L’aggressione a Francesco Le Foche nella testimonianza di Manuel Basile, il poliziotto fuori servizio che lo ha salvato dalla furia cieca di Mauro Renato Morandi, è il racconto di un pomeriggio di follia che avrebbe potuto concludersi con un cadavere e invece, grazie alla prontezza di un agente che passava lì per caso si è risolta evitando il peggio.

Aggressione Le Foche: il racconto di Manuel Basile, il poliziotto che ha salvato la vita all’immunologo

Manuel Basile, 39enne agente di polizia attualmente assegnato alla Direzione Affari Generali e Politiche del Personale con il compito di occuparsi dei figli dei colleghi con problemi, giovedì pomeriggio si trovava nei pressi di via Po dove si era recato per una visita medica. Camminando per la strada ha sentito delle urla provenienti dall’androne di un palazzo. Urla forti, e di diverse persone. Per questo, ha deciso di entrare e scoprire cosa stesse succedendo nell’appartamento da cui uscivano le grida e se ci fosse, effettivamente, una situazione di pericolo per qualcuno. E, una volta entrato ha capito che sì, il pericolo c’era.

Comincia così il racconto di Manuel Basile, il poliziotto che ha salvato dal brutale pestaggio l’immunologo Francesco Le Foche, aggredito nel suo studio dall’ex pugile e bodyguard Mauro Renato Morandi. Nel suo racconto ai quotidiani Messaggero e Repubblica, oggi il salvatore del dottor Le Foche ripercorre in ogni dettaglio il suo intervento decisivo che ha evitato che un pomeriggio di follia finisse in tragedia.

Quando il poliziotto è entrato nell’appartamento da cui si sentivano provenire le urla in strada, il dottor Le Foche aveva già perso coscienza sotto il diluvio di pugni del suo aggressore. Eppure lui, non si fermava, continuava a colpire il professionista ormai senza sensi. “Una scena choccante”, l’ha definita Basile, che pure si ritrova sulle spalle una lunga esperienza in strada e di situazioni problematiche deve averne già affrontate prima.

L’uomo si stava infatti accanendo ancora sul dottore, sebbene questo fosse già senza sensi. Continuava a riempirlo di pugni e a sbattergli la testa per terra.

Intorno a quella scena c’erano altre persone. Basile ha raccontato che il suo primo pensiero è stato trovare il modo di salvare tutti da quella furia: il medico esanime, e gli altri presenti terrorizzati: la segretaria e alcuni pazienti, tutti anziani.

Lo ha calmato parlando di boxe

Il poliziotto ha subito capito che, in quella situazione e con Morandi in quello stato, la forza non sarebbe servita, perciò ha raccontato di aver scelto la parola per cercare di calmare l’uomo che in preda alla furia stava massacrando il dottor Le Foche. La prima cosa che gli ha detto è: “Che stai facendo? Ma ti rendi conto cosa hai combinato?”. A quel punto Morandi si è voltato verso di lui, ancora con aria minacciosa, ma Basile è riuscito a calmarlo, sempre parlandogli. Lui parlava di una visita andata male, dice Basile, ma era agitato e confuso, farneticava. Ha raccontato poi, il poliziotto che ha salvato Le Foche, di aver trovato una chiave per comunicare con il picchiatore, parlando di sport.

Lui, con una laurea in scienze motorie in tasca ha riconosciuto il fisico prestante di uno sportivo nell’aggressore e lo ha fatto parlare della boxe, dei suoi successi passati. Così, pian piano, la furia di Morandi è calata e Basile è riuscito a portarlo fuori dallo studio di Le Foche e a chiamare il 112. Solo quando l’aggressore ha visto la sirena c’è stato un altro momento di tensione: voleva tornare dentro, “finirlo”. Ma ormai era finita per lui, subito bloccato dalle forze dell’ordine.

Il ringraziamento di Le Foche: “mi ha salvato la vita”

Il dottor Le Foche sa di dovere al poliziotto Manuel Basile il fatto di essere ancora in vita. Lo ha ringraziato pubblicamente, dal suo letto al Policlinico Umberto I di Roma durante un’intervista rilasciata a Domenica In, ma i due, prima si sono sentiti telefonicamente e l’immunologo lo ha ringraziato dicendo “Se possiamo parlare al telefono è grazie a lei”. E ancora: “Se non fosse stato per lei sarei morto”. Proprio così.