Bitcoin ed Ethereum sono sicuramente le criptovalute più importanti. Non sono però le sole, considerato che stiamo parlando di un settore in cui compaiono migliaia di progetti. Un panorama estremamente variegato in cui troviamo progetti corrispondenti ad intenti puramente speculativi, o che cercano al contrario di rispondere ad una precisa esigenza.

Tra i progetti che non sono ancora riusciti ad esplodere, c’è anche Siacoin. Se non è ancora riuscito a farlo, non è però escluso che possa farlo nell’immediato futuro, confidando proprio nelle sue caratteristiche di fondo. Sono gli stessi analisti ad affermare che proprio il modo in cui è stato strutturato il suo piano di sviluppo sembra porre le basi per una crescita nell’immediato futuro.

Siacoin: cos’è e cosa si prefigge

Siacoin è un progetto nato su impulso di Luke Champine e David Vorick. Se Champine è il presidente e sviluppatore principale di Sia, Vorick, in precedenza tra gli sviluppatori principali di Bitcoin, è invece l’ideatore del progetto, presentato per la prima volta nel corso di un hackathon HackMIT svoltosi nel settembre del 2013.

Il nome del token deriva da quello del dio egizio della percezione e la sua realizzazione ha avuto un’accelerazione improvvisa nel 2020. Proprio in quell’anno, infatti, Skynet, l’azienda nata inizialmente come Nebolous Inc., ha ricevuto finanziamenti dal Raptor Group di Jim Pallotta, ex presidente dell’Associazione Sportiva Roma, e da società come Fenbushi Capital, First Star Ventures e INBlockchain.

In buona sostanza, la tokenomics approntata dai suoi fondatori ed esplicitata all’interno del White paper “Sia: Decentralized Simple Storage” prevede la fornitura di un servizio teso alla decentralizzazione del cloud storage, tramite l’archiviazione di file su una rete formata da server esterni.
A consigliarlo una debolezza intrinseca delle piattaforme centralizzate, consistente negli elevati costi di gestione e nella vulnerabilità in termini di sicurezza delle informazioni.

In pratica, lo spazio su cui vengono salvati i dati viene fornito da tutti coloro che mettono in rete i propri computer. In cambio i vari nodi sono remunerati con un certo quantitativo di Siacoin, il token che fa da propellente al passaggio di risorse che avviene sulla blockchain.

Siacoin: quali i punti di forza?

Il vero valore di Siacoin è da rintracciare nell’ambizione di fondo che muove il progetto. In pratica, l’obiettivo che si prefigge l’azienda è diventare il più grande server di archiviazione a livello globale. Per capire quale compito si prefigga, occorre ricordare che il settore è presidiato da Google, Amazon e Dropbox, veri e propri giganti con cui è complicato competere.

Se, quindi, molte criptovalute sono nate con il semplice intento di ripercorrere il successo di Bitcoin, Siacoin si propone come un vero e proprio servizio. Un progetto di ampio respiro il quale sembra possedere le caratteristiche per non dipendere eccessivamente dalle fluttuazioni che sono una caratteristica dei mercati finanziari.

Come funziona Siacoin?

Il funzionamento di Siacoin si fonda sull’algoritmo di consenso Proof-of-Work (PoW), quindi sul mining, cui si aggiunge la possibilità di implementare smart contract che è tipica di Ethereum, in modo da facilitare il salvataggio dei dati circolanti online.

Tra le caratteristiche più apprezzabili di Siacoin, occorre ricordare anche i livelli di sicurezza. A renderli molto elevati è il fatto che lo spazio in cui viene salvato il dato è protetto dalla crittografia, consentendo il recupero delle informazioni esclusivamente a chi è in possesso delle chiavi private.

La moneta destinata ad alimentare il sistema le operazioni all’interno della blockchain si giova a sua volta della presenza del Client di Siacoin, il quale deve essere installato sul dispositivo che sarà utilizzato dagli utenti per facilitarne il collegamento alla rete e assumere il ruolo di nodo. Una volta concluso questo processo, il nodo è a sua volta in grado di iniziare a guadagnare per l’apporto assicurato.

Dove potrebbe arrivare Siacoin, nel 2024?

Il 2024 si prospetta come un anno di crescita per le criptovalute, per effetto dell’halving di Bitcoin, il quale dovrebbe riversare vantaggi su tutto il settore, a partire dai progetti che rispondono a reali esigenze. Come Siacoin, appunto.

Naturalmente, è difficile poter capire quale potrebbe l’intensità della eventuale crescita di Siacoin. Proprio in considerazione del fatto che al momento il token si trova al 148° posto nella classifica relativa alla capitalizzazione di mercato, possiamo dire che è parzialmente sottostimato. Ove riuscisse a intercettare l’onda creata da BTC e a far capire meglio l’importanza dello scopo che si prefigge potrebbe quindi dare vita ad una crescita di rilievo.