Nata con l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione, aumentare la consapevolezza e combattere stigma e discriminazioni, la Giornata mondiale della salute mentale 2023 si celebra oggi, martedì 10 ottobre. Si tratta di una ricorrenza davvero speciale ed importante che viene osservata sia in Italia, sia nel resto del mondo. Come afferma la dottoressa Maria Tinto, psicologa, psicoterapeuta e scrittrice, la mente e il corpo viaggiano insieme e la salute mentale è imprescindibile dal concetto di benessere.

Giornata mondiale della salute mentale 2023, Tinto: “Troppa ignoranza su figura psicologo”

In occasione della Giornata mondiale della salute mentale 2023, abbiamo parlato con Maria Tinto, psicologa e psicoterapeuta, nonché giornalista e autrice di diversi scritti, opere e saggi. La dottoressa conferma senz’altro l’importanza di curare la mente, oltre che il corpo. Oggi poi è importante ribadire questo concetto. Anche per eliminare quel velo di ignoranza e di false credenze che ancora adesso avvolge la figura dello psicologo.

Dottoressa Tinto, che cos’è la salute mentale e perché è fondamentale?

«La mente e il corpo sono una sola cosa. Ma mentre la mente senza il corpo continua a funzionare, il corpo senza la mente è solo un involucro senza senso. Ecco perché la salute mentale è imprescindibile dal concetto di benessere. Se solo si pensa alle malattie psicosomatiche ed ai relativi costi, in termini di sofferenza e disabilità sociale, appare chiaro quanto sia fondamentale curare la mente prima del corpo».

«Inoltre, anche le malattie cardiovascolari, che sono la principale causa di morte, rappresentano un altro filone patologico da valutare in termini di benessere mentale e d  salute mentale, se si pensa all’importanza della psicoterapia nei casi di riduzione dello stress e dell’ansia».

Come mai, secondo lei, spesso e volentieri, ai problemi mentali non viene data la stessa importanza di quelli fisici?

«I problemi mentali, nella grande maggioranza dei casi, non sono così evidenti come quelli fisici. Non c’è, ad esempio, un’influenza mentale, nè l’artrosi mentale. Ma, sebbene spesso non siano evidenti nel sintomatologia, questi problemi determinano molto spesso un malessere più grande di una malattia conclamata. Ci sono poi disturbi che convivono con le persone, proprio come dei fedeli compagni di sventura. Chi ne è affetto fa anche fatica a riconoscersi il problema. Talvolta sono le persone intorno che lo evidenziano e cercano di porvi rimedio chiedendo aiuto».

«Purtroppo permane ancora tanta ignoranza intorno alla figura dello psicologo o dello psicoterapeuta. Aleggia una sorta di “vergogna”, quasi a stigmatizzare una forma di malattia mentale nella richiesta di supporto psicologico. Non sempre nella richiesta di aiuto c’è un disturbo mentale, anzi la maggior parte delle richieste riguardano per lo più situazioni di disagio esistenziale».

Tutti ne abbiamo bisogno?

«Personalmente penso di sì. Ritengo che uno sguardo non giudicante possa aiutare a guardare ciò che ci circonda da più prospettive. Può aprire così la mente a più soluzioni. Ciò vale per tutti, indistintamente. Lo psicologo di base, così come il medico di base, sarebbe una fonte di primaria importanza nella prevenzione delle malattie mentali».

Tinto: “La salute mentale parte da noi stessi”

Da dove parte una buona educazione alla salute mentale?

«Parte dal parlarne. Senza preconcetti. Normalizzando l’intervento terapeutico e la richiesta di supporto psicologico, come una qualsiasi richiesta di intervento per la propria salute. Quindi, parte da noi stessi».

Come scegliere il percorso più adatto alle proprie esigenze?

«Il percorso più adatto è quello che funziona. Spesso si sceglie il o la terapeuta a seguito del suggerimento di un amico o del medico di base, Ma se il percorso non dà risultati nell’immediato, vuol dire che non è la scelta giusta. Non ci può essere una terapia che duri anni, anche perché noi cambiamo continuamente e domani siamo persone già diverse da oggi».

«Il mio orientamento terapeutico è Strategico Breve, proprio perché si focalizza su ciò che oggi disturba la persona, per cui l’intervento terapeutico è focalizzato sul presente, cercando di migliorare la vita attuale eliminando ciò che non funziona e condurre la persona ad una condizione di vita soddisfacente».

Com’è distribuita in termini di genere, età e contesto sociale l’utenza che richiede supporto psicologico?

«Per quanto riguarda la mia esperienza professionale, le richieste riguardano, per la maggiore parte dei casi, le donne over 30. Poi gli adolescenti nella fascia di età 14/18 e infine gli uomini over 30».

«I disturbi e le difficoltà sono diversi. Si spazia dai disturbi d’ansia a quelli legati alla autostima, dalle difficoltà relazionali a quelle sessuali. Questo, ripeto, per quanto riguarda la mia esperienza».

La dottoressa Tinto: “Con il Covid emerse difficoltà. I social hanno un grande potere”

Dopo il periodo Covid-19, ha notato un aumento di determinati disturbi? Se sì, quali?

«La pandemia da Covid-19 ha accentuato le dipendenze, di ogni tipo. Le difficoltà sessuali sono emerse all’interno delle relazioni. Per gli adolescenti c’è stato un aumento delle difficoltà relazionali e di socializzazione, ma anche ansia da prestazione, specialmente scolastica. Il Covid ha evidenziato un mondo sommerso di difficoltà e fragilità che difficilmente sarebbe stato intercettato. Il problema è che non ci sono stati, nè ci sono ancora oggi, strumenti per accogliere ed orientare queste fragilità».

Lei, dottoressa Tinto, è attiva anche sui social.

«I social sono uno strumento di comunicazione potente ed efficace. Vanno capiti e usati con rispetto. Personalmente li uso per cercare di arrivare il più possibile alle persone. Ai genitori in particolare, cercando di offrire piccoli spunti di riflessione, per avviare un cambiamento che possa migliorare la loro vita e le relazioni familiari».

«Cerco, con brevi messaggi, di “normalizzare” l’intervento di supporto, con la strategia delle piccole cose, piccoli gesti di quotidiana normalità che spesso diventano motivo di conflitti. L’interesse dimostrato è trasversale alle fasce di età, riguardano donne, per lo più mamme e i figli adolescenti».

Quali consigli possiamo dare ad una persona restia a seguire una terapia?

«Il consiglio è quello di attuare quello che desidera e di cui sente il bisogno. Senza farsi condizionare da falsi pregiudizi. Lasciarsi andare ad un sano egoismo e pensare al proprio benessere e al modo migliore per raggiungerlo. Se per far questo ha bisogno di un supporto psicologico mi sembra ovvio non rinunciarci».