Nasce trequartista, si trasforma in difensore centrale prima e in mediano poi. Centrocampista duttile, tatticamente intelligente, Sandro Cois ha legato la sua carriera in maniera indissolubile alla maglia viola della Fiorentina. Di origini sarde, si affaccia al grande calcio grazie al Torino, ma è con i toscani che si toglie le soddisfazioni più importanti. Otto stagioni con i gigliati, colleziona 175 presenze e segna sei reti. Nel 1998 realizza il sogno di vestire la maglia della Nazionale italiana ma ancora giovanissimo, all’età di appena 31 anni, è costretto ad appendere gli scarpini al chiodo. Dopo qualche anno lontano dal rettangolo verde, però, l’ex centrocampista viola ha deciso di intraprendere la carriera da allenatore e dallo scorso anno allena l’Under16 del Pisa. Per commentare lo straordinario momento della Fiorentina che ha vinto a Napoli, Cois è intervenuto in esclusiva a Tag24.

La Fiorentina vince a Napoli, Cois a Tag24

Otto partite in campionato con un bilancio straordinario: 1 sconfitta, due pareggi e cinque vittorie, l’ultima ieri sera con il Napoli campione d’Italia. La Fiorentina sta vivendo un momento d’oro, vince e convince e la classifica parla chiaro: 17 punti, al pari della Juventus e terzo posto in Serie A. Italiano, dopo aver raggiunto la finale di Coppa Italia e quella di Conference League nella scorsa stagione, questa volta punta in alto e vuole giocarsela con le big in Italia. Ha una squadra che lo segue, una rosa importante a sua disposizione e può ambire a crescere ancora, partita dopo partita. Per commentare la stagione della Fiorentina, che ieri ha vinto a Napoli, Cois, che ha vestito la maglia viola dal 1994 al 2002, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Una bella vittoria contro il Napoli al Maradona e terzo posto in classifica. Questa squadra è da Champions League?

“L’ho già detto in tempi non sospetti, secondo me questa squadra può lottare per le prime quattro posizioni in classifica. Tutti mi prendono per pazzo, ma questa non è una sorpresa. La viola è una squadra costruita bene, con un progetto serio alla base e con un ottimo allenatore. Italiano sta facendo un percorso, ha portato la Fiorentina a vivere due finali, cosa che non succedeva da tempo e in più, rispetto allo scorso anno, ha aggiunto giocatori funzionali al suo gioco grazie al mercato, e non solo. Nico Gonzalez, Bonaventura e Martinez Quarta stanno facendo la differenza, quest’ultimo anche messo in un ruolo diverso, in fase di non possesso”.

Nico Gonzalez lì davanti sta facendo la differenza, ma in estate la viola ha comprato Beltran, per molti il nuovo Batistuta. Come mai ancora non incide?

Attenzione ai paragoni, io con Batistuta ci ho giocato e so bene cosa ha rappresentato per Firenze. È stato un campione straordinario, un attaccante pazzesco. Potremmo pensare di paragonarlo quando Beltran farà 20 gol in Serie A. Per ora pensiamo solo a lasciarlo lavorare. È un ragazzo giovane, che viene da lontano e che avrà bisogno di tempo per ambientarsi ed entrare nelle dinamiche di gioco di Italiano. È troppo presto per fare una valutazione, sia in positivo che in negativo. Secondo me però farà molto bene”.

Italiano invece è pronto per il grande salto in un top club?

“Nel calcio contano i risultati, per il resto in pochi si ricordano se giochi bene o giochi male, resta impresso solo se vinci o meno. Italiano sta ottenendo risultati da due anni, giocando bene. Questo è il suo merito più grande. Penso che sia un allenatore bravissimo, uno dei migliori in Italia, sia tatticamente, che nella gestione del gruppo. Conosco bene Firenze e so che quando fai risultati simili poi viaggi sulle ali dell’entusiasmo e anche quei giocatori che prima magari ti davano il 90% oggi ti danno il 110%. Lui ha dato una grande impronta a questa squadra”.

Lo scorso anno la finale di Coppa Italia e poi quella di Conference League. In Europa la viola può ripetere lo stesso percorso?

“Assolutamente sì, questa squadra ci deve provare. Molto dipenderà anche dai risultati che arriveranno in campionato tra qualche mese. Quando non sei il Milan, l’Inter o la Juventus, insomma rose ampiamente attrezzate per poter competere alla grande anche dal punto di vista europeo ti trovi a un certo punto a dover fare una valutazione. Il rischio è che verso febbraio o marzo, anche dal punto di vista fisico, possa arrivare un po’ di stanchezza. Ci sarà da vedere come arriverà la viola e come sarà messa in Coppa. L’obiettivo è quello di fare un buon campionato e al contempo andare avanti anche in Conference League”.

A che punto arriva questa sosta?

“Le squadre che vanno bene si lamentano sempre della sosta perché in un periodo positivo nessuno si vuole fermare. Dall’altra parte chi sta andando male, o magari ha qualche infortunato, vorrebbe più soste così da poter recuperare calciatori ed energia. Insomma la pausa non arriva mai nel momento giusto. L’unica cosa che posso dire per esperienza è che molto dipende da come tornano i Nazionali, quello deve essere sempre il primo pensiero dei club. L’importante è che nessuno si faccia male, questa è l’unica cosa che conta. La bravura sta poi nel riprendere il cammino. La Fiorentina è una squadra forte e tra due settimane riprenderà da dove ha lasciato ieri”.