Non tutto il cancro al seno è uguale. I tumori possono differire in diverse caratteristiche, che i medici determinano per trovare la terapia giusta per te.
Una forma di cancro al seno è il cancro al seno triplo negativo (TNBC). Triplo negativo significa che il tumore non è né sensibile agli ormoni estrogeni e progesterone (stato dei recettori ormonali negativo) né presenta un gran numero di siti di legame HER2 sulla superficie.
Il TNBC si verifica nel 10-15% di tutti i tumori al seno. Ciò che è tipico del TNBC, ad esempio, è che spesso cresce più velocemente e in modo più aggressivo rispetto ad altri tipi di cancro al seno.
Vediamo cosa è stato scoperto da una nuova ricerca scientifica rispetto alla cura di questo tipo di tumore al seno.
Nuova ricerca e nuova speranza per il tumore al seno triplo negativo
Questo cancro è anche più difficile da trattare rispetto ad altre forme perché alcuni farmaci antitumorali, come la terapia antiormonale o i farmaci che prendono di mira l’HER2, non funzionano in questo caso.
In uno studio retrospettivo, l’uso dei beta-bloccanti nel carcinoma mammario triplo negativo (TNBC) è stato associato a un ridotto rischio di metastasi.
Uno studio ora pubblicato su Science Translational Medicine suggerisce che i beta-bloccanti, comunemente usati per trattare l’ipertensione, possono migliorare l’efficacia della chemioterapia nel cancro al seno triplo negativo (TNBC).
Il team guidato dal Dott. Rafael Caparica dell’Istituto Jules Bordet dell’Université Libre de Bruxelles ha riassunto i dati noti su questa strategia terapeutica in un articolo di revisione su “ESMA Open”.
Il cancro al seno triplo negativo ha un alto rischio di metastasi e recidiva, nonché una prognosi sfavorevole perché difficilmente offre bersagli molecolari specifici. La maggior parte dei pazienti si affida alla chemioterapia non specifica per controllare la crescita del tumore.
I ricercatori guidati da Aeson Chang del Monash Institute of Pharmaceutical Sciences presso la Monash University di Parkville, Australia, hanno dimostrato che la somministrazione aggiuntiva di beta-bloccanti riduce il rischio di recidiva metastatica, in particolare nei pazienti con TNBC.
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Con la nuova cura, c’è un ridotto rischio di metastasi nel tumore al seno triplo negativo
I ricercatori hanno valutato in modo retrospettivo i dati dei pazienti in una coorte di 1.135 donne con TNBC non metastatico e trattate con chemioterapia.
126 donne (11,1%) hanno riferito di assumere beta-bloccanti al momento della diagnosi di cancro. Queste pazienti erano più anziane di quelle che non assumevano beta-bloccanti ( età media : 63 contro 60 anni), ma avevano caratteristiche tumorali simili e sono stati trattate in modo simile.
Un’analisi multivariata, dove l’età, i parametri clinicopatologici e l’uso di farmaci erano controllati, hanno rivelato un’associazione significativa con un rischio ridotto di metastasi nei linfonodi regionali e negli organi distanti nei pazienti che hanno assunto un beta-bloccante durante la chemioterapia rispetto ai pazienti che non l’hanno ricevuto.
Anche in un’indagine successiva è stato comprovato che l’uso di beta-bloccanti è associato a un ridotto rischio di metastasi nei pazienti trattati con chemioterapia contenente antracicline (HR aggiustato, 0,49).
L’assunzione di un beta-bloccante è associata a un ridotto rischio di recidiva metastatica (HR, 0,19). Nel complesso, queste associazioni cliniche sono coerenti con l’ipotesi che i beta-bloccanti possano potenziare l’effetto terapeutico della chemioterapia con antracicline nei pazienti con TNBC.
Nel complesso, lo studio suggerisce che l’uso dei beta-bloccanti potrebbe essere una promettente terapia adiuvante per i pazienti con tumore al seno triplo negativo, soprattutto se i pazienti ricevono chemioterapia con antracicline.
Anche se il tumore al seno triplo negativo rimane uno dei tipi di cancro più ostici da trattare, le ricerche mediche stanno avanzando e nuove combinazioni di terapie stanno dimostrando la capacità di estendere la vita delle pazienti, garantendo al contempo un elevato standard di vita.
Tuttavia, per affrontare in modo ancora più efficace questa sfida, è necessario sviluppare strategie ulteriori. Con questo studio, sicuramente, è stato compiuto un passo importante in avanti verso questo obiettivo.