misura, ritenuta giusta tanto nei confronti delle banche, quanto dell’intero sistema economico:

perché così le banche non hanno più la scusa per non fare più credito alle imprese. […] Penso che tra 2-3 anni se la situazione di politica monetaria va nel modo in cui sta andando, forse verrà molto rivalutato la scelta del Parlamento di patrimonializzazione sistema bancario italiano.

L’obiettivo principale, nonché la più grande sfida per il governo, consiste nella “sostenibilità del debito pubblico“, soprattutto “in considerazione della particolare attenzione riservata dalle nuove regole di bilancio europee e per rafforzare la fiducia degli investitori“. Il governo dovrà contemperare diverse esigenze, tra le quali la riduzione dello stock, le esigenze allocative e redistributive del bilancio, al fine di “trovare un efficace punto di equilibrio” e, di conseguenza, migliorare le prospettive di crescita e stabilizzare le aspettative dei mercati.