Cos’è il Disturbo Ossessivo Compulsivo? Si tratta di un disturbo di origine psichiatrica che si caratterizza quasi sempre con pensieri ossessivi e comportamenti compulsivi che si manifestano come risposta all’ansia nel soggetto.
Questo disturbo può essere molto comune, infatti molte persone ne soffrono e a causa di questo sono spesso sopraffatte da pensieri che si manifestano come “manie o fissazioni”.
Se questi pensieri risultano essere discreti e non inficiano la vita quotidiana, non destano particolare preoccupazione, se invece queste “fisse” diventano frequenti al punto da avere un impatto negativo sullo svolgimento delle attività di tutti i giorni, rappresentano una vera e propria patologia psichiatrica.
I primi segnali del Disturbo Compulsivo Ossessivo iniziano di solito durante l’adolescenza in modo lento e graduale. Nel corso degli studi si è poi osservato che i maschi tendono ad avere un esordio più precoce rispetto alle femmine, anche se non si registrano particolari differenze tra i due sessi.
Cos’è il Disturbo Ossessivo Compulsivo: i sintomi
Il Disturbo Ossessivo Compulsivo anche chiamato DOC è caratterizzato principalmente da:
- ossessioni: pensieri intrusivi, ricorrenti e immagini mentali che causano una profonda incertezza e ansia;
- compulsioni: comportamenti, sia fisici che mentali, messi in pratica per ridurre l’ansia generata dalle ossessioni, spesso anche chiamati rituali.
Questi due sintomi sono in grado di creare un vero e proprio circolo vizioso pericoloso dal quale può essere difficile uscire.
Anche se i pensieri e i comportamenti di chi soffre di questo disturbo sono diversi tra loro si condivide il meccanismo di base, ovvero l’interazione tra ossessioni e compulsioni.
I comportamenti ossessivi più comuni e principali sono:
- contaminazione;
- ordine/simmetria e precisione;
- pensieri aggressivi;
- contenuti sessuali/religiosi/morali;
- preoccupazioni somatiche;
- paure superstiziose.
Le tipologie di rituali maggiormente messe in atto sono:
- lavaggio;
- riordino;
- controllo e richieste di rassicurazioni di vario tipo;
- ripetizione di azioni;
- conteggi;
- accumulo.
Da cosa nasce
Le cause scatenanti del Disturbo Ossessivo Compulsivo sono molte e complesse. La nascita del DOC non può essere infatti attribuita ad una singola causa ma è spesso legata ad aspetti genetici, neurobiologici e immunologici.
Gli studi hanno accertato che avere genitori o altri familiari affetti da DOC aumenta notevolmente il rischio di svilupparlo. La ricerca sottolinea poi che il disturbo può essere più comune tra le persone che hanno vissuto degli eventi avversi come bullismo, abusi, traumi o lutti non elaborati.
Inoltre, possono contribuire alla manifestazione del disturbo elementi come: un’educazione molto severa, una natura comportamentale ansiosa, un approccio metodico nelle cose o un forte senso di responsabilità.
In definitiva si può dire che il Disturbo Ossessivo Compulsivo si sviluppi attraverso un insieme complesso di fattori, che dipendono sia da fattori genetici sia da quelli ambientali, che spesso contribuiscono nel determinare la sua manifestazione.
Chi crede di essere affetto da DOC è bene che si rivolga a dei centri multi-disciplinari in cui sia presente un’equipe di specialisti che possa accertare e diagnosticare la malattia.
Come trattare questo disturbo
Il trattamento del Disturbo Ossessivo Compulsivo nella maggior parte dei casi richiede un approccio terapeutico combinato che riguarda sia l’uso di farmaci sia quello di interventi psicoterapeutici come l’aiuto offerto dalla psicoterapia cognitivo-comportamentale.
I farmaci usati nella terapia iniziale spesso coinvolgono l’uso di antidepressivi che di solito richiedono da 3 a 4 settimane per manifestare i primi effetti terapeutici.
La terapia cognitivo-comportamentale è il metodo di trattamento che ha dimostrato maggior efficacia ed è quindi la scelta preferita dai pazienti e la più consigliata dagli specialisti. Questo trattamento si basa su alcune tecniche di esposizione e prevenzione della risposta, finalizzate a gestire i rituali compulsivi ed anche su interventi mirati alle credenze disfunzionali.
Un approccio terapeutico adeguato può senza dubbio aiutare a migliorare la qualità della vita delle persone affette da questo disturbo. Così facendo infatti si offre loro la possibilità di gestire i sintomi e di recuperare il benessere psicologico perduto.