L’attacco di Hamas in Israele sta innescando timori di un possibile scoppio della terza guerra mondiale? Si spera naturalmente che la risposta a questa domanda sia negativa, ma l’attuale conflitto in Terra Santa potrebbe essere soltanto un tassello di un piano più ampio e intricato.

Dall’Ucraina a Israele: rischio terza guerra mondiale

Per analizzare la situazione in Israele, è importante partire da una premessa: non ci sono prove concrete, ma sembra evidente che dietro questa azione senza precedenti di Hamas ci sia l’influenza dell’Iran.

Un attacco che ha coinvolto circa 5.000 razzi e che è riuscito a sorprendere persino il Mossad, l’agenzia di intelligence israeliana, non può essere semplicemente ricondotto a Hamas da sola. È plausibile che l’Iran abbia fornito armamenti e indicazioni.

Negli ultimi tempi, però, non solo l‘Iran è stato indicato come responsabile, ma sono emerse anche implicazioni della Cina e della Russia. Quest’ultima è coinvolta in un conflitto in Ucraina che sembra non avere una soluzione in vista dopo quasi sei mesi di guerra.

Questi elementi da soli potrebbero spiegare perché si stia discutendo del pericolo di una terza guerra mondiale. Tuttavia, la chiave per evitare o innescare una potenziale escalation è rappresentata dagli Stati Uniti, come accade in Ucraina.

“Abbiamo bisogno di lavorare insieme”, ha dichiarato il segretario di Stato americano Antony Blinken dopo aver consultato al telefono i colleghi europei Antonio Tajani, Annalena Baerbock, James Cleverly e Josep Borrell. “Dobbiamo cercare di fermare immediatamente gli attacchi e sostenere il diritto di Israele a difendersi, a liberare gli ostaggi e a proteggere i suoi cittadini.”

Le posizioni di Iran, Russia e Usa

L’inattesa e decisamente aggressiva azione di Hamas in Israele, oltre a causare una carneficina e a prefigurare ulteriori perdite future a causa di questo attacco, ha acuito le preoccupazioni di coloro che temono che stiamo lentamente scivolando verso una terza guerra mondiale.

Diverse agenzie di stampa hanno riportato che dal Libano sono stati lanciati colpi di mortaio verso Israele, ma al momento l’attenzione è concentrata sull’Iran, considerato il principale ispiratore dell’azione di Hamas.

Teheran sembra già aver ottenuto un risultato: l’Arabia Saudita, che fino a sabato sembrava prossima a siglare un accordo storico con Benjamin Netanyahu per normalizzare i rapporti tra i due paesi, ora ha definito Israele come “responsabile” per le ripetute “provocazioni e la privazione dei diritti inflitti ai palestinesi”.

Anche la tempistica di questa operazione militare è sospetta, dato che ha scatenato una nuova guerra in Terra Santa. Recentemente, sia gli Stati Uniti che la NATO in generale hanno ammesso di essere a corto di armi a causa delle continue forniture all’Ucraina.

Con Vladimir Putin che ha dichiarato di voler “costruire un nuovo mondo” con la sua “operazione speciale” in Ucraina, quale momento migliore per scatenare una guerra mondiale se non questo, con l’Occidente privo di armi?

Israele, nonostante sia stata colta di sorpresa da Hamas, ha la capacità militare di respingere l’attacco dei guerriglieri, ma rimane da vedere se questo nuovo conflitto rimarrà confinato tra le due fazioni o si estenderà, infiammando tutto il Medio Oriente.

Joe Biden ha recentemente ribadito il sostegno degli Stati Uniti a Israele, mentre Iran e Libano hanno elogiato l’azione di Hamas. Nel frattempo, Russia, Arabia Saudita e Cina hanno chiesto un immediato cessate il fuoco.

Mentre in Ucraina la lotta continua, c’è la paura che il caos in Israele possa fungere da miccia per una terza guerra mondiale. Se in Europa la diplomazia finora ha fallito, la speranza è che in Medio Oriente si possano ottenere risultati diversi.