Genitori separati e sharenting delle foto social dei figli minori: una questione che spesso complica i percorsi di separazione rimanendo una sorta di mina vagante nei rapporti spesso tesi tra mamma e papà che si sono lasciati, pronta ad esplodere o ad essere utilizzata per generare nuove tensioni. Ma al Tribunale di Torino, c’è chi ha trovato un modo per disinnescare sin da subito tale mina.
Genitori separati e sharenting delle foto social dei minori: una questione da chiarire già in sede giudiziale?
Non che le separazioni di coppia siano mai state una passeggiata di salute anche in passato ma oggi i percorsi di separazione e poi di divorzio si trovano a dover tener conto non solo delle complessità relative alla riorganizzazione della vita famigliare in tutte le sue infinite sfaccettature della vita reale, ma anche di quelle, nuovissime ma altrettanto passibili di diventare occasione di ripicche, scontri e problematiche future, relative alla vita della famiglia online.
E, al primo posto delle questioni che diventano spessissimo motivo di nuove guerre tra mamma e papà in fase di separazione ci sono le foto online dei figli minori. Lo sharenting, ovvero l’abitudine a condividere immagini dei figli sui profili social, quando la famiglia si disgrega, diventa un nuovo, delicatissimo terreno di confronto tra le parti in causa di separazioni e divorzi che rischia di complicare in modo esponenziale, la già complicata vita di chi è impegnato in un tale percorso.
Si è calcolato infatti che in media, un bambino che abbia 5 anni oggi, nel 2023, si ritrovi già con un archivio pubblico di circa mille immagini che lo ritraggono in tantissimi momenti della propria pur breve vita, pubblicate online, ovviamente dai genitori.
Se mamma e papà vanno d’amore e d’accordo e non fanno che mostrare orgogliosi le immagini dei loro piccoli in un contesto di consenso, amore reciproco e soprattutto costante comunicazione quotidiana, i problemi relativi alla pubblicazione delle foto dei minori online sono quelli legati ai rischi oggettivi esterni, pur numerosi, e alla consapevolezza che questi rischi esistano, ma non certo alla possibilità di guerre e ripicche, anche legali e costose, tra i due genitori. Tutto cambia quando questi sono già in fase, se non di guerra, di tensione e discussione reciproca, come avviene praticamente sempre tra le coppie che scelgono di separarsi. Ecco che allora lo shareting può diventare una bomba pronta ad esplodere e rendere ancora più incandescente percorsi già complicati.
Separazione e sharenting foto social dei figli: arriva la clausola del consenso
A proporre una soluzione innovativa sulla gestione dello sharenting e della condivisione social delle immagini di figli in caso di separazione, che eviti future problematiche e azzeri motivi di future ulteriori battaglie legali, al Tribunale di Torino sono arrivati due ‘casi pilota’, che hanno visto due coppie di genitori impegnati nel processo di separazione firmare una esplicita clausola del consenso relativa alla presente e futura pubblicazione delle immagini dei figli minorenni su web.
I casi in cui è stata formulata e applicata questa clausola hanno riguardato le separazione di due coppie: quella formata da un agente di polizia e una dottoressa con un figlio di 11 anni e quella relativa a una coppia in separazione con un figlio di 5 anni la cui madre è una influencer e che ha spesso usato immagini in compagnia del figlio minore sui suoi canali social. A prescindere dalla natura della professione della madre però, la pubblicazione delle foto che ritraggono il bambino deve trovare anche il consenso del padre.
Con la clausola del consenso inserita preventivamente negli accordi di separazione, si spera non solo di far risparmiare tempo ai genitori che non saranno più conviventi, visto che per ogni scatto pubblicato si dovrebbe avere il consenso esplicito dell’altro, ma soprattutto di disinnescare un motivo futuro di discussioni e liti, anche giudiziali. Sono infatti numerosi i casi in cui tra genitori separati si usa lo shariting delle immagini dei figli sui social, come ulteriore causa di guerra e spesso si arriva a pronunce dei tribunali che ingiungono la rimozione di immagini postate senza il consenso dell’ex coniuge e ad altri provvedimenti.