Terremoto in casa Amadori. Un dirigente è stato arrestato con l’accusa di aver messo in piedi un’organizzazione per sottrarre grandi quantità di prodotti all’azienda. Il valore complessivo di tali beni ammonterebbe a circa 30 milioni di euro. L’uomo ricopriva incarichi in entrambi gli stabilimenti del Gruppo, a Cesena e a Teramo. L’ipotesi più accreditata è che si fosse creato un mercato parallelo in cui vendere i prodotti Amadori a un prezzo scontato.
Arrestato un dirigente di Amadori: era stato già licenziato da una settimana
Il sospetto che il dirigente truffasse l’azienda circolava da tempo ma la difficoltà nel fare le dovute verifiche ha rallentato l’iter giudiziario. Il suo licenziamento era già avvenuto una settimana fa, quando l’azienda aveva terminato un’indagine interna dopo la sparizione di grossi quantitativi di carne.
Il comunicato ufficiale di Amadori
“L’azienda aveva già avviato da tempo una verifica interna, tuttora in corso, che aveva portato la scorsa settimana all’interruzione del rapporto con il collaboratore. Al contempo, l’azienda conferma il suo pieno supporto alla Procura della Repubblica, perché venga fatta immediata chiarezza e piena luce sulle condotte che sembrano emergere dalle indagini”, ha sottolineato Amadori attraverso una nota ufficiale.
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