In tema di riforma fiscale, il governo è al lavoro per introdurre il meccanismo di pagamento delle tasse a rate già a partire da novembre 2023 e l’abolizione dell’acconto che scade il mese prossimo. In questo modo, cambia il sistema di tassazione per le partite Iva coinvolte in questa operazione, ma anche per i professionisti e i lavoratori autonomi. L’anticipo riguarderebbe, dunque, una novità che il governo prevedeva di introdurre tra un anno, ma che vorrebbe anticipara fin da subito, velocizzando l’iter di approvazione del relativo decreto attuativo.
Le imposte, in questo modo, si pagheranno ad anno concluso e non più in anticipo. Per il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, e per il suo vice, Maurizio Leo, le nuove disposizioni dovrebbero entrare nella legge di Bilancio 2024 e riguardare, inizialmente, un’ampia platea di lavoratori autonomi con tetto di reddito di mezzo milione di euro circa. Sulla proposta si sterebbero limando gli ultimi dettagli.
Riforma fiscale, tasse a rate già da novembre 2023: cosa cambia con l’abolizione dell’acconto?
Arrivano una novità sostanziale sulla riforma fiscale del 2024: le tasse potranno essere pagate a rate già a partire da novembre 2023 mediante l’abolizione dell’acconto che si paga il 30 novembre di ogni anno. Per le partite Iva si tratterebbe di un cambiamento importante che restituirebbe liquidità, spesso carente proprio per l’acconto su redditi ancora da produrre. Le tasse, dunque, si pagherebbero soltanto ad anno finito e non più in anticipo.
Il meccanismo che starebbe studiando il ministero dell’Economia e delle Finanze dovrebbe delimitare una platea che, in ogni modo, apparirebbe abbastanza ampia. Infatti, il tetto di reddito e di compensi rientrante nelle nuove regole dovrebbe essere pari a mezzo milione di euro in una prima fase della riforma. Successivamente, le agevolazioni fiscali dovrebbero estendersi alla totalità delle partite Iva e, da ultimo, anche ai lavoratori alle dipendenze e ai percettori di pensione per le attività relative ai redditi diversi.
Riforma fiscale tasse rate, quali lavoratori sono interessati alla novità?
A confermare le novità in arrivo in tema di riforma fiscale per le partite Iva e i lavoratori autonomi è Alberto Gusmeroli, presidente della Commissione delle attività produttive, Commercio e Turismo della Camera. Nel suo intervento al VII Congresso dell’Istituto nazionale dei tributaristi, Gusmeroli ha sottolineato che già nel prossimo mese ci sarà lo stop all’acconto di novembre che verrà rateizzato da gennaio a giugno del 2024. Una mossa che cambia notevolmente i passaggi tributari delle partite Iva obbligate, da 50 anni a questa parte, a versare soldi in anticipo.
Pertanto le attività economiche autonome, i liberi professionisti, gli artigiani e i commercianti, e via via tutti i lavoratori con partita Iva, fino ai dipendenti e ai pensionati per gli altri redditi, non dovranno versare l’acconto di novembre che è pari alla metà delle imposte dell’anno. Tali imposte saranno rateizzate da gennaio a giugno dell’anno dopo, liberando i lavoratori autonomi anche della prassi di dover richiedere prestiti per finanziare gli acconti di fine anno. O di dover pagare sanzioni e interessi nel caso in cui non si riuscisse a pagare in tempo. Le novità, una volta entrate a regime, potrebbero comportare anche la riduzione o l’abolizione della ritenuta d’acconto.
Risparmio imposte Irpef aliquote e scaglioni
Nella legge di Bilancio del 2024 non dovrebbero entrare, invece, le norme che riguardano la diminuzione delle aliquote Irpef, nonché l’accorpamento dei primi due scaglioni fino a 28mila euro di reddito all’anno. La misura dovrebbe essere introdotta mediante un decreto attuativo ad hoc, provvedimento grazie al quale le aliquote Irpef dovrebbero diventare tre (e non più quattro), con l’accorpamento dei primi due scaglioni e aliquota Irpef del 23 per cento.
Con questa novità, i contribuenti dovrebbero sopra i 15mila euro (ex primo scaglione) e fino a 28mila euro, dovrebbero risparmiare fino a 260 euro all’anno di imposte.