La donazione di sangue è un atto volontario e altruistico che può avere un impatto diretto sulla salute e sul benessere delle persone. Ma cosa succede quando un lavoratore decide di donare il sangue? Ha diritto a dei permessi? E quali sono le condizioni per poter usufruire di tali permessi? Ecco tutto quello che bisogna sapere sulla richiesta di permessi lavorativi per la donazione di sangue.

Permessi lavorativi per donazione sangue: come funziona

Sì, un lavoratore che decide di donare il sangue ha diritto a un giorno di permesso, ma è fondamentale soddisfare alcune condizioni. Queste condizioni sono spesso delineate nei vari Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL), che possono avere regolamentazioni specifiche in base al settore. Tuttavia, è bene sapere che esistono delle linee guida generali previste dal nostro sistema legislativo a cui i CCNL devono aderire.

Chi può beneficiare dei permessi per donare il sangue

I permessi legati alla donazione del sangue sono destinati ai lavoratori subordinati, escludendo quindi figure come i lavoratori autonomi o parasubordinati. Per ottenere questi permessi, un lavoratore deve:

  • Donare almeno 250 grammi di sangue.
  • Effettuare la donazione presso strutture riconosciute e autorizzate dal Ministero della Salute.

Inoltre, l’Inps ha recentemente rilasciato una circolare, precisamente la numero 37 del 3 aprile 2023, per trattare specifiche situazioni legate ai lavoratori donatori di sangue che hanno subito variazioni nella natura giuridica del loro rapporto lavorativo. Questo è particolarmente rilevante per chi ha subito cambiamenti nel proprio status lavorativo, come ad esempio passare da un ente pubblico a un’entità privata.

La retribuzione

Il datore di lavoro eroga permessi retribuiti ai lavoratori che si assentano per donare il sangue. Questi permessi, anche se pagati dal datore di lavoro, sono in realtà coperti dall’Inps, che interviene con un’indennità specifica. Il lavoratore riceve così la sua retribuzione come se avesse lavorato, mentre il datore di lavoro ha la possibilità di recuperare queste somme attraverso il meccanismo F24.

Il calcolo della retribuzione nei giorni di assenza per donazione di sangue prende in considerazione diversi elementi, come la paga base, indennità di contingenza, eventuali scatti di anzianità, e altri. Tuttavia, sono esclusi elementi non periodici come le ore straordinarie. È interessante notare che i giorni di assenza per donazione non influiscono sull’importo mensile del bonus di 80 euro.

Contributi previdenziali e permessi retribuiti

Quando si parla di permessi per la donazione di sangue, emerge un interessante aspetto legato ai contributi previdenziali. I datori di lavoro non sono tenuti a versare contributi previdenziali su tali somme, né a effettuare trattenute dai dipendenti. Tuttavia, questi periodi sono considerati validi per il calcolo della pensione. Da un punto di vista fiscale, invece, le somme percepite come permesso retribuito concorrono al reddito del dipendente e sono soggette a tassazione Irpef.

Permessi lavorativi per donazione sangue: quali documenti sono necessari

Per ottenere il permesso retribuito, il dipendente deve presentare due documenti chiave:

  • Una dichiarazione che attesti la donazione gratuita con dettagli sul tempo di assenza e la retribuzione.
  • Un certificato medico che indica la quantità di sangue donata, le informazioni sul donatore e il momento del prelievo.

Questi documenti devono essere conservati dal datore di lavoro per un decennio.

In particolare, il certificato fornito dal centro di prelievo, autorizzato dal Ministero della Sanità, deve contenere:

  • Dati identificativi del donatore;
  • Conferma della donazione gratuita;
  • Quantità di sangue donato e ora del prelievo.

Durata del permesso retribuito

Il dipendente ha diritto a un permesso di 24 ore dalla donazione. Ciò significa che per una giornata intera post-donazione, il dipendente può astenersi dalle sue responsabilità lavorative.

Pertanto, questo significa che dopo la donazione, il dipendente ha diritto a 24 ore di riposo. Ad esempio, se un dipendente si assenta alle 11 del lunedì, il riposo si estende fino alle 11 del martedì.

Limiti e tempistiche delle donazioni

La frequenza delle donazioni è regolamentata in modo da proteggere la salute del donatore:

  • Un uomo può donare fino a 4 volte l’anno;
  • Una donna in età fertile può donare fino a 2 volte l’anno. Vi sono anche specifici intervalli tra donazioni diverse, garantendo il recupero del donatore.

Permessi lavorativi per donazione sangue: cosa succede in caso di inidoneità

Se un dipendente non può donare sangue per motivi sanitari, dovrebbe ottenere un certificato che attestasse la mancata donazione. Questo garantisce che non subisca decurtazioni salariali.