La pensione, la legge Fornero e innalzamento dell’età pensionabile dal 2024 al 2050: un’analisi. La legge Fornero gioca un ruolo determinante sulle pensioni degli italiani. La verità è che rappresenta l’unico modo che rende sostenibile il sistema previdenziale italiano. Nel contesto dell’analisi del periodo dal 2024 al 2050, vediamo come il prepensionamento anticipato sarà orientato verso un aumento dell’età pensionabile. Analizziamo insieme quali sono i requisiti pensionistici per il prossimo decennio.

Pensione Fornero: innalzamento dell’età pensionabile

 La via delle pensioni sarà lunga e tortuosa. È in atto un vero cambiamento del sistema previdenziale italiano. Come già detto in molte occasioni da Tag24.it, l’aumento dell’età pensionabile è un passaggio inevitabile per l’accesso alla pensione. Le scorciatoie saranno ridotte all’osso, con poche eccezioni e una rendita poco più alta del trattamento minimo.

Non c’è equità pensionistica in un sistema martoriato da tagli, riforme e deroghe istituite in un sistema previdenziale improntato sulla rigidità. Nell’ultimo decennio sono state istituite numerose misure per scongiurare il ritorno della Fornero, ma solo con l’intento di adattare gli italiani alla Fornero. È talmente evidente l’insostenibilità del sistema che non è dato sapere quali saranno gli sviluppi per i prossimi 8 anni.

La trappola pensionistica è stata tracciata dalle misure imposte dalla legge Fornero. Non si tratta di nuovi “appunti”, ma piuttosto di un irrigidimento del ritiro dal lavoro. Tuttavia, è importante considerare che si tratta di una situazione che coinvolge quasi tutti i Paesi europei.

I problemi degli italiani sono diversi, con poche certezze se non il deficit e il cuneo fiscale. Questi fattori influenzano le scelte previdenziali.

Cambia la pensione con i requisiti dell’età pensionabile – Fornero?

Nel 2023 non è stato registrato alcun innalzamento dell’età pensionabile, poiché i requisiti sono stati congelati fino al 2026. A pagarne le conseguenze saranno soprattutto i giovani lavoratori, ovvero coloro che accumulano contributi solo nel sistema contributivo.

A partire dal 2035, il sistema retributivo sarà solo un ricordo e la rendita pensionistica sarà calcolata integralmente con il metodo contributivo. In altre parole, riceveranno una pensione coloro che accumulano un sostanzioso numero di contributi versati, senza più tener conto del valore dello stipendio.

È importante notare che queste condizioni non sono state il risultato della legge Fornero, ma piuttosto della riforma Dini del 1995. Tuttavia, con la riforma del sistema pensionistico, l’adozione di regole più stringenti, l’abolizione della pensione di anzianità e l’aumento dell’età pensionabile legata all’aspettativa di vita, se da un lato è stato un disastro per i lavoratori, nel lungo periodo ha contribuito a riequilibrare i conti pubblici allontanando lo spettro del default.

Addio alla pensione di vecchiaia a 67 anni di età, si andrà a 70 anni

 Attualmente, la pensione di vecchiaia permette di andare in pensione a 67 anni di età con almeno 20 anni di contributi e un assegno pari a almeno 1,5 volte il trattamento minimo. La rendita mensile per i contribuenti puri è di circa 755 euro. Non ci sono limiti per i lavoratori che possono far valere contributi nel sistema retributivo.

Le previsioni per il futuro prevedono un aumento dell‘età pensionabile a 68 anni, e in meno di 10 anni, gradualmente, a 70 anni di età. Questo significherebbe un aumento dell’età pensionabile ogni due anni. A partire dal 2026, l’età pensionabile dovrebbe essere incrementata di due mesi.

In alternativa, c’è ancora la possibilità della pensione anticipata ordinaria, che richiede 41 o 42 anni e 10 mesi di versamenti contributivi, senza il requisito dell’età.

Come si andrà in pensione nel 2024?

L’uscita flessibile anticipata è legata alle quote, quindi possono ritirarsi dal lavoro coloro che raggiungono i 62 anni di età con almeno 41 anni di versamenti entro il 31 dicembre 2023. La pensione anticipata Opzione donna è stata riservata alla categoria di lavoratrici meritevoli di tutela, come le caregiver, le invalide, le licenziate o le dipendenti di aziende in crisi.

L’anticipo pensionistico Ape sociale è accessibile a partire dai 63 anni di età e con almeno 30 anni di versamenti contributivi, se maturati entro il 31 dicembre 2023. Tuttavia, questa misura è riservata ai lavoratori in difficoltà, come i disoccupati, le caregiver, gli invalidi e coloro che svolgono lavori gravosi.

Per il 2024, è previsto il differimento di Quota 103, Opzione donna e Ape sociale.