Ci sarà il rinnovo di Opzione donna nella legge di Bilancio 2024? Dopo aver sollevato un polverone sulla pensione donna, sembra che il governo italiano non sia intenzionato a piegare il sistema previdenziale per adeguarlo alle esigenze delle lavoratrici. Il testo della Manovra 2024 non è ufficiale, ma quando le risorse sono limitate, c’è poco spazio per gli interventi e molto per la propaganda.
Alla fine, per l’ennesima volta, saranno le lavoratrici a pagarne il prezzo. Per il 2024, Opzione donna non sarà resa strutturale né rimodulata nei requisiti. Difficilmente, verrà creata una nuova misura “ad hoc” per le donne; fumata grigia anche per l’Ape Rosa o donna. Analizziamo nel dettaglio le ultime novità.
Opzione donna della legge di Bilancio 2024
C’era una volta la pensione anticipata per le donne, ma nel corso del tempo i requisiti sono stati modificati, e si sta considerando l’introduzione di soluzioni alternative per garantire una via d’uscita per le donne. Questo rappresenta il progetto del governo sulla realtà delle donne.
Paradossalmente, nel 2024, la legge 243 ha introdotto in via sperimentale la pensione anticipata per le donne, permettendo un ritiro dal lavoro a 57 anni di età e 35 anni di contributi. Tuttavia, questa opzione comporta una penalizzazione legata al sistema contributivo con un taglio del 20-30%, risultando un assegno minore senza considerazione del sistema retributivo.
Un tempo, la speranza di andare in pensione prima era semplice e senza troppi intoppi. C’era la possibilità di ritirarsi e di accettare un assegno meno redditizio. Con il passare degli anni, la platea delle lavoratrici con contributi versati prima del 1° gennaio 1996 è drasticamente diminuita, e di conseguenza, la penalizzazione è scesa al minimo.
La prosecuzione della misura nel tempo non è mancata, e molte proroghe sono arrivate con il contagocce. Dopo il 2023, i requisiti di Opzione donna sono stati modificati, richiedendo 60 anni di età e 35 anni di versamenti contributivi.
Anche se le donne con figli ottengono uno sconto sul requisito anagrafico, per cui possono andare in pensione a 58 o 59 anni di età.
Dopo la legge di Bilancio 2023, le prospettive previdenziali per le donne sono peggiorate a causa dell’introduzione di una nuova categoria di aventi diritto, che include le lavoratrici invalide dal 74%, caregiver e dipendenti da imprese in crisi.
Chi andrà in pensione nel 2024?
La storia di un Paese insegna molto, e nella maggior parte delle occasioni narra del coraggio di investire, meglio se con coscienza e diligenza. Non basteranno poche ore al governo italiano per decidere cosa fare sulla pensione anticipata Opzione donna.
Le prime modifiche sono arrivate già nel 2023, e hanno inviato un messaggio forte e chiaro sull’andamento del sistema previdenziale italiano. Le voci per la prossima manovra parlano del rinnovo di Opzione donna per il 2024, ma senza lo sconto per le genitrici.
Tuttavia, non è detto che venga ripristinato per tutte il requisito anagrafico a 58 o 59 anni di età, ma sembra più fattibile il vantaggio o lo sconto legato alla presenza dei figli venga eliminato
L’introdotta l’Ape donna o Rosa è improbabile, poiché tale misura esiste già. Consente alle lavoratrici di accedere a un anticipo pensionistico a 63 anni di età con 30 anni di contributi, a patto che rientrino nella categoria delle meritevoli di tutela, come caregiver, disoccupate, invalide dal 74% o impiegate in mansioni gravose. È previsto uno sconto massimo di 12 mesi per ogni figlio, nel limite massimo di due anni.
La partita sulla pensione anticipata Opzione donna si giocherà su più considerazioni, inclusa Quota 84, che offre la possibilità di ritirarsi dal lavoro a 64 anni con 20 anni di contributi.
Potrebbero essere introdotte più soluzioni, ma non sembrano portare nulla di innovativo, considerando che anche quest’ultima misura è già presente nel sistema previdenziale ed è legata a una rendita di almeno 2,8 volte il trattamento minimo. Quest’ultimo limite potrebbe essere ridotto o eliminato.