Lo spazio per la prosecuzione dell’esperienza politica del Terzo Polo esiste e deve essere coltivato: questa almeno l’opinione di Ettore Rosato, ex presidente nazionale di Italia viva recentemente uscito dal partito perché in disaccordo con la linea politica imposta da Matteo Renzi.

Il riferimento, in particolare, è alla decisione dell’ex premier di staccare la spina al progetto del Terzo Polo su cui avevano creduto, solo un anno fa, oltre due milioni di elettori costretti poi ad assistere a una continua bagarre tra il leader di Italia viva e quello di Azione Carlo Calenda, culminata con il definitivo affossamento dell’alleanza nella scorsa primavera.

Terzo Polo, Rosato: «Con Bonetti lanciamo l’associazione PER – Popolari Europeisti Riformatori – e ripartiamo dal basso per recuperare la fiducia degli elettori»

Ed è proprio il recupero della fiducia degli elettori del Terzo Polo, «traditi» dalla rottura dell’accordo tra Italia Viva e Azione, l’obiettivo della nuova associazione «PERPopolari Europeisti Riformatori» che Ettore Rosato si appresta a lanciare insieme alla ex ministra Elena Bonetti, anch’essa recentemente fuoriuscita da Italia viva per coltivare l’esperienza unitaria con Carlo Calenda.

A raccontare questo progetto è lo stesso Rosato in questa intervista esclusiva per TAG24.

Onorevole Rosato, prima di iniziare è bene sottolineare che sono ore molto tese: la situazione in Israele è a dir poco preoccupante.

«Davanti alle immagini e alle notizie che ci arrivano non possiamo che provare orrore e preoccupazione. E drammatiche sono anche le immagini che arrivano dal Parlamento di Teheran dove si esulta per l’aggressione o dalle notizie degli omicidi in Egitto e degli attacchi che partono dal Libano.

Tutta la solidarietà al popolo e al governo israeliano, nella consapevolezza che si è aperta un’altra pagina di violenza e grande instabilità che temo purtroppo sarà complicata e lunga.»

In questa settimana si è molto parlato del suo addio a Italia viva e della sua scelta di non aderire a nessuna formazione politica. In un’intervista al Tempo ha però detto di voler «organizzare un’associazione» per collaborare con Azione di Carlo Calenda. Cosa ha in mente?

«Insieme a Elena Bonetti e altri colleghi parlamentari stiamo lanciando l’associazione “PER – Popolari, Europeisti, Riformatori” che ha lo scopo di mettere insieme quelle esperienze politiche che credevano nell’operazione del Terzo Polo e i tanti che ad un partito non si iscrivono ma vogliono contribuire alla politica del loro Paese.

Il nostro obiettivo è creare uno spazio che contrasti quel bipolarismo caratterizzato dal protagonismo degli estremi che non ha fatto bene all’Italia. Insieme vogliamo far ripartire quel progetto drasticamente interrotto qualche mese fa tradendo l’impegno politico assunto con due milioni di elettori».

Questo progetto dovrà, a suo giudizio, saper recuperare la fiducia degli elettori del Terzo Polo che quest’anno si sono trovati di fronte uno spettacolo non proprio bellissimo?

«Sono assolutamente convinto sia proprio così. Per questo partiamo dal basso, fondando un’associazione e non un partito. Intendiamo lavorare su contenuti e proposte che sappiano dare risposta ai problemi reali creando nuove opportunità per il Paese».

Terzo Polo, Rosato: «Pronti a ragionare con chi voglia costruire una proposta coerente e non conflittuale all’interno»

Onorevole Rosato, da più parti si sta lavorando alla costruzione – o ricostruzione – di un centro politico. Perché ritiene che proposta centrista possa essere attrattiva? I risultati elettorali hanno spesso dimostrato come a prendere spazio siano le proposte più “estreme”.

«Le proposte estreme hanno dimostrato di essere fuochi di paglia. Meloni ha preso voti sulla promessa di cancellare le accise e fare blocchi navali, scontrandosi poi con la dura realtà: i Governi non possono agire in modo demagogico.

Prima di lei i Cinque stelle hanno governato promettendo di abolire la povertà e distribuendo soldi a pioggia. Ora è il tempo della razionalità, della concretezza, della lealtà con gli elettori. C’è una pesante crisi economica alle porte a ricordarlo».

Tutte queste proposte che nascono dal centro, non dovranno confrontarsi alla fine tra di loro? Italia Viva e Azione appartengono, a livello europeo, alla comune famiglia di Renew Europe.

«Noi lavoreremo con Azione e saremo aperti a ragionare con chiunque voglia costruire una proposta politica capace di essere coerente, comprensibile e non conflittuale al suo interno. La nostra iniziativa non è costruita attorno alle elezioni europee ma ai bisogni del Paese. La nostra cifra sarà il confronto sui temi più che sugli organigrammi».

Un anno di governo Meloni: il bilancio di Ettore Rosato

Qual è la sua posizione sul salario minimo? Il suo ex partito era contrario alla proposta.

«Sul salario minimo ho espresso sempre la stessa posizione, ovvero quella contenuta all’interno del nostro programma elettorale. Credo che per affrontare il problema del lavoro povero, che riguarda centinaia di migliaia di italiani, non bastino i tweet sulle formule.

Per dare dignità alle persone serve un confronto significativo e costruttivo tra maggioranza e opposizione che produca norme, obblighi, buone pratiche. I salari in Francia e Germania crescono, da noi sono bloccati».

Cosa pensa della vicenda Salvini – Apostolico?

«Vedere un magistrato che prima protesta contro la Polizia e contro il governo per la gestione dell’immigrazione e poi è chiamato a giudicare proprio su quella materia è semplicemente assurdo. È evidente che così i cittadini perdono fiducia nell’indipendenza della magistratura».

Ha fatto bene il ministro Salvini a pubblicare il video?

«Salvini ha agito con il suo stile, ma secondo me ha fatto bene. Il video ritrae una manifestazione pubblica, non un fatto privato. Io sono distante dalle posizioni politiche del ministro, specialmente in tema di immigrazione, ma in questo caso il tema oggetto di discussione è ben diverso».

Un anno di governo Meloni: qual è il suo bilancio? Vede un esecutivo affaticato o, al contrario, ben saldo nella sua tenuta?

«A livello numerico il Governo è ben saldo. I numeri parlamentari ci sono, ma quelli che mancano sono i numeri della legge di bilancio. Prendiamo il documento di programmazione economica, che prevede 100 miliardi di euro di interessi nel 2025. Le risposte prodotte sono insoddisfacenti di fronte ad una situazione del genere.

Al Paese servono manovre coraggiose e riforme, non mancette. Completata la legge di bilancio potremo valutare realmente il primo anno di governo Meloni. Per ora, posso dire che non mi sembra che le premesse vadano sulla buona strada».

Come giudica l’azione estera di Meloni?

La Meloni si è mossa con la consapevolezza del ruolo dell’Italia, facendo molto bene sul fronte del posizionamento nei confronti della guerra in Ucraina e delle relazioni europee e atlantiche. Anche la pronta e decisa reazione su quanto avviene in Israele è su questa strada.

Se dovessi darle un suggerimento, però, le consiglierei di lasciare andare quei compagni di strada – da Orban a Le Pen – le cui posizioni sono poco coerenti con gli interessi italiani. Penalizzano lei e il nostro Paese».