Sergio Mattarella ha raggiunto questa mattina il cimitero di Fortogna, frazione del comune di Longarone dove riposano le vittime della tragedia del Vajont. Oggi, lunedì 9 ottobre, ricorre infatti il sessantesimo anniversario del disastro che causò la morte di duemila persone.
Nella notte del 9 ottobre 1963, al confine tra Veneto e Friuli, un’enorme frana travolse la diga del Vajont, cancellando Longarone e altri centri abitati della valle del Piave. Per ricordare un dramma che ha segnato l’Italia intera, il presidente della Repubblica parteciperà ad una giornata fitta di impegni istituzionali.
Prima tappa, a partire dalle 11:00, proprio il cimitero monumentale, dove il Capo dello Stato ha visitato le salme delle 1910 vittime della catastrofe. Ha deposto una corona in ricordo delle vittime, e le campane di tutte le chiese del luogo hanno suonato 1910 rintocchi. Mattarella ha poi camminato sulla passerella della diga, con vista sulla vallata in cui furono distrutte intere comunità.
Nel piazzale davanti alla diga, nel comune di Erto e Casso, il momento dei discorsi commemorativi. Oltre al presidente della Repubblica erano presenti il governatore veneto Luca Zaia, il presidente del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga e i sindaci di Longarone, Erto e Casso, Vajont e Ponte nelle Alpi.
Mattarella: “Tormenti che turbano e interrogano le coscienze”
In apertura del suo intervento, il presidente della Repubblica ha sottolineato l’importanza di ricordare “storie di luoghi che non ci sono più e che la tenacia degli abitanti ha voluto fare rivivere”.
Siamo qui a rendere memoria alle persone che hanno abitato queste vallate: quelle che sono morte, quelle che sono sopravvissute, quelle che le hanno dovute lasciare e quelle che hanno dovuto lottare strenuamente per vivere qui.
Mattarella ha poi rivolto l’attenzione ai “silenti monumenti alle vittime, a quelle inumate nei cimiteri, a quelle sepolte per sempre nei greti dei corsi d’acqua, sulle pendici”. Donne, uomini, bambini, “cinquecento bambini“.
Sono tormenti che, tuttora – sessant’anni dopo – turbano e interrogano le coscienze.
Nel sottolineare che “occuparsi dell’ambiente e rispettarlo è garanzia di vita“, il Capo dello Stato ha rivolto un appello finale in relazione alle carte giudiziarie del processo Vajont. I faldoni dei processi, dopo aver fatto la spola tra L’Aquila e Belluno, hanno terminato la loro funzione giudiziaria e “resta ora la funzione di memoria“.
È opportuno e doveroso che la documentazione del Processo rimanga in questo territorio. Quel che attiene alla memoria deve essere conservato nel luogo dove il disastro è avvenuto.
Zaia: “Giornata anche in onore dei sopravvissuti di un territorio segnato indelebilmente”
Partecipando alle cerimonie del cimitero di Fortogna, il presidente del Veneto Luca Zaia ha cercato di allontanare il “rischio”, dopo 60 anni, “che questa diventi soltanto una giornata del ricordo”.
Per me dev’essere sì la giornata in memoria di chi non c’è più, ma anche in onore dei vivi, dei sopravvissuti, perché questo è un territorio segnato indelebilmente dal quel disastro.
Zaia ha sottolineato che, quella di oggi, “è la giornata nazionale del ricordo delle vittime dei disastri ambientali e industriali, causati dall’incuria dell’uomo”.
Vale la pena allora ricominciare a parlare del rapporto uomo-natura, coinvolgendo soprattutto i giovani, i veri soggetti che ci possono indicare la via.
Mattarella al cimitero di Fortogna, Meloni: “Tragedia del Vajont poteva essere evitata”
Anche Giorgia Meloni ha voluto far sentire la propria vicinanza alle popolazioni colpite dal disastro, considerato dalla premier “una ferita profonda nella nostra storia” e una tragedia “che poteva e doveva essere evitata“. A distanza di 60 anni, sottolinea la leader di Fratelli d’Italia, “il ricordo del Vajont resta un monito per tutti noi”.
Non dobbiamo dimenticare quanto è costata l’irresponsabilità umana in quella terribile notte del 9 ottobre 1963 a una Comunità che era pienamente consapevole dei rischi, ma che rimase inascoltata. In memoria di quella terribile tragedia, una ferita ancora impressa all’Italia tutta, il nostro impegno affinché eventi simili non si ripetano mai più nella nostra Nazione. Nel ricordo delle vittime del Vajont continueremo a lavorare per un’Italia più sicura.