Maurizio Landini conclude la manifestazione ‘La via maestra, insieme per la Costituzione’, organizzata a Roma dalla Cgil, con il comizio dal palco in piazza San Giovanni. Tanti i temi toccati dal segretario della Cgil, dal salario minimo all’alluvione in Emilia Romagna, promettendo una nuova stagione di lotta, mentre i manifestanti urlano “Sciopero! Sciopero!“
Manifestazione della Cgil, Landini: “Questa è la piazza di chi paga le tasse e deve essere ascoltata” | VIDEO
Alla fine, come viole la prassi, arriva il momento del comizio del segretario generale della Cgil Maurizio Landini, per chiudere la manifestazione organizzata oggi, 7 ottobre 2023, dal suo sindacato e da numerose associazioni e intitolata ‘La via maestra, insieme per la Costituzione’.
Un corteo che ha visto sfilare insieme associazioni come l’Anpi e i collettivi degli studenti, gli operai della Fiom – con il loro segretario Michele De Palma – e il Pd di Elly Schlein. Insieme a tanta, tantissima gente comune. Una partecipazione che Landini saluta con felicità e orgoglio.
“Faccio fatica a trovare le parole per l’emozione e la felicità di vedere una piazza così enorme. Non tutti riusciranno a entrare per le tante persone arrivate. Non ci ha obbligato nessuno, non ci ha obbligato il medico, ognuno di noi ha scelto di essere qui insieme”.
Proprio la grande partecipazione popolare dà la forza a Landini per mettere subito chiaro un punto fondamentale, e cioè che la battaglia in difesa della Costituzione non si esaurisce con la manifestazione di oggi ma, anzi, trova in essa il punto di partenza. Per applicare la Costituzione “territorio per territorio, luogo per luogo, dove i diritti fondamentali li pratichiamo“.
Il segretario Cgil sprona i presenti a “uscire dalla rassegnazione” per iniziare a intervenire su un paese con la forza data dall’unità rappresentata dalle persone nella piazza davanti a lui, che rappresentano, lo sottolinea con forza, la parte migliore dell’Italia.
“Abbiamo il dovere di cambiare il paese, la società che con scelte sbagliate ha aumentato le disuguaglianze […] Questa è la piazza che vuole unire tutto ciò che è diviso, che vuole cambiare il paese, questa è la piazza di chi paga le tasse e per questo vogliamo essere ascoltati“.
“Non si può essere poveri lavorando, introdurre il salario minimo”
Il comizio del segretario Cgil è momentaneamente interrotto dal malore di una donna tra la folla. Dopo aver ringraziato il personale sanitario per i soccorsi, Landini riprende il suo discorso, questa volta parlando di lavoro e diritti. A cominciare dai salari e dal diritto ad avere una vita dignitosa grazie al proprio stipendio. Un tema che apre, inevitabilmente, a un nuovo richiamo del segretario Cgil al salario minimo, battaglia condivisa con alcuni partiti di opposizione, come il PD guidato da Elly Schlein, anche lei in piazza oggi.
“Chi produce la ricchezza di un paese è chi lavora, non è la finanza. Quindi la ricchezza prodotta da chi lavora deve tornare a chi lavora. Non si può essere poveri lavorando. È arrivato il momento di introdurre un salario orario minimo: 5-6 euro all’ora sono paghe da fame, inaccettabili”.
In un altro passaggio del suo intervento, Landini richiama la piazza all’obbligo morale della “solidarietà” citando la precarietà delle nuove generazioni e l’impegno che devono assumersi quelle precedenti per sostenerle.
“Sento una responsabilità verso le nuove generazioni, perché il livello di precarietà che stanno vivendo non ha precedenti. Io ho avuto la fortuna di non vivere questo livello di precarietà perché chi è venuto prima di me si è battuto per darmi dei diritti che oggi non riesco a passare ad altri. Questo è il punto e si chiama solidarietà”.
Manifestazione Cgil, Landini sull’alluvione in Emilia Romagna: “Finora neanche un euro dallo Stato”
Il segretario della Cgil non può non commentare quanto accaduto nella mattinata di oggi, con l’attacco sferrato da Hamas verso lo stato di Israele dalla Striscia di Gaza. Landini condanna l’attacco palestinese e ribadisce come il corteo rappresenti un’opposizione decisa a ogni tipo di guerra.
Decisiva, ai suoi occhi, è poi la battaglia contro le morti sul lavoro, una lotta fondamentale contro quella che definisce “una strage“.
L’attacco al governo arriva, poi, a proposito dei fondi per la ricostruzione dell’Emilia Romagna, dopo l’alluvione dello scorso maggio. Nonostante gli annunci del commissario Figliuolo, Landini denuncia come dal governo non siano arrivati i finanziamenti promessi, come già sostenuto da alcuni lavoratori della zona.
“Sono passati mesi e gli unici soldi ricevuti dagli alluvionati sono quelli dei Comuni e delle Regioni, dallo Stato non hanno ancora visto un euro“.
Mentre una parte dei manifestanti grida “Sciopero! Sciopero!“, Landini rincara la dose sulla questione migranti, “un tema troppo serio per farci propaganda elettorale“, denunciando il dato che il governo non cita mai, troppo impegnato a parlare di “invasione” dall’Africa: quello sugli italiani che emigrano all’estero.
“Non parlano mai di un altro dato: sono di più i giovani italiani che vanno all’estero degli stranieri che vengono nel nostro paese. E lo fanno perché qui vengono sfruttati e sottopagati, mentre all’estero riescono a realizzarsi”.
Il ricordo di Stefano Rodotà e Lorenza Carlassarre e il modello di società per cui lottare: “Fondato sulla Costituzione per allargare democrazia e partecipazione”
Infine, il segretario della Cgil ricorda Stefano Rodotà e Lorenza Carlassarre, con i quali, dieci anni prima scese in piazza sempre in difesa della Costituzione. Un insegnamento, quello dei due giuristi, che Landini ripropone a chi è in piazza oggi, e che si basa sui due modelli di società tra cui scegliere: quello basato sulla Costituzione, sulla democrazia e sulla partecipazione, e che punta ad allargare questi diritti, parendo dalla dignità nel lavoro; e quello autoritario, che riduce gli spazi di democrazia per affidarsi “all’uomo della provvidenza“.
Oggi, dice Landini, siamo di nuovo di fronte a questa scelta. E ritiene che la manifestazione rappresenti un segnale di quel necessario allargamento della democrazia, creato dall’unione che si è formata oggi nel corteo.
“L’unità che oggi abbiamo costruito, di lavoratori e di associazioni, è un valore fondamentale, che non possiamo disperdere, perché, fatemelo dire, noi rappresentiamo la maggioranza di questo paese! E allora non possiamo stare né zitti né fermi, abbiamo bisogno di batterci. Non ci fermeremo e andremo avanti fino a quando non avremo raggiunto questi obiettivi!”
Tra gli applausi dei manifestanti, Landini chiude il suo comizio ringraziandoli e gridando “Viva la democrazia! E viva il lavoro e la Costituzione!“