Antony John Blinken, il segretario di Stato degli Usa ha annunciato che dall’America sono già pronti i nuovi aiuti per Israele. Il politico ha dichiarato a “State of the Union” della CNN che tra le vittime degli attacchi di Hamas ci sono anche cittadini americani.

Blinken: pronti nuovi aiuti per Israele dagli Usa, tra le vittime anche cittadini Usa

Il segretario di Stato Anthony John Blinken ha dichiarato che gli Usa hanno già pronti nuovi aiuti militari per Israele, che ha definito “terroristico” l’attacco delle milizie di Hamas. Il capo della diplomazia statunitense alla CNN ha affermato:

“Stiamo esaminando nuove richieste specifiche da parte degli israeliani. Credo che oggi ne saprete di più. Il primo impegno degli Stati Uniti è garantire che Israele abbia ciò che gli occorre. L’attacco a Israele è il peggiore dal 1973”.

Blinken ha poi dato la notizia che tra le vittime delle azioni di Hamas che da ieri continuano incessantemente su Israele ci sono probabilmente anche dei cittadini americani che sono rimasti coinvolti. Le principali agenzie americane ancora non hanno ancora diffuso i dati certi. Il segretario ha detto sempre alla rete CNN ha detto:

“Abbiamo notizie che diversi americani sono stati uccisi. Stiamo facendo gli straordinari per verificarlo. Ci sono notizie di americani dispersi.”

Usa, il presidente Biden: “Sosterremo con ogni mezzo Israele”

Per le 15 – orario di New York – è prevista la riunione straordinaria del Consiglio di Sicurezza dell’Onu; il Presidente Joe Biden ha dichiarato che gli Usa sono pronti a sostenere Israele. La Casa Bianca ha già da ieri ribadito fermamente il suo supporto verso lo Stato ebraico e ha espresso la solidarietà nei confronti dei cittadini e delle vittime. Arriva quindi la condanna per gli attacchi del gruppo dei militanti di Hamas.

Arriveranno aiuti militari per Israele, come già avvenuto nel 2021 quando gli Usa avevano inviato i Patriot e altri sistemi per rafforzare la difesa della nazione ebraica. Il legame tra i due Paesi è stato rafforzato nel 2022 con la firma della Jerusalem Declaration, siglata a luglio. Il processo di invio di risorse sarà sicuramente più macchinoso del solito considerando che a Washington la Camera è rimasta senza speaker dopo la sfiducia di McCarthy. Servirà quindi una strada più agevole per sbloccare la stallo del Congresso.