Come andare in pensione anticipata con il cumulo dei contributi, considerando che l’attuale normativa consente di lasciare il lavoro con 42 anni e dieci mesi di versamenti per gli uomini e con 41 anni e dieci mesi per le donne? Il quesito riguarda tutti i lavoratori che abbiano diversi anni di contribuzione e che possano aspirare a superare i 40 anni di versamenti.

Date le difficoltà di raggiungere la quota 41 (che, in alcuni casi, non converrebbe perché farebbe risparmiare appena dieci mesi di lavoro), un lavoratore che stesse facendo i conti su come cumulare i contributi tra le varie gestioni previdenziali dovrà considerare l’opportunità offerta dal cumulo dei contributi.

L’istituto consente di unire vari periodi assicurativi, comprendendo anche i versamenti effettuati presso le Casse previdenziali dei liberi professionisti, esercitando la facoltà di avere tutti i versamenti sotto una sola gestione pensionistica.

Pertanto, tutti i periodi di versamenti contributivi, purché non coincidenti tra di loro (ovvero, per lo stesso periodo è esclusa la possibilità di avere più versamenti a differenti enti previdenziali), possono essere uniti, inclusi i versamenti effettuati alla Gestione separata dell’Inps. Il cumulo può essere quindi fatto valere da chi non abbia ancora un trattamento di pensione autonomo in uno degli enti previdenziali interessati.

Pensione anticipata con il cumulo dei contributi, ecco un esempio di come calcolare i versamenti

Il caso di cumulo dei contributi per andare in pensione anticipata potrebbe riguardare un lavoratore di 50 anni di età, con alle spalle circa 30 anni di contributi, avendo iniziato a lavorare prima dei 20 anni, con periodi di disoccupazione Naspi da riscattare. Inoltre, il lavoratore ha versato parte dei contributi prima del 1° gennaio 1995, ragione per al quale il contribuente rientra nel sistema previdenziale misto.

Il lavoratore può aspirare, quindi, alla pensione anticipata che attualmente si raggiunge con 42 anni e dieci mesi di versamenti previdenziali. Tale requisito rimarrà in vigore fino a tutto il 2026, prima di nuovi aumenti in vista del ricalcolo della speranza di vita. Pertanto, dal 1° gennaio 2027 il ministero del Lavoro potrebbe stabilire nuovi incrementi, presumibilmente di due o tre mesi, per il biennio 2027-2028 a seconda dei dati in arrivo dall’Istat sull’aspettativa di vita.

Quale pensionamento scegliere?

Per effetto di questa osservazione, il 50enne di oggi dovrà prestare attenzione a tutti gli incrementi dei requisiti contributivi (e anche anagrafici per la pensione di vecchiaia) che interverranno fino al momento del pensionamento.

Il cumulo dei contributi, quindi, potrebbe intanto intervenire per unire le eventuali gestioni differenti per periodi di lavoro unico. Quindi, nell’esempio del lavoratore, si potrebbe pensare di cumulare i contributi versati nella Gestione separata dell’Inps.

Pensione anticipata cumulo contributi, quali possibilità di uscire in prima dal lavoro?

L’operazione del cumulo dei contributi consente quindi di poter maturare più velocemente i requisiti per andare in pensione, nel nostro caso anticipata. Unire i contributi, ovviamente, consente anche di poter incrementare l’importo della pensione che si andrà a percepire.

Degli attuali 42 anni e dieci mesi richiesti per la pensione di anzianità, inoltre, 35 anni devono essere maturati mediante il versamento dei contributi obbligatori, non conteggiando i periodi di disoccupazione, sia antecedenti che susseguenti alla Naspi.

Pensioni, l’alternativa di quota 41: quando si può?

Ad oggi, inoltre, il lavoratore avrebbe difficoltà a maturare la quota 41 con le attuali regole. Infatti, a fronte di un risparmio e dieci mesi rispetto alla pensione di anzianità, il lavoratore dovrebbe dimostrare di aver versato almeno un anno di contributi entro il 19esimo anno di età, e dovrebbe rientrare in una delle situazioni di disagio economico e sociale, come si prevede per l’Ape sociale, ovvero invalidità al 74 per cento, disoccupazione, carichi di cura di conviventi o svolgimento di mansioni gravose.