Dopo l’emergenza sanitaria causata dalla pandemia e il clamore scatenato dal recente ricovero di Fedez in ospedale al Gemelli di Roma, si sono accese le luci dei riflettori sull’importanza che riveste la donazione del sangue all’interno della nostra società. Tag24 ne ha parlato con Gianpietro Briola, il Presidente Nazionale di Avis, l’Associazione volontari italiani del Sangue.
La malattia di Fedez e l’impatto mediatico sulla donazione del sangue
Le condizioni di salute di Fedez hanno occupato i giornali e i siti web nei giorni scorsi ponendo l’attenzione sull’importanza di donare il sangue. E’ un atto in grado si salvare vite e spesso viene dimenticato, a volte perfino oscurato. Gianpietro Briola, il Presidente Nazionale dell’Associazione volontari italiani del Sangue, spiega il suo compito, quello dell’Avis e non poteva non essere entusiasta di quanto ha detto e spiegato Fedez appena uscito dall’ospedale, dove era in cura per la sua malattia, sull’importanza di donare il sangue e quanto possa essere fondamentale e di vitale importanza essere donatori. Briola ribadisce che i riflettori accesi sulla vicenda siano un bene per la sensibilizzazione dei cittadini.
D: Quanto è importante donare il sangue? Qual è la situazione negli ospedali?
R: La donazione del sangue è assolutamente importante e lo dimostrano le parole rilasciate ieri da Fedez in un’intervista in seguito al suo ricovero. E’ una procedura fondamentale per la salute dei pazienti perché il sangue e i suoi componenti sono e rimangono un farmaco salva vita. L’unico modo per ottenere questa fonte preziosa e insostituibile – con nessun’altra molecola o sostanza – è proprio la donazione da parte delle persone. E’ imprescindibile avere a disposizione il sangue negli ospedali e dei farmaci da esso derivati per curare la gente, soprattutto per emorragie, patologie croniche, pazienti immunodepressi e oncologici che necessitano di trasfusioni di sangue e di piastrine. Donare è importante per curare i pazienti.
D: Secondo lei la vicenda di Fedez, con tutto il suo potenziale mediatico, può essere un incentivo per aumentare le donazioni di sangue?
R: I ringraziamenti fatti da Fedez ai donatori hanno sicuramente un riscontro mediatico potente. Le sue dichiarazioni hanno un’importanza fondamentale perché possono far capire quanto è importante donare il sangue e quanto è fondamentale averlo a disposizione dei malati negli ospedali. Il sangue non ha un suo sostituto purtroppo e la spiegazione della sua essenzialità risiede tutta qui. Aver acceso i riflettori su questo tema – che spesso viene dimenticato – è un fattore essenziale. A Fedez intanto facciamo i nostri migliori auguri di una pronta guarigione. Noi di Avis vedremo di capire se riusciremo con Fedez e altre personalità famose tra i giovani ad intraprendere un percorso di sensibilizzazione e di confronto, per stimolare i giovani a donare e ad avere dei modelli di vita sani che li rendano buoni donatori e cittadini responsabili. Speriamo che la vicenda di Fedez, i giornali e un po’ le campagne di sensibilizzazione mantengano alta l’attenzione sul tema.
La situazione delle donazioni di sangue in Italia
D: Qual è la situazione in Italia dal punto di viste delle donazioni?
R: Per quanto riguarda la donazione di sangue intero – di globuli rossi per capirci, che servono in caso di emorragie o interventi chirurgici – in Italia siamo fortunatamente autosufficienti. I donatori sono circa 1 milione e 800 mila, dei quali oltre 1 milione e 300 mila appartengono ad Avis. Ciò che non riusciamo ancora a garantire su territorio nazionale sono i farmaci plasma derivati attraverso la donazione del plasma: qui i dati sono al 70% e stiamo lavorando sodo per raggiungere l’obiettivo del 100% per far sì che l’Italia si svincoli dal mercato e usi soltanto lo strumento della donazione. Vogliamo avere la possibilità di garantire ai malati tutte le terapie necessarie, indipendentemente da ciò che fa o decide il mercato farmacologico. Su questo servono strategie future per aumentare la raccolta del plasma.
D: Vuole rivolgere un appello o un ringraziamento ai donatori?
R: Il futuro delle donazioni al momento no è brillantissimo. Ci preoccupa il costante calo demografico che da anni continua ad affliggere l’Italia. Dobbiamo trovare donatori nuovi, soprattutto donatori giovani. A questi ultimi va proprio il mio appello. Bisogna che la sensibilità su questo tema aumenti nei ragazzi, perché il loro gesto di solidarietà può contribuire da qui in futuro a mantenere alti gli standard del nostro paese sulle donazioni; anzi periamo in un aumento dei numeri. Servolo donatori periodici soprattutto perché sono quelli che meglio garantiscono la salute e il prodotto che viene donato.