Al dibattito intorno al caso della giudice di Catania, Iolanda Apostolico, che non ha convalidato il trattenimento dei migranti usciti dal centro di Pozzallo ha preso parte anche il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto. L’esponente di Forza Italia ha ribadito il proprio punto di vista sia in un’intervista al “Messaggero” sia come ospite nel programma di Rai3 Agorà, sostenendo che il giudizio di illegittimità del decreto è imparziale, contrariamente da quanto previsto dalla Costituzione. Secondo il viceministro, il giudice, assestato su posizioni differenti rispetto al governo in tema di immigrazione, “avrebbe dovuto valutare l’astensione“.

Caso Apostolico, il viceministro Sisto: “La Costituzione stabilisce che il giudice deve essere terzo e imparziale”

Sisto, nel commentare la vicenda della giudice, è partito ricordando i principi costituzionali:

La Costituzione stabilisce che il giudice deve essere terzo e imparziale. Un’imparzialità che non deve essere solo di forma, ma anche visibile. Il Csm è più volte intervenuto ribadendo la necessità che la condotta del magistrato sia sempre improntata a rigore e misura, proprio nel rispetto dei principi costituzionali. È evidente che ci sono limiti che il giudice si deve autoimporre per non intaccare la sua imparzialità. 

La criticità principale, stando alle dichiarazioni del viceministro, consiste nel fatto che il giudice di Catania “si è apertamente schierato contro le politiche del governo in materia di immigrazione, partecipando a manifestazioni pubbliche con analoghi segnali sui social network“. Secondo Sisto la giudice non sarebbe stata in grado di scindere le proprie convinzioni personali (che, tuttavia, tutti i giudici hanno) dai principi costituzionali e, dunque, “avrebbe dovuto valutare l’astensione con grande attenzione“. L’attacco condotto ad Apostolico, afferma il viceministro, non è da interpretare come parte di uno “scontro con la magistratura“.

Sospetto dossieraggio, Sisto: “Elemento di distrazione rispetto al tema principale”

Nel video al centro della discussione, diffuso dal vicepremier Matteo Salvini, si vede la giudice di Catania prendere parte a una manifestazione di solidarietà nei confronti di migranti nel 2018. Il sospetto che il filmato provenga dalla polizia e che dietro vi sia una specie di “dossieraggio” sta preoccupando le opposizioni. Tuttavia, secondo Sisto, “soffermandosi sulla genesi del video si corre il rischio di introdurre un elemento di distrazione rispetto al tema principale“.